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Il Cai attacca Giani dopo l’intervento sulle cave: «Dichiarazioni inaccettabili»

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TOSCANA – Dopo le parole di Eugenio Giani sull’attività estrattiva sulle Alpi Apuane, che hanno causato le ire dei movimenti ambientalisti, anche la seszione toscana dal Club Alpino Italiano è intervenuta sull’argomento. «Il Cai è rimasto sconcertato dalle dichiarazioni del Governatore della Toscana Eugenio Giani dello scorso 24 febbraio in occasione del convegno che si è svolto a Gorfigliano dal titolo “pianificazione del territorio, valorizzazione del prodotto lapideo e modelli innovativi di economia locale. Spunti per uno sviluppo sostenibile in Garfagnana”. Desta stupore che le Alpi Apuane siano considerate dalla Regione, come un “giacimento” economico, correlato esclusivamente all’estrazione del marmo. Il convegno infatti era volto ad approfondire non si sa quale sviluppo sostenibile della Garfagnana, passando dalla valorizzazione dell’attività estrattiva, quale unico modello di innovazione».

«Non è possibile ascoltare dal presidente della Regione che a Carrara, nei bacini industriali, si proceda “senza tanti limiti”, mentre nei territori oggetto del Parco (cioè nelle cd. aree di cava intercluse del Parco) vi sia una estrazione “vincolata” che crea di fatto una contrapposizione tra una estrazione di serie A e una estrazione di serie B. Ed è ulteriormente pericoloso ascoltare e pensare che la “visione” della Regione vada nella direzione
di permettere che l’estrazione, anche nei territori del Parco, sia (de)regolamentata come all’interno di un bacino industriale. Sono dichiarazioni irricevibili che il Cai non solo non condivide, ma non è disponibile ulteriormente ad accettare. – prosegue il Cai – Il Cai denuncia da sempre che le attività estrattive nelle Acc (Aree Contigue di Cava) all’interno del Parco delle Alpi Apuane compromettono l’equilibrio della biodiversità, del paesaggio, mettono a repentaglio la riserva idrica più importante della regione contenuta nel sistema carsico delle Alpi Apuane. Miope si rivela una visione che non prenda atto delle problematiche ambientali e cerchi di portare avanti politiche legate esclusivamente allo sviluppo economico di un territorio attraverso le attività estrattive. Non si capisce quale sia pertanto il buonsenso citato dal Presidente della Regione».

«L’unico senso che il Cai legge in queste affermazioni è quello di un ulteriore danno ambientale al fragile equilibrio delle Alpi Apuane, alla cui tutela gli enti preposti hanno rinunciato da troppo tempo ormai. E questo non è ulteriormente accettabile. Ci piacerebbe conoscere il parere dell’assessora all’Ambiente Monni a questo proposito, anche in relazione alla proposta di Piano Integrato del Parco, che giace nelle stanze della Regione e la cui approvazione risulta sospesa al solo fine e scopo di non permettere ad un Parco di svolgere la primaria funzione di tutela di un ecosistema unico e irripetibile come quello delle Alpi Apuane», conclude il Cai.

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