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«A Pontremoli i pazienti covid? Ospedale non adatto. Si utilizzino il monoblocco e l’ex nosocomio di Massa»

Il segretario del Pd di Pontremoli, Mazzoni: «A rischio le attività ordinarie. Chiederò subito all’assessore alla sanità Simone Bezzini di intervenire»

PONTREMOLI – Anche il Pd, attraverso il suo segretario comunale e consigliere comunale, Francesco Mazzoni, interviene sull’imminente possibilità di portare all’interno dell’ospedale di Pontremoli (Massa-Carrara) un’area covid. Da domani, lunedì, infatti il reparto di Medicina e quello di terapia intensiva dovrebbero essere adibiti a pazienti affetti da coronavirus.

Dopo Forza Italia (qui l’intervento), anche Mazzoni esprime le proprie preoccupazioni: «Gira voce che vogliano trasformare l’ospedale di Pontremoli in ospedale covid. Approfondirò subito la questione, ma sono fermamente contrario, sia per il contenuto che per il metodo. La soluzione messa in atto a marzo: con il Noa ospedale Covid, con decine di posti letto, pagati e allestiti appositamente per l’emergenza, nel monoblocco di Carrara e nell’ex ospedale di Massa; con Pontremoli e Fivizzano ospedali no covid, destinati alle altre urgenze e al mantenimento delle attività ordinarie ha funzionato».

«Non si capisce per quale motivo – prosegue – l’azienda sanitaria voglia cambiare linea. I soldi spesi nei posti letto al monoblocco di Carrara e all’ex ospedale di Massa? Bisogna usare quelle strutture e destinarle ai pazienti Covid. L’azienda deve trovare il personale, evitando di cercare ripieghi improvvisati, inefficaci e pericolosi. L’ospedale di Pontremoli non ha la struttura e non è attrezzato per diventare ospedale covid. Un esempio semplicissimo: il blocco ascensori per le barelle è uno solo. Per ogni passaggio di un paziente covid bisognerebbe chiudere tutto e sanificare ogni volta».

«Questo – evidenzia Mazzoni – vorrebbe dire compromettere le attività ordinarie. Sarebbe una scelta sbagliata e pericolosa, che metterebbe a rischio servizi fondamentali per la Lunigiana. Chiederò subito all’assessore alla sanità Simone Bezzini di intervenire. Anche il metodo sarebbe inaccettabile: l’azienda sanitaria deve rendere conto ai rappresentanti dei cittadini, cosa che non ha fatto. Se qualche burocrate pensa di far passare in sordina una scelta del genere sbaglia. Su questioni così importanti dobbiamo essere uniti come territorio, senza accettare imposizioni irragionevoli, trovando le soluzioni migliori per garantire i diritti di tutti».