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«Pontremoli, l’ospedale diventa “Covid”. Uno schiaffo ai cittadini della Lunigiana» 

Rita Galeazzi e Manuel Buttini, coordinatrice provinciale e coordinatore comunale di Forza Italia, annunciano in una nota la decisione, seppur non ancora ufficiale, di asl e Regione. Ferri: «Hanno forzato la mano senza ascoltare i problemi e valutare i rischi»

PONTREMOLI – “La scelta arrivata oggi, per la verità senza comunicazioni ufficiali e senza concordarla con nessuno, di destinare l’ospedale di Pontremoli al Covid, conferma la distanza della Regione dal territorio”. A comunicarlo sono Rita Galeazzi, coordinatore provinciale di Forza Italia e Manuel Buttini, coordinatore comunale Pontremoli. “Asl e Pd- spiegano i due –  cioè azienda e partito che governa la sanità toscana, hanno inviato oggi i loro dirigenti a Pontremoli per calare la sciagurata scelta dall’alto. A loro, del territorio e dei suoi rappresentanti, poco importa. Lo hanno sempre dimostrato e lo confermano oggi.

“Pensiamo subito alle conseguenze – fanno notare i due coordinatori -: le attività ambulatoriali del quinto piano saranno probabilmente sospese da lunedì. Il pronto soccorso sarà dedicato al Covid e gli accessi spostati a Fivizzano oppure a Massa. Chirurgia sarà ridotta perché rianimazione verrà dirottata al Covid. Al Covid sarà dedicata anche medicina. Così l’Asl otterrà in tutto 14 posti letto Covid. Questo senza considerare le condizioni dell’ospedale, degli spazi e degli impianti. Anche i pazienti del pronto soccorso dovranno essere spostati. Se pensiamo a tutto il tempo trascorso in estate e alle risorse spese per il vecchio ospedale di Massa, dove si sarebbe potuto fare bene quello che oggi si fa, male, ci rendiamo conto di tutti gli errori che sono stati commessi. Questo è l’ennesimo schiaffo alla Lunigiana, ai suoi rappresentanti, ma anche e soprattutto ai suoi cittadini. Ringraziamo di questo Asl e Regione che saranno responsabili anche delle eventuali conseguenze”.

Delusione anche da parte del consigliere di Forza Italia Jacopo Ferri. “Sembrava che ci potesse essere un serio confronto tra azienda e Sindaci interessati su questo delicato tema ed invece le direttive regionali e i dirigenti Usl hanno oggi forzato la mano dando concretezza alle loro decisioni senza ascoltare le perplessità degli amministratori e infischiandosene dei tanti problemi tecnici che rendono l’operazione ad altissimo rischio sia per i malati Covid che saranno ricoverati, sia per le migliaia di persone che dovranno fruire di tutti gli altri servizi ospedalieri.
Saranno ancora una volta i cittadini, oltre che i tanti addetti alla sanità impegnati ogni giorno sul campo, a pagare le negligenze e le imperizie di chi governa e gestisce la nostra salute.
Coloro i quali hanno ‘cannibalizzato’ per anni i nostri ospedali depauperandoli continuamente ed evitando accuratamente di garantire i necessari investimenti, oggi vorrebbero raccontarci che le soluzioni che propongono sono quelle più adatte alla situazione ed allo stato degli immobili. Non è vero. Del resto, a sostenerlo sono gli stessi protagonisti che avrebbero potuto, almeno da maggio scorso, sia programmare interventi sulla struttura veloci ed efficaci, sia avviare un reclutamento straordinario di personale, così da consentire al sistema di affrontare lo scenario di una possibile seconda ondata (poi purtroppo divenuta realtà). Invece non lo hanno fatto! Ancora una volta hanno scelto diversamente, esponendo il territorio a rischi enormi”:
“Il rimedio che oggi viene proposto – ha aggiunto il consigliere – appare quindi, alla luce dell’attuale situazione strutturale ed organizzativa degli Ospedali lunigianesi, essere peggiore del male stesso. Non sarà possibile infatti garantire dall’oggi al domani vera sicurezza rispetto a percorsi interni, sanificazioni, areazioni delle stanze e degli ambienti. Sarà davvero difficile, se non impossibile, garantire ai malati Covid gli standard di servizio che possono essere offerti da edifici nuovi ed all’avanguardia, così come sarà stravolto, decrementata ed indebolita la complessiva funzionalità del sistema Ospedale rispetto alle esigenze ordinarie e di elezione. Con ogni conseguente rischio per i malati, per i familiari che li assistono e per il personale sanitario, in prima linea da mesi con abnegazione e coraggio, ma per l’ennesima volta obbligato a svolgere il proprio lavoro sul filo del rasoio per ottemperare a scelte irrazionali e sbagliate. E’ l’ennesima prova di arroganza e di cinismo della Regione e dell’azienda verso la popolazione e le istituzioni di questo territorio, ai quali viene peraltro scaricato il peso dei rischi e delle difficoltà”.