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Bernardi chiede spiegazioni sullo stipendio di Raggi. L’assessore: «Si dedichi meno alla campagna elettorale con la Lega»

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«Può anche essere che sia tutto regolare, ma chiedo che venga svelato il segreto del doppio stipendio dell’assessore Andrea Raggi che qualche dubbio l’aveva già suscitato in passato, soprattutto in quanto il dirigente Cristiano Boldrini ha liquidato i rimborsi anche durante il lockdown da Covid-19 quando gran parte delle aziende nautiche erano chiuse». Il dubbio l’ha sollevato il consigliere di Alternativa per Carrara, Massimiliano Bernardi. «All’assessore Andrea Raggi – prosegue Bernardi – nonostante la gestione disastrosa delle opere pubbliche, la città paga da sempre due stipendi: euro 1.150 mensili per il suo ruolo di assessore e dai circa 3.700/3.800 euro mensili per i rimborsi dovuti per legge al suo datore di lavoro che è solo una parte dello stipendio che Raggi s’intasca. Nella narrazione della sua storia professionale, da super project manager privato, vantava la sua capacita di sviluppare progetti dal campo militare ai mega yacht, dalle navi oceanografiche agli offshore in tutto il mondo, da assessore locale invece passerà alla storia per aver deturpato con il taglio dei pini, il lungomare di Marina. Dal momento che si stanno spendendo un bel mucchio di soldi pubblici per pagare i cospicui rimborsi all’Assessore, anche quando non risulta essere dipendente ma amministratore delegato, chiediamo che venga resa pubblica tutta la documentazione relativa ai permessi retribuiti nella quale sia dimostrato, in maniera puntuale, l’ effettivo svolgimento nonché la reale durata di Commissioni e di Giunte con la presenza dell’Assessore, oppure verbali del Segretario comunale dottor Angelo Petrucciani nei quali vengano riportate l’esatto numero di ore controllate e liquidate, compreso il tempo di andata e ritorno dalla sede di lavoro dell’ingegner Andrea Raggi così come recita il Tuel. Finora i rimborsi, lo dobbiamo dire, sembrerebbero essere del tutto regolari e legali in quanto vengono stabiliti l’articolo 79 e affini del Testo Unico degli Enti locali, la Legge n. 267 del 2000 voluta dal governo D’Alema II. In effetti tutto il mistero che riguarda l’assessore Raggi è dovuto al fatto che il rimborso avviene tramite determinazioni e liquidazioni del dirigente Cristiano Boldrini senza che vengano pubblicati gli allegati, per cui chi è chiamato al controllo come per esempio un consigliere comunale se i dati non vengono resi pubblici, non solo l’amministrazione contravviene all’obbligo della trasparenza amministrativa da potenziale segnalazione all’Anac, ma possono sorgere seri dubbi anche sulla correttezza del procedimento. Non sarà certo il caso dei rimborsi del nostro assessore, ma considerate le premesse e la spesa sostenuta mensilmente dalle casse comunali è doveroso prima di tutto chiedere chiarimenti pubblici da parte dell’amministrazione 5 Stelle e poi eventualmente ricorrere all’intervento della Guardia di Finanza se le spiegazioni supportate da pezze giustificative non fossero sufficienti. Ma soprattutto non ci convince proprio il doppio stipendio che Andrea Raggi ha intascato anche durante il lockdown, infatti in quei mesi di emergenza Coronavirus le misure urgenti di chiusura su tutto il territorio nazionale avevano inevitabilmente coinvolto anche tutto il comparto della nautica».

La replica di Raggi: «Si dedichi meno alla campagna elettorale con la Lega, e più al mandato di consigliere»
«Sorprende che a sollevare la questione dei rimborsi sia proprio il consigliere Massimiliano Bernardi che ne beneficia integralmente pur presenziando solo per pochi minuti alle sedute di commissioni e consigli comunali» si apre così la replica dell’assessore alle Opere Pubbliche Andrea Raggi alle accuse sollevate a mezzo stampa dall’esponente dell’opposizione. «La sorpresa – prosegue Raggi -nasce anche dal fatto che Bernardi, perde o fa perdere tempo a qualcuno, nella stesura di un arzigogolato comunicato stampa, in cui prima si sollevano dubbi e illazioni sui miei rimborsi e subito dopo si scrive nero su bianco che questi “sembrerebbero essere del tutto regolari e legali”. Se Bernardi ha del tempo da perdere – taglia corto l’esponente dell’amministrazione – io non ne ho».
Raggi ricorda che non è certo la prima gaffe di questo tipo a cui si espone il suo predecessore: «Ancora una volta Bernardi dimostra che pur avendo ricoperto un incarico pubblico per lungo tempo non ha mai acquisito piena consapevolezza di alcuni meccanismi. In questo caso la sua uscita conferma che, tra le altre cose, all’ex assessore sfugge completamente la differenza tra la busta paga e il rimborso all’azienda di cui un pubblico amministratore è dipendente. I 3700 euro di cui parla – precisa l’assessore in carica – vengono pagati dal Comune all’azienda e non certo a me che dal municipio ricevo, poco più di 650 euro al mese. Una cifra – ironizza Raggi – che sicuramente non compensa la fatica di dover sopportare le esternazioni di Bernardi».
Raggi spiega che «in riferimento alla delirante ricostruzione del mio percorso professionale, in prims la mia azienda è sempre rimasta aperta anche durante il lockdown, essendo impegnata in un settore autorizzato da decreto. Contrariamente a quanto Bernardi afferma, inoltre, sono stato dipendente sia di Selmar, sia di Seanet e oggi lo sono di Sems di cui sono anche amministratore ma non socio».
«Alla fine Bernardi – conclude l’assessore alle Opere Pubbliche – prima di perdere tempo a sollevare illazioni confuse sulla mia situazione professionale, farebbe meglio a prodigarsi un po’ meno nella campagna elettorale con i suoi nuovi amici della Lega e a dedicarsi di più al suo mandato di consigliere comunale a cui riserva solo i ritagli del suo tempo».

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