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Lettere al direttore

Fonteviva, la lettera di una cittadina: «I cittadini non si sentono proprietari, ma depredati»

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    MASSA – «Nei giorni scorsi è stato pubblicato un intervento dell’azienda Fonteviva del quale mi ha colpito una frase: “I proprietari dell’azienda, cioè i cittadini massesi, desiderano avere ogni giorno sulle proprie tavole la bottiglia Fonteviva”.  Non credo che i cittadini massesi si sentano proprietari dell’azienda perché, se lo fossero,  ne avrebbero qualche, anche piccolo, vantaggio; si sentono anzi depredati di punti di approvvigionamento d’acqua che erano parecchi e molto frequentati e si sono ridotti nel tempo di numero e di portata». È duro l’attacco che questa cittadina massese porta avanti nei confronti della gestione di Fonteviva ed Evam, avanzato nella lettera scritta ed inviata alla nostra redazione.

    «A Massa molti cittadini, per tradizione e da sempre, provvisti di taniche e bottiglie salgono verso i monti a fare provvista di acqua buona e gratuita, anche se non proprio a km zero. Negli anni gli stessi cittadini hanno visto sparire la fontana Amorosa, la Cristallo della Rocca e le due fontane di Canevara (di cui una in area Fonteviva).  Restano (per quanto ancora?) la San Carlo e la fontana del Biancolino dove, massesi e non, si azzuffano, purtroppo, spesso letteralmente, per fare provvista. – continua la lettera – L’acqua è ed è sempre stata una risorsa del nostro territorio e culturalmente la sentiamo nostra, come il Castello o il Duomo, le amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno valorizzato Fonteviva (non entro nel merito) ma nessuno, dico nessuno, si è posto il problema che la nostra acqua, prima di essere una risorsa di mercato è bene appartenente ai tutti i cittadini massesi».

    «Perché nessuno ha pensato ad allestire delle case dell’acqua, scelta fatta da molti comuni che non sono tanto fortunati da avere acqua come la nostra, scelta che elimina plastica e garantisce acqua bona, a km 0 e a basso costo per i cittadini (magari anche Fonteviva visto che ne siamo i proprietari)? – si chiude la lettera della cittadina – Non credo che i cittadini massesi abbiano alcun vantaggio dal fatto di essere residenti dove la loro acqua viene imbottigliata e commercializzata: possono solo andare, come tutti gli altri, al supermercato e mettere mano al portafoglio per pagare questa stessa acqua. Quanto costa? Non lo so perché sono fra quelli che salgono a San Carlo, finché sarà possibile».

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