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Licenziati i dipendenti regionali assenteisti

L'ha deciso la giunta della Toscana su iniziativa del presidente Enrico Rossi. La Cgil: «Comportamenti da condannare, ma stop alle strumenalizzazioni»

Licenziamento senza preavviso per i dipendenti regionali per i quali risulti accertata la falsa attestazione della presenza in ufficio. È quanto ha deciso la giunta regionale che oggi pomeriggio si è riunita, su iniziativa del presidente Enrico Rossi, in relazione alle indagini della Procura di Massa. Quest’ultima infatti interessa anche alcuni dipendenti passati all’amministrazione regionale con il passaggio delle funzioni provinciali. Secondo quanto hanno fatto sapere i carabinieri dei 26 arrestati, 10 sono del Genio civile.

Il Genio Civile di Massa

La decisione adottata dà mandato alle strutture regionali competenti per applicare la sanzione disciplinare conseguente all’infrazione accertata. Sanzione che, lo prevede la stessa normativa nazionale, è appunto quella del licenziamento per i dipendenti pubblici che attestino falsamente la presenza in servizio.

La stessa decisione prevede che siano verificate l’esistenza di responsabilità dirigenziali per omesso controllo e dà mandato all’avvocatura regionale perché si attivi per il recupero degli eventuali danni subiti dall’amministrazione per i comportamenti dei dipendenti.

Intanto interviene anche la Cgil con la Fp Cgil Toscana, Cgil Toscana, Fp Cgil Massa Carrara, Cgil Massa Carrara: “Abbiamo appreso dalle cronache di questa mattina dell’arresto di alcuni dipendenti pubblici. Esprimiamo massima fiducia verso l’operato della magistratura, l’auspicio è che l’inchiesta arrivi il più velocemente possibile a chiarire ogni situazione: tali comportamenti, qualora fossero confermate le accuse, sono da condannare. Il lavoro della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, che operano con serietà impegno e dedizione per garantire servizi ai cittadini, non può essere macchiato e cancellato da inaccettabili responsabilità individuali e per questo diciamo ‘stop’ a chi volesse strumentalizzare la vicenda per far partire l’ennesima campagna denigratoria”.