LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

La liaison tra cave e Impero Romano: al Carmi la mostra archeologica di respiro nazionale foto

Sono una quarantina i reperti messi in esposizione provenienti da Fossacava, Museo archeologico di Luni, quello di La Spezia, collezione Giorgio Vanelli, Accademia di Belle Arti. Sull'evento espositivo andrà in onda anche un servizio su Sky

CARRARA – ‘Romana marmora. Storia di imperatori, dei e cavatori’ è un viaggio nel passato fin dentro le nostre radici ‘marmoree’ fatte di antichi percorsi, come quelli che dalle cave delle nostre Apuane portavano al romano porto di Luni e da lì poi correre lungo le rotte che conducevano in tutto il mondo allora conosciuto, in primis verso il cuore di quel mondo: la Roma imperiale. Il marmo come espressione di bellezza, potenza e lusso era molto ambito e per questo diventa materia principe per templi, fontane, pavimenti, epitaffi, statue e colonne. Sono una quarantina di preziosi reperti archeologici che provengono da Fossacava, dal Museo Archeologico di Luni, dal Museo Archeologico di La Spezia ‘Ubaldo Formentini’, dalla collezione Giorgio Vanelli, dall’Accademia di Belle Arti e dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa-Carrara, e sono esposti al Carmi nella nuova mostra curata da Stefano Genovesi direttore del Museo del marmo di Carrara e dell’Area archeologica di Fossacava e Giulia Picchi funzionario archeologo Soprintendenza ABAP per le Province di Lucca e Massa Carrara. Dall’inaugurazione il 25 maggio 2024 fino al 25 gennaio 2025 la mostra racconterà le storie che ruotavano attorno alla cava romana con i personaggi, gli imperatori, gli schiavi, i cavatori, le divinità e il lavoro duro testimoniato dai pesantissimi attrezzi del mestiere. Una mostra pensata anche con impronta didattica per aiutare gli studenti  che potranno tra le varie attività di laboratorio, costruire coi lego il modello del Colosseo. L’evento espositivo sarà infatti accompagnato da un apparato didattico dispiegato lungo il percorso di visita (pannelli, didascalie, grandi disegni di ricostruzione, video tematici). All’interno di quest’ultimo, sarà inoltre inserito uno storytelling dedicato ai bambini, nel quale uno dei personaggi attestati dalle epigrafi apposte sui blocchi semilavorati di Fossacava racconterà la propria storia, coinvolgendo i piccoli visitatori in una caccia al tesoro. La mostra potrà essere inoltre fruita per mezzo di laboratori e visite guidate rivolte alle scuole e per mezzo di iniziative, quali visite guidate in orario di apertura e in notturna e conferenze a tema, rivolte al pubblico degli adulti. ‘Romana marmora’, assicura il curatore Genovesi, proseguirà comunque oltre il 25 gennaio prossimo grazie a una serie di eventi che serviranno per far vivere il più a lungo possibile l’esposizione voluta e promossa dal Comune di Carrara con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.

A Fossacava era principalmente  il fragile  bardiglio il tipo marmo che veniva estratto, che con il suo caratteristico colore azzurro si adattava alla realizzazione di fontane dove il limpido colore azzurrognolo dell’acqua vi si rifletteva. Ma non solo, veniva scavato anche il marmo più chiaro e bianco, usato per colonne e opere più grandi, essendo meno friabile. Il sito di Fossacava è tra le pochissime cave di età romana ad essere stato oggetto di uno scavo archeologico stratigrafico; le indagini, condotte nel 2015 dal Comune di Carrara e dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana all’interno del bacino estrattivo, hanno permesso di ricostruire la storia della cava in tutti i suoi aspetti, in particolare in merito alla tipologia dei prodotti semilavorati che qui venivano estratti, del personale che vi lavorava e delle modalità con le quali la cava era gestita dall’amministrazione imperiale romana. Nel 2021 il sito di Fossacava è stato aperto al pubblico con un percorso ampliato e rinnovato, incentrato su una graphic novel che illustra ai visitatori di ogni età la storia della cava in modo avvincente ed efficace. L’esposizione ‘Romana marmora. Storie di imperatori, dei e cavatori’ intende, quindi, presentare ad un pubblico ancora più vasto la vicenda storica del sito, conferendogli un rilievo di respiro regionale e nazionale.

Il percorso espositivo si articolerà in quattro sezioni: Luni e le sue cave di marmo (sala 1), Fossacava. Storia di una cava, dall’età romana allo scavo archeologico (Sala 2), Gli dèi dei cavatori. La religione a Fossacava (Sala 3), La fortuna del bardiglio nell’Impero (Sala 4). La Sala 1 è dedicata alla storia della colonia romana di Luni e a quella dell’estrazione del marmo lunense, tra la seconda metà del I secolo a.C. e il III-IV secolo d.C. Sarà inoltre posto in rilievo il ruolo determinante dell’imperatore, primo tra tutti Augusto, nello sviluppo dello sfruttamento delle cave di marmo di Carrara. Opera centrale della sala sarà la statua loricata di imperatore rinvenuta negli scavi Fabbricotti a Luni del 1889, in prestito dall’Accademia di Belle Arti di Carrara. L’imperatore che indossa un’armatura con i fregi che simboleggiano una grande vittoria ottenuta eternata attraverso la statua in marmo bianco.

La Sala 2 è incentrata sul sito di Fossacava, del quale sarà raccontata la storia, dall’escavazione del marmo bardiglio in età romana fino allo scavo archeologico qui condotto nel 2015. Saranno messe a fuoco in particolare le tecniche di scavo, con l’esposizione di strumenti antichi, e le problematiche relative alla gestione delle cave da parte dello stato romano. La Sala 3 è dedicata alla religiosità dei cavatori e degli altri personaggi che popolavano le cave di marmo di Carrara in età romana: grande risalto sarà dato alla statua della dea Luna Diana rinvenuta a Fossacava, verosimilmente una replica della statua di culto del cosiddetto “Grande Tempio” di Luni. Nella sala saranno esposti inoltre l’altare dedicato alla Mens Bona, in prestito dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, e un rilievo raffigurante il dio Silvano, il cui culto è molto attestato negli ambienti delle cave, proveniente da una domus di Luni e in prestito dal Museo archeologico nazionale di Luni. La Sala 4 narra infine al visitatore la diffusione del marmo bardiglio a Roma, nelle città dell’Italia e delle province e in quali tipi di edifici e strutture esso sia stato utilizzato: sarà approfondito, in particolare, il suo impiego per i colonnati dei palcoscenici dei teatri e per la realizzazione di fontane (labra). L’allestimento di alcuni semilavorati e di altri reperti in marmo bardiglio illustrerà i diversi usi di questa varietà di marmo. Uno spazio sarà inoltre dedicato ad un progetto di archeologia sperimentale condotto con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, nell’ambito del quale saranno scolpite, dagli studenti e dal personale docente, delle repliche in marmo di un semilavorato in marmo bardiglio e di un labrum finito.

«Sono pezzi importanti e significativi- commenta la sindaca di Carrara Serena Arrighi – è una mostra che parla delle nostre radici ed è in grado di raccontare una storia millenaria. E’ sempre necessario capire chi siamo e quale sia la nostra identità». «Raccontare i marmi romani e il bardiglio di Fossacava – dichiara l’assessore alla Cultura Gea Dazzi– significa raccontare le origini del nostro territorio, legato all’escavazione del marmo e alla sua diffusione nel mondo, ma soprattutto legato alla grande perizia di uomini che qui si sono formati e hanno imparato mestieri unici come quello del cavare il marmo e quello di lavorarlo con una sapienza magistrale». «E’ un progetto culturale di alto livello e ampio respiro con importanti risvolti didattici, che abbiamo apprezzato sin dal momento in cui è stato proposto alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara», spiega il presidente Enrico Isoppi. «Ne abbiamo quindi seguito gli sviluppi, sostenendolo con convinzione, siamo certi saprà dare lustro al nostro territorio e promuoverlo oltre i suoi confini. Finalmente a Carrara una mostra su ciò che abbiamo sempre portato in giro per il mondo».

«I vecchi ritrovamenti e i dati dello scavo recente hanno reso Fossacava una delle cave di età romana oggi meglio conosciute», spiegano i curatori Giulia Picchi e Stefano Genovesi. «L’apertura al pubblico, avvenuta nel 2021, ha fatto registrare una presenza annuale di 10.000 visitatori, che ha confermato lo straordinario interesse per questo sito. Con la mostra ‘Romana marmora’ si è voluto consolidare e ulteriormente rilanciare questo trend positivo creando, attorno alla cava, un evento che raccontasse ad un pubblico più ampio possibile la storia del sito e dei personaggi che vi ruotavano attorno. Gli imperatori di Roma, i loro schiavi e i loro liberti, gli appaltatori, i commercianti, e, ovviamente, i cavatori sono gli attori di un copione di grande fascino, nel quale la fatica e il sacrificio di molti uomini sono indissolubilmente legati alla propaganda politica e al lusso che il marmo era in grado di esprimere».

«Questa mostra – chiosa il direttore del Carmi Marco Ciampolini – rientra in un iter di valorizzazione di Carrara, del suo territorio e dei suoi protagonisti che abbiamo portato avanti da quando sono direttore. Credo si tratti della prima mostra archeologica sul territorio che apre uno spiraglio su questa storia fatta di pietra».

Il CARMI museo Carrara e Michelangelo è aperto al pubblico fino al 31 maggio da martedì a domenica ore 9.00-12.00 e 14.00-17.00, dal 1 giugno da martedì a domenica ore 9.30-12.30 e 17.00-20.00, chiuso il lunedì, chiuso 1° novembre, 25-26 dicembre, 1° gennaio, 6 gennaio, nei pomeriggi del 24 e del 31 dicembre, nel pomeriggio del 14 agosto. Ingresso al CARMI (comprensivo della visita alla mostra): intero € 5, ridotto € 3, disponibili gratuità. Per informazioni: M. +39 335 1047450, museo.carmi@comune.carrara.ms.it, https://carmi.museocarraraemichelangelo.it.