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‘Trovarsi tra le stelle’, l’inedita installazione al mudaC per raccontare le distanze cosmiche del nostro tempo foto

L'assessora Gea Dazzi: «Significa incontrare noi stessi e riconoscersi nell’altro e per fare questo è fondamentale connettersi con la dimensione altra che ci circonda, di un universo, di un cosmo che ci invita a fare quel passo in più per ritrovarci umani»

CARRARA – Un paesaggio lunare formato dai ciotoli di marmo provenienti dalle nostre montagne fa da sfondo a un binocolo e a due pericopi magici all’interno dei quali sono state introdotte due immagini particolari, destinate a spingere e incoraggiare verso una riflessione sulla distanza e sulla solitudine: i mali più profondi della nostra società. ‘Trovarsi tra le stelle’ è la nuova installazione inedita e pensata per Carrara dal duo di artisti bolognesi Antonello Ghezzi (Nadia Antonello e Paolo Ghezzi), che sarà ospitata dal 23 marzo al 2 giugno allo spazio dedicato alle mostre temporanee del mudaC.

I visitatori si troveranno in uno spazio lunare, costellato da dune di marmo, che ricorda da un lato le cave di Carrara, dall’altro un pianeta lontano dalla Terra dal quale è possibile vedersi alla giusta distanza. Un binocolo mostrerà da lontano due persone che sembrano guardarsi l’un l’altra. Tra di loro, una strana struttura composta da due periscopi collegati: uno sale dal basso, dalle profondità della terra; l’altro scende dall’alto, dall’infinitezza dell’universo. In un inedito gioco di sguardi e punti di vista, realizzato grazie ad alcune immagini concesse dall’Osservatorio Europeo Australe e dalla NASA, si potranno vedere la Terra ritratta da molto lontano e le stelle della Via Lattea, sempre capaci di farci emozionare. Alzando lo sguardo dal periscopio ci si riconoscerà, infine, negli occhi di un’altra persona.

“Grazie alla città di Carrara che per la seconda volta dopo l’Albero cosmico (l’installazione natalizia che si illuminava al passaggio di un corpo celeste sulla Via Lattea ndc) ci invita a portare un progetto – spiega in conferenza stampa il duo artistico – un progetto che riguarda quella contemporaneità connotata da solitudine e distanza. Così non vedremo l’opera attraverso uno schermo del cellulare che dovrà essere lasciato fuori dallo spazio, ma attraverso i nostri occhi. Nello spazio c’è un binocolo e un periscopio, proprio perché l’aspetto della visione è centrale. Volevamo mostrare la relazione umana: le persone devono guardare attraverso un binocolo ciò che è a pochi passi da loro, mentre il periscopio è doppio, con due diverse immagini all’interno. Una è la foto che la Nasa ci ha autorizzato a utilizzare e che ricorderebbe un paesaggio terrestre al tramonto e in realtà è un paesaggio marziano, l’altra invece ritrae un puntino lontano dentro la Via Lattea, ecco quel puntino siamo noi, la Terra. Da una parte qualcosa di lontano e dall’altra ci siamo noi che siamo lontani. Questo per dire che siamo un tutt’uno con l’Universo – dichiarano Nadia Antonello e Paolo Ghezzi – non siamo qui per comprare cose e incamerare inconsapevolmente contenuti, ma per impegnarci ad essere migliori, per noi e per la comunità, perché tutto ha a che fare con noi, anche le questioni più lontane”.

“Al di là del valore artistico – prende la parola l’assessora alla Cultura Gea Dazzi – delle loro performances mi piace la poetica che c’è dietro e la poesia che evoca la loro ricerca. ‘Trovarsi tra le stelle’ è il titolo di questa mostra ma è anche un input che esce da questa installazione. Trovarsi tra le stelle significa incontrare noi stessi e riconoscersi nell’altro e per fare questo è fondamentale connettersi con la dimensione altra che ci circonda, di un universo, di un cosmo che ci invita a fare quel passo in più per ritrovarci umani. E per fare questo dobbiamo uscire da quella bolla, da questa iper connessione che ci  condiziona profondamente. Dobbiamo provare a svegliarci e  costruire una connessione altra, salvifica, di cui tutti abbiamo bisogno per incontrare l’altro e la nostra comunità. E’ anche un messaggio sociale, volto a trasmettere idee che possano disegnare un’idea di comunità. Questo progetto è un contributo che accogliamo con gioia”.

Fa il punto tecnico la direttrice ufficio cultura Cinzia Compalati che ha curato la mostra: “Seguo da alcuni anni Nadia e Paolo trovando in loro e nella loro arte grande empatia per i temi che trattano. Dopo la prima mostra al Camec di La Spezia, la prima mostra antologia che hanno realizzato.– ricorda Cinzia Compalati che sottolinea anche come gli Antonello Ghezzi tornino per la terza volta a lavorare in una città creativa UNESCO  dopo Braga in Portogallo e Hamamatsu in Giappone e ora a Carrara –   Poi come fossero dei poeti hanno cambiato la loro poetica e  il loro registro linguistico per iniziare una nuova strada. Qui a Carrara hanno affrontato un cambio di tema, quello della solitudine e lo hanno fatto con una leggerezza che gli appartiene, addirittura riuscendo a raccontare la solitudine attraverso una filastrocca che leggerete sulla porta prima di entrare nell’installazione: la chiave di lettura dell’installazione stessa”.

‘Camminare e respirare senza tempo e cellulare. I tuoi occhi lì davanti/della stanza gli abitanti/ Della stanza o del pianeta forse tu sei la mia meta/ Ho pensato io ti copio/ guardo dentro al periscopio/ Siamo qui per ricordare cosa siam venuti a fare/ sulla Terra o in un museo/ siamo tutti Galileo/ Vedo il cielo e se ci penso/ ho trovato tutto il senso’.

Ricordiamo che l’inaugurazione è prevista  sabato 23 marzo alle 17:00 e che il mudaC è aperto al pubblico da martedì a domenica ore 9.00-12.00 e 14.00-17.00, chiuso il lunedì, 31 marzo e 1° aprile, aperto 25 aprile e 1° maggio ore 9.00-12.00 e 14.00-17.00, aperto 2 giugno ore 17.00-21.00. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 3, disponibili gratuità. Per informazioni: https://mudac.museodellearticarrara.it/.

Un ringraziamento speciale va a Marble Way che ha fornito il materiale per il paesaggio lunare e a Ilaria Tosini e Sandra Bassani per il loro impegno.