LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

Gli abri apuani: antiche costruzioni ricavate dalla roccia e raccontate dall’alpinista Gemignani foto

«La zona apuana è ricca di "abri" antichissimi specialmente nella parte centrale: se ne trovano diversi nei gruppi della Tambura , Roccandagia ,Orto di Donna , Vesante sud del Cavallo , Valle di Vinca, Canal Fondone e l'elenco sarebbe ancora lungo».

CARRARA – “Il santuario ” d’abri ” sorge addossato ad una strapiombante parete del Monte Roccandagia, nella pertinenza di Vagli di Sopra alla quota di m.1090 , si tratta di una cappella ricavata quasi interamente in un abri, opportunamente chiuso ed ingrandito da notevoli opere murarie” racconta Renzo Gemignani che nella sua lunga carriera di alpinista, ha visitato e battuto palmo a palmo ogni promontorio delle nostre Apuane, oltre ad aver scalato le maggiori vette al mondo. Queste costruzioni chiamate Abri o Abri`, ci spiega, sono costruzioni realizzate sfruttando gli spazi presenti sotto grotte, sporgenze rocciose, sotto enormi massi e le parti scoperte vengono racchiuse con muri di pietra a secco, così da creare spazi chiusi da utilizzare come ricovero per animali o abitazioni e spesso come luoghi di culto. Questi Abri Renzo Gemignani li ha tutti visitati di persona e a Calomini, in Garfagnana, ha partecipato alla messa in sicurezza di alcuni massi che sovrastavano l’eremo. L’origine della parola “Abri” non è chiara, questa parola in francese significa capanno, ricovero , rifugio ma si potrebbe supporre, afferma Gemignani, derivi da “ibrido” ossia metà naturale e metta artificiale .
“La parte costruita in muratura – continuna a spiegare l’alpinista – è coperta da un tetto la cui trabeazione è infissa alla sua sommità, nella stessa parete rocciosa. Le prime notizie di questo Santuario, legato alla leggenda di S. Viano, risalgono al XVII sec. . Nel 1913 il santuario fu quasi tutto distrutto da un incendio e nel 1914 fu ristrutturato. La leggenda di S.Viano o Viviano si perde nel tempo , si dice fosse un vescovo di orogine scozzese, che di ritorno da una Crociata in Terra Santa passò per questi luoghi e vi si fermò dandosi a vita ascettica e contemplativa e dove morì. I vaglini lo tumularono nella Chiesa di Vagli di Sopra ma per miracolo il corpo fu ritrovato nel luogo della sua morte , nel Canale che ora porta il suo nome , così i vaglini costruirono il santuario. Altri invece dicono che S.Viano provenisse da Reggio-Emilia”.
Secondo la leggenda di cui ci parla Renzo Gemignani, gli abitanti della Garfagnana raccontano che S. Viano fece molti miracoli, uno in particolare , quello di aver fatto nascere i cavoli di S.Viano (Brassica Oleracea) di cui si cibava e che ancora oggi crescono in quasi tutte la Apuane. “Nella parete del santuario – continua a raccontare Gemignani – cresce una pianta endemica (Juniper Sabina ), che i vaglini dicevano che era pianta efficace per procurare aborti ; data la sua posizione veramente impervia ed inaccessibile, costituiva prova di grande coraggio ed abilità riuscire a procurarsene un rametto. Il culto di questo santo è accettato dalle autorità ecclesiastiche solo come una pia tradizione popolare. La sua Festa viene celebrata il 22 Maggio con una solenne processione che parte da Vagli di Sopra e raggiunge l’ eremo”.
Sulle Apuane ci sono altri santuari d’abri, ci riferisce l’alpinista nonché tra i fondatori del Soccorso Alpino sul nostro territorio, quello di Calomini nella Valle di Fornovolasco e quello della Madonna Vecchia di Vinca, “ormai diroccato che si trova lungo il sentiero che da Vinca conduce al Paese di Aiola. La zona apuana – fa presente Renzo Gemignani – è ricca di “abri” antichissimi specialmente nella parte centrale: se ne trovano diversi nei gruppi della Tambura , Roccandagia ,Orto di Donna , Vesante sud del Cavallo , Valle di Vinca, Canal Fondone e l’elenco sarebbe ancora lungo. L’ultimo abro ancora usato dai pastori si trova nel versante sud del Monte Cavallo, sul sentiero che da Case Carpano porta a Forcella di Porta, ne ebbi testimonianza diretta perché all’interno dell’ abro c’era il formaggio a stagionare . Una curiosità : alcuni abri si trovano nelle pareti rocciose che reggono i terazzamenri di Miseglia , Bedizzano e Colonnata, dove un tempo i cavatori producevano mortai di marmo ( frullatori di un tempo ). La località Mortarola ne è l’esempio . In un tratto di sentiero vicino all’eremo della Madonna Vecchia di Vinca nei mesi di Giugno e Luglio si possono ammirare una gran quantità di erbe officinali, segno che gli eremiti che abitavano il luogo sfruttavano la zona per coltivare queste piante”.
Il nostro alpinista commenta: “E’ un aspetto poco conosciuto delle Alpi Apuane. Questi luoghi vanno tutelati e non lasciati all’incuria e alle intemperi , perché sono monumenti che ricordano la storia umana sulle Alpi Apuane. A pochi metri dall’ eremo di S. Viano era stata aperta una cava di marmo colorato, come testimonia ancora un blocco tagliato sul posto , ma per fortuna la cava è stata chiusa”.