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«Cava Fornace, dal rapporto Arpat ancora preoccupazioni per i cittadini»

Il Comitato per la chiusura della discarica: «Non siamo affatto tranquillizzati da tali studi, in quanto sembrano improntati più a rassicurare, e a volte non dire quella che è la situazione reale»

MONTIGNOSO – «Un’altra delusione, inevitabile, dopo la lettura del rapporto Arpat 2021 sui controlli standard annuali fatti in discarica Cava Fornace: questa volta, a differenza del 2018, non sono indicati i dati analitici riguardanti il percolato. Proprio adesso che l’azienda da fine anno ha cominciato lo sversamento in fognatura di tale percolato. Oltre al sindaco Lorenzetti, storicamente sempre fiducioso e sicuro che la discarica non sia un problema ambientale, ma solo “sociale”, neanche il comune di Massa, destinatario ultimo di tali liquami, è preoccupato della situazione?». Inizia così l’intervento del Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace.

«Vista l’analisi insufficiente della relazione – evidenziano dal comitato – i cittadini si domandano se esiste sempre il diritto alla trasparenza. Ci chiediamo anche perché un’istituzione scientifica come l’Università prima di cercare le eventuali connessioni tra una discarica di rifiuti pericolosi tra cui amianto e terre di bonifica contenenti solventi, si affanni a cercare di dimostrare l’origine naturale del triclorometano, quasi a prefigurare una sorta di distrazione di massa invece di andare a cercare il triclorometano (presente stabilmente nei piezometri n. 5 e n. 10) e gli altri inquinanti clorurati nelle matrici biologiche che sono presenti in prossimità della discarica. Un altro punto che lascia perplessi noi cittadini che viviamo (ogni giorno con timore) nelle prossimità della discarica è l’aver appreso che le gomme dei camion che trasportano i terreni di bonifica, così come il piazzale e le strade all’interno della discarica vengono lavate con l’acqua piovana che viene raccolta dal dilavamento dell’anfiteatro roccioso delimitante la discarica stessa. Quale sicurezza ci può essere in una tale operazione?».

«Ci lasciano perplessi – proseguono – anche le conclusioni fatte da Arpat sui controlli eseguiti: A) per quanto riguarda i campionamenti fatti si dichiara che un “terreno da scavo” derivante da bonifica e proveniente dal Comune di Mantova presenta chiaro odore riconducibile ai solventi, salvo poi concludere che il campione è classificato come non pericoloso. B) Per quanto riguarda gli odori si asserisce che non vengono effettuate valutazioni di merito in quanto il gestore stesso stabilisce che, poiché viene stoccata sostanza inorganica non produce odori. Così come dai camini, nonostante peschino nel percolato si dice che producano “sbuffi di vapore!”. C) Nella analisi dei parametri emergono anche altre criticità come per gli idrocarburi presenti nella sorgente (S1) con valori superiori al livello di guardia (seppure sotto il limite di legge) nonché per i solfati che superano i limiti di guardia oltre che nelle sorgenti (S1 e S3) anche nei piezometri n. 7 e n. 8. D) Viene dichiarata una violazione al dlgs n 152/06 relativamente allo stoccaggio dell’Amianto salvo poi dire che l’iter è stato concluso positivamente. E) Anche nella valutazione delle fibre di amianto aero-disperse non c’è molta chiarezza e si dice che il campionamento va ripetuto nel primo semestre 2022».

«Come cittadini non siamo affatto tranquillizzati da tali studi, in quanto sembrano improntati più a rassicurare, e a volte non dire quella che è la situazione reale. Intanto la parte a monte del Lago di Porta, la nostra riserva naturale tanto amata e che suscita l’interesse “economico” di molti attraverso il Contratto di Lago, sta male: emergono segnali preoccupanti come la presenza di pochissimi pesci (motivo per cui gli uccelli fanno fatica a trovare da mangiare) e la moria di alcuni, il canneto è in sofferenza e non crescono più le piante che normalmente popolavano quella parte di lago. Davvero pensiamo che la presenza di questo “mostro” a pochi metri dal lago non abbia nessuna influenza negativa su di esso? Crediamo alle favole? Per finire, c’è anche da considerare che le ispezioni di Arpat vengono concordate con il Gestore della discarica e questo fattore non gioca senz’altro a favore della trasparenza e della obiettività. Ma si sa: certi cittadini che si “impicciano” del bene pubblico comune sono solo dei rompiscatole…».