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Acqua non potabile a Forno, “La causa è la marmettola”: la protesta di Cca dbr e del M5s

M5s: «Quando si prenderà coscienza del fatto che la mancata potabilità dell'acqua non dipende da un'insufficiente opera di filtraggio della marmettola, ma dalla sua stessa presenza?»

MASSA – Il borgo di Forno è rimasto senza acqua potabile e sulle difficoltà vissute dai suoi cittadini erompono il CCA dbr (Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico) e il Movimento Cinquestelle Massa.
In primis il coordinamento dei comitati scrive una lettera aperta al sindaco:
«Gentile Sig. sindacoNel sito web del comune di Massa compare da sabato scorso la Sua ordinanza di divieto di utilizzo dell’acquedotto a Forno (drazione di Massa di 700 abitanti) ordinanza (n. 169 del 19.11.2022). Il divieto riguarda qualunque uso: alimentare, idropinico e igiene della persona.

Ieri, abbiamo letto sui quotidiani delle dichiarazioni, rilasciate dal referente del Gruppo di Intervento Giuridico odv  del Presidio Apuane (che ha grande esperienza in questo settore), che imputa le responsabilità dell’elevato grado di torbidità  alla sorgente del Frigido (110 volte superiori al limite consentito dalla legge e che serve la frazione di Forno), alle attività estrattive del marmo (detta marmettola che è una polvere di marmo). Stamani leggiamo sui quotidiani che l’ing. Francesco Di Martino di Gaia spa riconosce “che quel materiale è ricollegabile anche all’ attività estrattiva sulle Apuane, non – o non solo – a quella attuale, ma anche a quella degli anni precedenti …”.  A questo punto sig. sindaco nella sua funzione di ufficiale di Governo, Le chiediamo, con la massima urgenza di superare questa situazione di inerzia e di indagare rispetto all’attribuzione delle responsabilità. Infatti quello che si prefigura non è solo un gravissimo disastro ambientale, ma può rappresentare una minaccia per la salute nonchè un danno economico per i cittadini che si sono visti, per anni, imputare in bolletta un onere che non competerebbe loro ma a chi ha inquinato. Non ci rimane che constatare che quello che sta accadendo è  in violazione all’Art. 9 della Costituzione che recita “La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” e all’art. 41 il quale afferma che l’attività economica privata è libera manon può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Ma anche all’art 32 sulla tutela della salute».

Degli stessi toni è la reazione del Movimento 5 s di Massa. «Forno è senza acqua potabile e la colpa è della pioggia dopo la siccità, certamente, ma ciò che manca è una presa di responsabilità onesta – interviene il M5s – I residenti dicono che sia una situazione mai vista in quanto il fiume tarda a tornare limpido e siccome è lattiginoso diventa evidente che il problema sia la marmettola accumulata nei piazzali e nei ravaneti o ancor peggio depositata nel ventre delle nostre montagne, inghiottita attraverso le loro vene.  È evidente inoltre che i quantitativi di marmettola presenti (e che non dovrebbero esserci) siano enormi e che la mancanza di piogge (la siccità) non abbia permesso quel dilavamento costante che rende meno evidente lo smaltimento non regolare di questo residuo di lavorazione».

«Gaia -proseguono i pentastellati massesi – è indaffarata con i filtri del potabilizzatore dell’acqua e promette “nuovi interventi con l’obiettivo di prevenire il ripetersi di nuovi episodi di simile entità in futuro” si legge sul giornale. Quando si prenderà coscienza del fatto che la mancata potabilità dell’acqua non dipende da un’insufficiente opera di filtraggio della marmettola, ma dalla sua stessa presenza? – chiedono provocatoriamente i grillini-L’escavazione del marmo non è più quell’attività poetica che ci raccontavano, di persone scolpite dal duro lavoro, arse dal sole o temprate dal freddo che perdevano la vita per staccare un blocco da una montagna, oggi è un’attività meccanizzata e evidentemente non compatibile con la tutela ambientale. E quando si dice ambiente si intendono i fragili fronti montani, le sorgenti, i fiumi e la nostra preziosa risorsa, l’acqua e molto altro. Poi c’è chi ha pure il coraggio di dichiarare di non avere responsabilità, peccato che la salvaguardia della salute del territorio sia una funzione istituzionale che molto dipende da regolamenti, autorizzazioni e controlli. Chiediamo a Gaia di analizzare i fanghi recuperati dai filtri e di renderne pubblici i risultati – propone il M5s-Cittadini fornesi e massesi tutti, fate però che non basti poi realizzare una nuova aiuola fiorita per  dimenticare i veri problemi e ascoltate chi di salvaguardia ambientale ne ha sempre parlato».
Ricordiamo che il CCA dbr Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico è composto da:  Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps – Associazione Comitato Acqua alla gola Massa – Movimento Consumatori Nazionale aps – Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua -Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara – IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità – Magliette Bianche di Massa Carrara. Con il supporto del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua (Nazionale).