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Bellugi, vandalizzato di nuovo il monolite: «Assassino». Fdi: «Azione disgustosa»

«I responsabili pagheranno di tasca propria». Il collettivo Massa Città in Comune: «L’istituzione ha il dovere di vedere nel poeta anche il podestà»

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A poco più di una settimana dalla sua inaugurazione il monolite con la poesia di Ubaldo Bellugi è stato nuovamente vandalizzato ai Quercioli con la scritta «Assassino». «La stele con la poesia di Ubaldo Bellugi “Primavera de Massa” è stata vandalizzata da mani miserabili – commenta Fratelli d’Italia – che hanno approfittato della notte, come fanno i ladri ed i delinquenti, per compiere la loro azione disgustosa. Naturalmente non sappiamo chi sia stato materialmente a fare le scritte che sono apparse sul marmo e speriamo che questa risposta ce la diano le forze dell’ordine che sono già al lavoro per dare un volto al o ai responsabili in modo che paghino per questo gesto da cretini patentati. Un’altra cosa è la responsabilità morale di quanto è accaduto e questa è sicuramente da attribuire al consigliere Stefano Alberti per le schifose parole pronunciate qualche giorno fa quando disse di aver sputato sulla stele in segno di disprezzo e per le quali, se avesse un po’ di senso delle istituzioni, farebbe meglio a rimettere il suo mandato ed all’ANPI che non perde occasione per incitare all’odio politico ed in questo modo spinge degli imbecilli a commettere degli atti dei quali, in futuro, potrebbero amaramente pentirsi. Non vogliamo fare la morale a nessuno perché conosciamo benissimo la caratura “democratica” di certi personaggi che di giorno fanno i signori distinti e di notte se ne vanno a giro, in nome della loro idea di democrazia, con vernice e pennello ad imbrattare proprietà pubbliche a loro non gradite. Ma la democrazia è ben altra cosa rispetto a quello che loro pensano e quindi, alla luce degli sgradevoli fatti accaduti speriamo che quel famoso sputo di Alberti torni verso terra centrando perfettamente in un occhio chi l’ha lanciato. Prima o poi accadrà perché, così come recita il proverbio: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”; certe azioni insensate e violente saranno ripetute ed allora i responsabili pagheranno di tasca propria anche per i danni fatti stanotte. Fratelli d’Italia stigmatizza e condanna il gesto vandalico sulla stele dei Quercioli ed attende, con fiducia e pazienza, che le forze di polizia facciano le loro indagini per individuarne gli autori che dovranno essere puniti come meritano».

Intanto sull’argomento interviene anche Massa Città in Comune. Riportiamo di seguito.
Premessa : fra Veneziano e Bellugi, rubando il verso a Battiato, preferisco l’uva passa , che mi da più calorie. “La pazienza e l’intelligenza dei massesi sono state messe alla prova, proviamo a cambiare punto di osservazione”. Si, proviamo a cambiare punto di osservazione.
Perché non si tratta nè dell’intelligenza dei massesi, che sanno da soli discernere, nè della loro pazienza , di cui da anni danno prova nel  loro sopportare una giunta fallimentare dopo l’altra! E neppure dell’arte o della libera  espressione della stessa , che credo nessuno voglia mettere in discussione o semplicemente osi farlo apertamente.
Perché ad essere discutibile , sempre che in nome della sbandierata libertà di espressione se ne possa discutere, non è certo il diritto di Bellugi di essere poeta, anche perché innegabilmente lo è stato, ne il diritto, o il sacrosanto piacere di chiunque lo voglia, di leggerlo.
Stessa cosa, ovviamente, per Veneziano, e per il diritto dei massesi di vederlo in mostra e di pensarne ciò che vogliono, sempre qualcuno non pensi che il “popolo” di Massa sia composto da  bambini a cui mettere su ogni cosa il bollino verde : visione si;  e il bollino rosso : visione no. Il paternalismo censorio no, per favore.
Ma torniamo a Bellugi, e a ciò che è stato messo alla prova o che è discutibile. Cambiamo il punto di osservazione: ad essere messo alla prova non è forse piuttosto il senso democratico delle istituzioni che inaugurano una stele? Quando si parla di istituzioni che tagliano fasce, non è allora che bisogna fare opera di distinzione? E ricordiamola dunque questa Massa, “ questa terra benedetta” di cui parla Bellugi nella sua poesia di primavera , ricordiamo che  è stata insanguinata dai crimini fascisti; e ricordiamo, con buona pace della sua  certa vena poetica, che essere stato podestà significa  aver partecipato, sempre certamente,  di quei crimini contro la bella città di Massa e di averlo fatto per molte primavere.
Il fatto che molti, tanti sottolineino o abbiano sottolineato la condotta di vita successiva di Bellugi come irreprensibile, e che elogino o abbiano elogiato la sua opera poetica nel nostro dialetto, ci sta benissimo, è pure doveroso, ci mancherebbe!  Siamo contenti, quasi entusiasti,  di ogni ravvedimento a un “cattivo” comportamento! Si tenga ben a mente però che lo ha potuto fare perché in un sistema democratico nessuno gli ha fatto bere olio di ricino o lo ha mai bastonato.
Ma  l’istituzione, in quanto istituzione figlia di questo territorio benedetto, che un giorno che fu non fu per nulla rispettato in questo suo essere benedetto dai  fiori d’arancio,( cito sempre il Bellugi) ma l’istituzione, ripetiamo, non deve  mai dare adito a nessun dubbio, non deve dare il fianco a nessuno, nè a destra nè a sinistra . L’istituzione ha il dovere di vedere nel poeta anche il podestà, perché il podestà era parte integrante e complice di un sistema che la libertà ce l’aveva tolta.
I  libri di critica letteraria rendano merito, siamo d’accordo,  i lettori anche , ma l’istituzione no. L’istituzione deve rendere merito alla storia. Deve farlo per spirito di imparzialità , deve farlo per non essere essa stessa, anche non volendolo, fiammifero alla collera, in tempi , questi, che vedono di nuovo contrapporsi in modo cattivo e violento le frange estreme.
Leggiamo Bellugi poeta se vogliamo, ma l’istituzione, per dovere di verità e rispetto di una democrazia nata dalle ceneri di milioni di morti, ne ricordi, insieme alla capacita poetica, la capacità repressiva e violenta di cui fu capace come podestà e squadrista, quando, infervorato da altre ispirazioni, non aveva tempo di godere nè del paesaggio nè  del profumo di piazza degli Aranci.
Perché un’istituzione non è un antologia letteraria , un istituzione è il primo custode della democrazia, un istituzione  è  la prima memoria della nostra storia, una storia dolorosa che resta scritta e che certo non è mitigata da questo pubblico e ufficiale anteporre  il poeta al podestà, la letteratura alla storia.

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