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Di Natale: «Sogni in grande? Per adesso penso solo alla Carrarese»

L'allenatore azzurro si racconta: «Sono qui per un progetto a medio-lungo termine finalizzato alla valorizzazione dei giovani. All'inizio abbiamo avuto delle problematiche ma ora la strada intrapresa è quella giusta»

CARRARA – E’ stato uno degli attaccanti più prolifici del calcio italiano, realizzando la bellezza di 258 goal in 606 presenze, di cui 191 solo con la maglia dell’Udinese. Nella classifica dei bomber di tutti i tempi della serie A si posiziona al 6° posto con 209 realizzazioni davanti a colleghi del calibro di Roberto Baggio, Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi. Nella sua lunga vita calcistica ha avuto anche l’onore di vestire la maglia della Nazionale collezionando 42 presenze condite da 11 goal. Tra questi, la rete del vantaggio nel match di esordio ad Euro 2012 contro la Spagna. Al termine del campionato 2015/2016 Antonio Di Natale decide di chiudere con il calcio giocato e due anni dopo, nell’estate 2018, entra nello staff tecnico di mister Pasquale Marino, che in quella stagione allenava lo Spezia. L’anno successivo la società ligure offre all’ex bomber napoletano la panchina dell’Under-17 ma nell’estate 2020 non viene confermato e così decide di intraprendere il corso Uefa per poter allenare le squadre di serie C. L’11 aprile 2021, dopo le dimissioni di Silvio Baldini, diventa, a sorpresa, allenatore della Carrarese con il compito di traghettare la squadra verso la salvezza. Riesce a raggiungere l’obiettivo e a giugno la società azzurra lo conferma per la stagione successiva. Nascerà così la prima Carrarese targata “Totò” Di Natale e per il tecnico partenopeo inizierà un’altra carriera da professionista.

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, molti giocatori bandiera restano nelle squadre che li hanno resi grandi come dirigenti o “ambasciatori”. Cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera di allenatore?

«Nel 2018 mister Pasquale Marino e il direttore Guido Angelozzi mi hanno chiamato da La Spezia per sapere se ero interessato ad entrare nello staff come collaboratore tecnico ed ho accettato la loro proposta. Nella stagione successiva mi hanno affidato la squadra Under-17 e lì ho capito che la carriera di allenatore faceva per me».

Cosa ha acquisito in quei 2 anni, prima come membro dello staff tecnico e poi come primo allenatore dell’Under-17?

«Lavorare accanto ad un allenatore del calibro di Marino, che è nel mondo del calcio da 25 anni, mi ha permesso di imparare un sacco di cose, dalla gestione del gruppo fino alla programmazione della settimana di allenamento. Invece nell’annata di allenatore dell’Under-17 ho potuto trasmettere ai giovani un po’ della mia esperienza e di  imparare a rapportarmi direttamente con un gruppo di calciatori».

Ad aprile 2021 arriva la chiamata della Carrarese, come è nata la trattativa e cosa l’ha spinta ad accettare la proposta della dirigenza azzurra, vista anche la delicata situazione di classifica in quel momento?

«Conoscevo già la squadra perché, avendo un rapporto stretto con mister Baldini, venivo spesso a vedere gli allenamenti. Dopo le sue dimissioni, sia la società che il mister mi hanno contattato e chiesto la disponibilità a dare una mano per condurre la squadra alla salvezza ed ho subito accettato. Al termine della stagione, una volta raggiunto l’obiettivo, mi hanno confermato e prospettato un progetto a medio – lungo termine improntato sulla valorizzazione dei giovani che mi ha immediatamente entusiasmato».

Si arriva alla stagione attuale e nasce la prima Carrarese targata Di Natale. Ci racconta la sua idea di calcio?

«Il mio modulo ideale è il 4-3-3 ma le problematiche legate al Covid-19 prima e le caratteristiche tecniche dei giocatori poi hanno spinto me ed il mio staff ad orientarci sul 4-3-1-2 ed i risultati sono arrivati. La società mi ha chiesto di lavorare molto sui giovani, ne schieriamo 7/8 a giornata, e quindi occorreva tempo per conoscerli a pieno. Come detto in precedenza, in fase di preparazione alcuni ragazzi sono stati colpiti dal Covid-19 e quindi l’attività di gruppo è stata sospesa impedendoci di lavorare a pieno sul campo».

Nella prima parte di campionato ci sono state 2 sconfitte pesanti ma decisive (Siena e Olbia) che hanno permesso di trovare quelle soluzioni, non solo tecniche, che hanno portato la squadra al buon rendimento di ora. Cosa ci può dire al riguardo?

«Ad inizio stagione la squadra non stava bene, alcuni giocatori erano fermi da parecchio tempo. Doumbia veniva da 2 anni difficili, Rota era fuori da un anno, Imperiale da cinque mesi. Tanti giocatori, quindi, erano indietro di condizione. Sicuramente l’arrivo di Nelso Ricci ha tranquillizzato e rasserenato l’ambiente.  Dopo la sconfitta di Olbia i ragazzi hanno capito che non si poteva andare avanti così, si sono compattati e dato ancora di più durante la settimana. Il lavoro alla fine ha ripagato tutti per i sacrifici fatti visto il buon campionato che stiamo facendo».

Il salto di qualità della squadra è certificato da un dato molto interessante: nelle prime 13 giornate avete subito 25 goal mentre nelle restanti 11 solo 4. Come lo spiega?

«Nella prima parte del girone di andata pagavano la scarsa condizione fisica ma anche la poca esperienza dei giocatori nel calcio professionistico. Con il lavoro siamo migliorati e non è solo merito di Rota e Marino ma anche dei terzini e di tutta la squadra che gioca compatta».

Veniamo al futuro. Da qui alla fine della stagione dove può arrivare la Carrarese alla luce anche delle ultime prestazioni con Pescara e Reggiana?

«Il nostro obiettivo sono i 40 punti e quindi la salvezza. Una volta raggiunti, se restano 8/9 partite, proviamo ad andare a giocarci qualcosa di importante. Ribadisco che la squadra sta bene fisicamente e mentalmente, è in costante crescita, quindi la strada è quella giusta per centrare l’obiettivo minimo chiesto dalla società. Poi vediamo».

Ultima domanda, personale: qual è il suo sogno da allenatore? Sedere sulla panchina della squadra della sua città, Napoli, o cos’altro?

«Questa è la mia prima esperienza come allenatore nel calcio professionistico, devo crescere ancora e tanto senza pensare ad altro. I sogni arrivano e si realizzano da soli, occorre lavorare costantemente e bene ma adesso voglio pensare solo alla Carrarese ed a portare a casa risultati importanti».