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Nelso e il ritorno in azzurro: «La Carrarese? È stata la mia fortuna e la mia storia»

«La chiamata della società è stata una piacevole sorpresa. Il futuro? Per fare bene occorre avere calciatori di proprietà su cui lavorare nel medio termine»

CARRARA – Una storia troncata di punto in bianco e poi ricucita quasi a sorpresa. Può riassumersi così il rapporto di Nelso Ricci con la Carrarese. Navigato uomo di calcio, grande stakanovista dall’inconfondibile accento “carrarino”, a distanza di otto e anni mezzo è tornato a ricoprire un ruolo dirigenziale nella squadra della sua città. E’ del 14 settembre 2021 la nota ufficiale con cui la Carrarese comunicava la sua nomina a direttore generale fino al 30 giugno 2023 in sostituzione di Vincenzo Minguzzi, che aveva risolto consensualmente il suo contratto. Per “l’ammiraglio Nelso”, così viene chiamato a Carrara per la somiglianza con un lord marinaio inglese, si tratta della terza esperienza sotto le Apuane: la prima a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 con allenatore Corrado Orrico, la seconda dal giugno 2010 al marzo 2012, condita con il ritorno in serie C1 dopo 8 anni grazie alla vittoria contro il Prato nella doppia finale play off ma conclusasi con il burrascoso addio ed il trasferimento allo Spezia, acerrima rivale degli azzurri. Adesso l’obiettivo è quello di immergersi nuovamente nella realtà azzurra, perché ritiene «ci siano tutti gli elementi per impostare un buon lavoro».

Direttore, com’è nata la trattativa per il suo ritorno? 

All’indomani della sconfitta di Siena ho ricevuto una chiamata dalla proprietà per sapere se ero disposto a tornare per dare una mano ed in pochi secondi, 20 per l’esattezza, ho accettato dicendo che mi sarebbero serviti comunque una ventina di giorni per comprendere com’era la situazione. Il giorno successivo ero già al campo a conoscere giocatori e staff tecnico. Devo ammettere che è stata una piacevole sorpresa, ed una proposta a cui non potevo dire di no.

Ha detto che il giorno successivo alla chiamata era già al campo: che ambiente ha trovato? 

Si veniva da un pesante ko (3 a 0), quindi la squadra era giù di morale. Ho avuto un lungo colloquio con mister Di Natale, abbiamo parlato per più di un’ora perché volevo conoscere la sua idea di calcio, ed ho compreso la sua grande voglia di fare e di emergere. Devo ammettere che nella mia carriera mi sono trovato sempre bene con gli allenatori giovani. Ovviamente ho parlato anche con i giocatori più esperti, in primis Luci, che conoscevo dai tempi di Livorno, per fare quadrato e ripartire. Poi sono arrivati due risultati positivi contro Grosseto e Fermana che hanno rasserenato l’ambiente.

A un mese e mezzo dal suo insediamento, come vede la squadra?

Abbiamo fatto partite altalenanti, ma nel complesso la squadra è in crescita. Sicuramente i giocatori hanno risentito della poca preparazione, visto che nel ritiro pre-campionato a Pontremoli alcuni di loro erano stati colpiti dal Covid-19 e l’attività di gruppo era stata sospesa. Domenica, dopo il pareggio con la Virtus Entella, ho fatto i complimenti a tutti per come era stata affrontata la partita. Abbiamo fatto una bella gara a livello tattico e di intensità, tenendo testa ad una corrazzata.

Nella Carrarese 2021/2022 ci sono molti giovani, quali di questi l’hanno colpito di più? 

In rosa abbiamo diversi giocatori giovani, alcuni addirittura alla prima esperienza tra i professionisti, che nel corso della stagione possono avere degli alti e dei bassi ma con il lavoro non possono altro che migliorare. Oltre a Battistella e Tunjov, mi ha colpito la freddezza e la capacità di entrare a partita in corso di Energe. Invece Kalaj, scoperto da un grande dirigente come Igli Tare, è un giocatore bello da vedersi, ben messo fisicamente e tutto ciò gli permette di arrivare su ogni palla.

Superata da poco la metà del girone di andata, ha già un’idea su quali aree bisognerà intervenire nel mercato di gennaio?

Premetto che il mercato di riparazione è complicato perché, come dico sempre, è facile comprendere dove bisogna migliorare ma è difficile trovare la soluzione giusta. Comunque fino al 20 dicembre non si parla di mercato, soprattutto per rispetto dei giocatori che attualmente compongono la rosa. Da quella data in poi ne parlerò con l’allenatore e la proprietà, analizzeremo l’organico, i risultati ottenuti e dopodiché avremo più chiaro dove operare per accrescere la qualità.

Adesso una domanda alla quale risponderà con il cuore: cosa rappresenta per lei la Carrarese?

Sono nato e vissuto a pochi passi dallo stadio dei Marmi. La Carrarese è stata la mia fortuna e la mia storia. Se sono diventato quello che sono è grazie a due persone che hanno creduto in me: uno è Corrado Orrico, che mi ha insegnato un sacco di cose come ad esempio rapportarmi con lo spogliatoio, e l’altro è l’ex presidente Cecchinelli che, non appena ha acquisito la società, mi ha voluto con sé.

Per chiudere: cosa riserverà il futuro alla Carrarese ed ai suoi tifosi? Si potrà finalmente sognare? 

Nel calcio per far bene occorre avere una buona organizzazione e programmare attentamente tutto. Il gruppo di lavoro di oggi, parlando sia di giocatori che di staff tecnico, è di livello ma è sempre migliorabile. Bisogna però cercare di avere il più possibile giocatori di proprietà su cui lavorare a medio termine. Infine occorre potenziare il settore giovanile, visto che negli ultimi anni pochi giovani che hanno fatto tutta la trafila sono riusciti ad esordire e rimanere in pianta stabile nella prima squadra. Una volta perfezionati questi aspetti si potrà ambire a qualcosa di importante.