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Carrarese, la grinta di Davide Cais: «Questo campionato lo vince chi non molla»

Un fallimento, una salvezza ai playout, il ritorno dell'entusiasmo e gli spareggi promozione. L'attaccante veneto a Carrara ne ha vissute tante. «Remondina grande allenatore, è strano che sia fermo. Baldini a settembre mi ha fatto una bella sorpresa...»

CARRARA – Un quinto posto in classifica in una squadra senza società. Una salvezza sofferta, l’anno successivo, conquistata all’ultimo respiro dei playout. Poi l’arrivo di Baldini e il ritorno dell’entusiasmo allo Stadio dei Marmi, gli spalti pieni e il sogno Serie B. Sogno che oggi è un obiettivo concreto. Davide Cais sotto le Apuane di emozioni ne ha vissute tante e di ogni genere. Il legame con Carrara si è mantenuto forte nonostante le parentesi in altre piazze. E quando a settembre Baldini lo ha chiamato per chiedergli di tornare, la risposta è stata quasi istintiva.

Ormai Carrara per te è una seconda casa. Hai vissuto il fallimento, gli spareggi per non retrocedere e alla fine anche l’era Baldini. Un bagaglio importante…
“Sì, posso dire di sentirmi a casa. Manca solo la promozione in Serie B e poi con questa maglia le ho vissute tutte, playoff compresi. Quest’anno abbiamo davvero tutti gli ingredienti per fare bene, siamo un gruppo sano e forte e alcuni incidenti di percorso ci stanno”.

C’è un momento, in tutti questi anni, che ricordi con particolare piacere?
“Più che di momenti parlerei di periodi. Il primo risale al primo anno, quando da gennaio in poi ho fatto 7 gol e alla fine siamo arrivati quinti. Poi un altro periodo per me molto significativo è stato tre stagioni fa, al primo anno con mister Baldini, dopo che ho firmato il gol del pareggio a Olbia all’ultimo minuto. Ecco da quel momento in poi mi è cambiata la stagione, ho iniziato a giocare molto e ho segnato anche qualche gol. Sono stati 5/6 mesi importanti”.

E il momento più brutto, invece?
“Probabilmente al mio primo ritorno, a gennaio 2017. Quello è stato un periodo complicato e non particolarmente fortunato. Ho avuto anche un problema al ginocchio che mi ha costretto a stare fuori per un po’. Anche per la squadra non sono stati mesi facili, la salvezza è stata parecchio sofferta. Poi dall’estate successiva è arrivata la svolta con mister Baldini e in città è tornato quell’entusiasmo che si era perso un po’ nelle stagioni precedenti. Ricordo lo stadio sempre pieno, e in particolare quella sera per i playoff contro la Pistoiese. Una bella emozione”.

Remondina, Danesi, Firicano e Baldini. Quattro allenatori diversi sulla panchina azzurra che immagino abbiano segnato il tuo percorso di crescita…
“Di Remondina non posso che avere un ricordo molto piacevole perché quell’anno abbiamo vissuto una stagione difficile ma importante al tempo stesso. Il mister dopo la partenza di Infantino mi ha dato tanta fiducia e mi ha insegnato molto. Dispiace che sia fermo da qualche anno, è molto strano, perché è un grande allenatore. Con Danesi alla fine ho lavorato poco, giusto un mesetto, prima del suo esonero. Ma devo ringraziarlo perché so che mi ha voluto tanto e in quel mese mi ha fatto giocare anche diverse partite. Poi è arrivato Firicano, con cui abbiamo lavorato bene fino ad ottenere finalmente la salvezza ai playout. E infine Baldini. Quando mi ha chiamato a settembre ero a Cava dei Tirreni a fare allenamento. Era un sabato, e il lunedì successivo ero già qui a Carrara. E’ stata una vera sorpresa che mi ha fatto molto piacere. Anche l’anno in cui giocavo ad Albissola mi chiamava spesso, e mi aveva chiesto addirittura la maglia”.

A proposito di Albissola, quell’anno come Ds avevi un “carrarino”, Andrea Mussi.
“Esatto, e devo ringraziarlo. Probabilmente mi aveva seguito nelle mie precedenti esperienze a Carrara e mi ha voluto con sé. In Liguria è stata un’annata positiva terminata con una bella salvezza. E anche a livello personale è andata bene, sono andato a segno 9 volte”.

Torniamo a oggi. Domenica scorsa contro la Pergolettese è arrivata una brutta sconfitta. Se tu dovessi analizzarla, cosa credi non abbia funzionato?
“Purtroppo abbiamo preso due gol su due infortuni capitati a Daniel, perché alla fine stavamo giocando bene e avevamo creato anche qualche occasione da gol. Abbiamo subito questo contropiede che ha portato al loro vantaggio e poi poco dopo il raddoppio. Adesso però non dobbiamo più pensarci. Abbiamo la testa a Como, altra partita importante e soprattutto complicata. In settimana comunque abbiamo lavorato sulle cose da migliorare. Alla fine rimane questa la chiave per superare le difficoltà: il lavoro”.

Faccio a te la stessa domanda che ho fatto anche a Saveriano (Infantino). Come è stato ritrovarlo dopo 5 anni e che rapporto c’è tra di voi, considerato anche che essendo due giocatori dello stesso ruolo ci potrebbe essere anche della sana rivalità tra voi…
“Con lui ho sicuramente un bel rapporto, ci conosciamo da tanti anni e, comunque, anche durante gli anni in cui non ci siamo visti ci siamo seguiti a vicenda. E’ una grande persona, di cuore, e un grande giocatore.  Tra di noi non c’è rivalità. Anzi, ogni tanto ci consigliamo in allenamento su quali movimenti fare e quali non fare. E’ un rapporto di amicizia leale”.

Uno sguardo ai prossimi mesi. Pensi che sarà un campionato aperto fino all’ultimo?
“Spero di sì. Dobbiamo cercare di fare tre vittorie da qua a Natale e poi a gennaio ripartire ancora meglio. Penso che riuscendo a fare un bel filotto potremo dire veramente la nostra. Il Renate è una buona squadra e la conosciamo, però c’è anche la Pro Vercelli. Alla fine credo che sì, sarà in campionato abbastanza aperto e il destino è nelle nostre mani. Dobbiamo migliorare quei piccoli meccanismi su cui ancora stiamo facendo fatica. Questo campionato lo vince chi non molla. Si gioca spesso, e anche quello fa la differenza. Io sono fiducioso. Guardiamo sempre avanti, a cominciare da sabato”.