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«Grazie alla dirigenza e ai “carrarini”: mi hanno fatto il regalo più bello»

Silvio Baldini ai microfoni del podcast "Un sogno nel cuore" racconta i momenti più belli e più brutti sulla panchina azzurra: “Lo scorso anno il miglior risultato, ma anche la stagione più tribolata. L'emozione più grande? Il primo anno a Pisa..."

CARRARA – Non lo aveva fatto finora. O, in ogni caso, non in maniera esplicita. Silvio Baldini, intervistato da La Voce Apuana per il podcast di Carrarese Calcio “Un sogno nel cuore”, è tornato su quel pomeriggio di un anno fa a Gorgonzola quando, dopo la sconfitta della Carrarese contro l’Albinoleffe, aveva deciso di prendersi una breve pausa, lontano dalla panchina azzurra. Molti si interrogarono sulle ragioni di quel gesto, salvo poi portarlo in fondo alla lista delle riflessioni già sette giorni dopo, con quell’abbraccio da parte dei suoi ragazzi dopo il gol di Cardoselli alla Pro Vercelli. Perché “vincere aiuta a vincere”, e in effetti da quella partita in poi il percorso della Carrarese prese un’altra direzione. Ma soprattutto, vincere aiuta ad archiviare la sofferenza e la delusione. Non per una sfida finita male, ma per il timore di aver perso il comando.

Silvio Baldini non è uno che scappa alla prima difficoltà, ma è un uomo che crede in un sistema di valori, con la straordinaria capacità di farli condividere a chiunque entri in contatto con lui. “Ho sempre cercato – racconta – di mettere alla base del gruppo le emozioni e la consapevolezza che quando si vince, non vinciamo solo noi come squadra, ma facciamo vincere una città e una cultura. E trasmettere questo tipo di idea è la cosa più difficile. L’anno scorso i miei giocatori erano bravi ragazzi, ma probabilmente ad alcuni di loro interessava solo il risultato. Chi viene alla Carrarese, invece, deve capire che il risultato è l’ultima parte del percorso. Prima vengono certi ideali, il sapere che rappresenti gente che non può giocare, ma soffre per te. Noi, rappresentando i tifosi e la cultura della città, abbiamo un impegno che è più molto più grande di un risultato”.

“Lo scorso anno il miglior risultato, ma anche la stagione più tribolata”
La passata stagione è stata la migliore dal ritorno di Baldini sotto le Apuane dal punto di vista del risultato finale, con il secondo posto in classifica, la semifinale playoff a Bari e il pass alla finalissima sfumato soltanto al 119esimo minuto dei supplementari. “Sì, ma è stata anche la stagione più tribolata” – ammette Baldini -. Avevamo un gruppo in cui c’erano tanti giocatori forti, ai quali però del sogno della Carrarese interessava relativamente. Alcuni mettevano in discussione il fare colazione alla mattina, altri i troppi allenamenti. E tutte queste cose mi hanno portato alla fine a prendermi una piccola pausa di tre giorni. Non sopportavo che quello che io avevo creato fosse messo in discussione da persone che erano sì brave a giocare a calcio, ma non capivano perché io allenassi gratis, o che questa città era 70 anni che non vinceva. Quello che dovevamo fare era andare oltre il risultato”.

“Quel pomeriggio a Gorgonzola? Il peggior momento in tre anni”.
Baldini non ha dubbi. Quel pomeriggio, dopo la sconfitta a Gorgonzola contro l’Albinoleffe, è stato per lui il momento peggiore. “Veramente ho provato vergogna a stare seduto su quella panchina a guidare una squadra che non era una squadra. Allora mi sono preso quella pausa, e lì sono stati bravi i dirigenti a ribaltare le cose. E questo è stato il regalo più bello che potessi incontrare nel mio percorso da allenatore, perché mi hanno fatto sentire prima uomo e poi allenatore”. Non mancano poi i ringraziamenti alla tifoseria, quella che lui suddivide in “carrarini” e “carraresi”. “I carrarini – spiega – sono quelli che mi giudicano non per i risultati, ma per quello che rappresento quando scendo in campo per la loro città. I carraresi invece sono persone che vogliono bene alla Carrarese, ma hanno la fragilità di farsi trascinare da 20/30 soggetti che hanno solamente l’animo cattivo e aspettano che le cose vadano male perché in quel momento hanno una realizzazione di loro stessi. E questo a me dispiace, perché la Carrarese ha bisogno sia dei carrarini che dei carraresi”.

“Quest’anno siamo tornati a sognare”
Le colazioni e i pranzi insieme, le doppie sedute di allenamento, la compattezza e l’intesa in campo. Sono tanti gli elementi che quest’anno confermano il ritorno allo “spirito da sognatori” che aveva segnato la prima stagione, quella che, secondo Baldini, ha regalato le emozioni più forti. “Il primo anno avevamo una squadra di tanti ragazzi sconosciuti ma che sono riusciti a far sognare una città intera. Perché quella sera che vincemmo 5-0 con la Pistoiese, ai playoff, eravamo tutti convinti di poter andare lontano. Quell’anno perdemmo a Monza 4-0, ma la gente ci applaudì. Perdemmo 5-0 ad Alessandria, e la gente ancora ci applaudì. E dopo quella sconfitta, nel giro neanche di 10 giorni, facemmo tre vittorie, a dimostrazione che quando le persone hanno dei valori importanti, possono ribaltare le difficoltà e venirne a capo”.

E’ sempre in quella stagione che Baldini conserva il suo ricordo più bello sulla panchina azzurra. “Dopo il 5-0 ad Alessandria siamo andati a giocare a Pisa in uno stadio stracolmo, c’erano quasi 10mila persone, e abbiamo vinto 2-0 facendo una partita che solamente una squadra di grande spessore può fare. Quella sera è stato tutto perfetto”.