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«In campo l’allenatore, fuori un amico. Ecco come mi godo il mio sogno»

A 5 giorni dall'inizio dei playoff Silvio Baldini torna a rivolgersi ai tifosi: «Chi esterna negatività deve capire che sta sbagliando»

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“Io a i miei sogni non ho mai rinunciato. Quando mi sono messo a fare l’allenatore tutti erano convinti che non ce l’avrei fatta, perché non ero molto bravo a giocare a calcio. Non capivano che la cosa importante è saper sviluppare idee per aiutare chi deve scendere in campo”. Sincerità ed emozione negli occhi di Silvio Baldini che, a meno di una settimana dall’inizio dei playoff, terminato l’allenamento serale del martedì, torna a rivolgersi ai tifosi della Carrarese. Lo fa con la trasparenza che lo contraddistingue e con la gioia di chi in quello che fa trova la sua dimensione ideale. “Sono arrivato in serie A, ho realizzato il mio sogno, e l’ho fatto grazie ad alcune persone che non ci sono più ma che mi hanno sempre dato la forza di non arrendermi. Perché la prima regola è “non arrendersi”, la seconda è “non dimenticarsi mai la prima”.

Lo spirito del sognatore. Questo è quello che l’allenatore della Carrarese chiede al suo pubblico, un pubblico che, dice Baldini, “è fatto per l’80% da carrarini e per il 20% da carraresi”. “I primi sono quelli che mi hanno spinto a credere in questo sogno, ad allenare gratis, a vivere insieme a loro. I secondi non sono malvagi, sono persone che a loro modo vogliono bene alla Carrarese, però vanno sempre a cercare la polemica. Non esternano affetto, ma negatività. Non sanno accettare la sconfitta e ogni situazione che può capitare. In realtà uno può essere felice anche nelle difficoltà, perché può trovare nell’amicizia e nella famiglia quegli affetti che aiutano a superare il momento difficile. Io in questa città ho moltissimi amici che quando le cose non vanno bene, siccome sono “carrarini”, non partecipano alla polemica, ma si mettono da parte. Che non significa abbandonare, ma vuol dire non scendere a quel tipo di discussione che porterebbe il popolo a dividersi. E questo non deve succedere, perché bisogna essere sempre uniti. Chi esterna negatività deve capire che sta sbagliando, perché se nella vita trovasse persone che lo aiutino cercare sempre il positivo, vivrebbe le difficoltà in maniera diversa”.

Sulla squadra poi, in preparazione da un mese ormai, il tecnico confessa: “Mi dispiace che manchi poco alla partita, perché vedendo come stanno lavorando questi ragazzi e come stanno vivendo il loro lavoro, mi piacerebbe essere all’inizio del campionato. La mattina quando vengo al campo mi godo questo sogno, il sogno di vedere la Carrarese realizzare sul campo le vittorie che possono portarla in serie B. Lo dico senza scaramanzia. Guardo loro, e vedo che stanno facendo cose che in tutto l’anno non sono riusciti a fare. Probabilmente sono talmente concentrati e convinti che le loro qualità tecniche emergono ancora di più. E’ un piacere allenarli e vivere con loro, scherzando e facendo battute. Mi piace essere in campo l’allenatore e fuori un loro amico. Non c’è nemmeno da parte loro la paura di mancare di rispetto, ed io li sento come fossero miei figli. Sono ragazzi educati, sentono che io sono qui per aiutarli e mi ascoltano. E’ una sensazione bellissima”.

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