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Appuntamento con la storia: la Massese del record

Sesto appuntamento amarcord per gli appassionati bianconeri. Questa volta vi raccontiamo dello strepitoso record della Massese di Vieri Rosati

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Alla fine degli anni ’60 il calcio a Massa è finalmente tornato a far battere i cuori. Dopo anni di delusioni la ritrovata Serie C e una dirigenza dall’occhio lungo fanno sognare una città intera che nel mezzo del boom economico sta finalmente uscendo dalle macerie del dopoguerra ed espandendosi con entusiasmo. Entusiasmo che travolge anche gli spalti del nuovo “Degli Oliveti”, sempre più gremiti di tifosi ormai abituati ad un calcio sopraffino deliziati da giocatori del calibro di Giorgio Chinaglia.

Già, proprio quel Giorgio Chinaglia aveva calcato il prato del nuovo impianto comunale nella stagione ’66-’67, dopo essere stato rifiutato dalla Carrarese, come punta di diamante di una rosa costruita per stupire. Le premesse non vennero però rispettate e quella Massese non andò oltre il settimo posto figlio di un grande rendimento interno, ma di un altrettanto pessimo ruolino di marcia lontano dalle mura amiche (1 sola vittoria in 17 partite). Una costante nella storia bianconera. Come se la squadra non riuscisse ad allontanarsi dai propri tifosi, così caldi quanto severi. Come se l’ombra delle Apuane rappresentasse un punto di riferimento imprescindibile una volta scesi in campo.

Il deludente, si fa per dire, settimo posto accompagnato dalla cocente sconfitta in ambito politico porta il presidente Angelo Tongiani a dimettersi. Torna un po’ di paura. Tongiani è il presidente che ha tirato fuori la Massese dalle sabbie mobili della Quarta Serie scortandola ecletticamente fino alle luci della ribalta. Il presidente della svolta, che ora se ne va. Ma il calcio è diventato qualcosa di importante nel capoluogo apuano e non passa molto tempo prima che Luciano Andreani, Annibale Orsi e Gilforte Piccinini formino una sorta di triumvirato per prendere momentaneamente le redini della società e consegnarla, intatta, nelle mani di qualcuno intenzionato a fare del bene. Quel qualcuno c’è già e negli anni passati aveva ricoperto il ruolo di vice presidente. Sarà il più amato nella storia della Massese e il motivo è facile da intuire: nell’estate del ’67 alla presidenza della Massese arriva Vieri Rosati.

La stagione ’67-’68 rimane comunque condizionata negativamente da tutti i cambiamenti in seno alla società e dopo la partenza del pezzo da 90 Giorgio Chinaglia, salutano Massa anche Rolla e Montepagani. La squadra, rimaneggiata, parte comunque bene e alla terza giornata affonda la Carrarese davanti ai 5000 del “Degli Oliveti” con un netto 4-2 dopo aver fallito ben due calci di rigore: il primo da Galassin al 13′ e il secondo da Ciruel al ’60.
Le cose però iniziano a girare male e alla sedicesima giornata la Massese si ritrova ultima in classifica. Sembra l’inizio della fine, ma si rivelerà essere l’inizio della leggenda.
Nel girone di ritorno la Massese colleziona 20 punti, pareggia a Carrara il secondo derby della stagione e si piazza al tredicesimo posto della classifica che vale una tranquilla salvezza.
I tifosi possono gioire: i bianconeri continueranno a giocare la Serie C mentre i rivali di oltrefoce no. La Carrarese chiude infatti ultima e retrocede in Serie D. Dovremo aspettare 10 anni prima di un nuovo derby del marmo quando nel ’78-’79 Massese e Carrarese si reincontreranno nel Girone A della Serie C2.

Con Vieri Rosati, figura emergente del panorama economico apuano, la Massese ha continuato a solcare la strada percorsa con Tongiani. Nuovi giovani di grandi speranze continuano ad arrivare a Massa. Uno su tutti Fracesco Zana che sarà una vera e propria bandiera della squadra e che collezionerà 216 presenze in casacca bianconera.

La stagione ’68-’69 vede tornare sulla panchina della Massese Umberto Pinardi. Il tecnico parmigiano costruisce una squadra esperta e solida, che punterà tutto su una difesa arcigna e impenetrabile.
Sarà la Massese dei record. La squdra di cui tutta Italia sentirà parlare durante la Domenica Sportiva di Enzo Tortora. Sì, perchè sebbene in attacco fatichino ad arrivare le reti, dietro è stato costruito un vero e proprio muro. Dal 64′ della sesta giornata d’andata, contro il Rimini al “Degli Oliveti”, al 2′ della seconda giornata di ritorno, contro il Forlì a Massa, i bianconeri non concederanno neanche un gol. 1288 minuti senza concedere una rete agli avversari, senza che il portiere Trevisan debba raccogliere la palla in fondo alla rete.
Ogni domenica tutti gli italiani vengono aggiornati sulla “Massese del record”. I bianconeri sono sulla bocca di tutti. Vieri Rosati viene addirittura invitato alla “Domenica Sportiva” e l’attenzione mediatica attorno alla squadra è tale da far spostare la sede delle società in Via Salle, per trovare un luogo più adatto.

La Massese chiuderà al secondo posto. Solo l’Arezzo negherà il sogno della Serie B alla città. Il campionato si decide il 7 maggio 1969,proprio ad Arezzo davanti a 15.000 spettatori, quando i bianconeri non riusciranno ad incidere con un attegiamento troppo timido e timoroso prima che un’indecisione di Trevisan su un calcio piazzato consegni vittoria e Serie B agli aretini.

Ma è solo l’inizio dell’epoca d’oro del calcio massese. Non passerà molto, solo un anno, prima che la Massese riesca a coronare il sogno Serie B. La città è sempre più innamorata di quei colori. Il calcio è sempre più spettacolare e gli spalti sempre più calorosi. E in questi tempi così difficili in cui pensare a 10.000 persone affollate su una tribuna è quasi utopia, soprattutto in una piazza demoralizzata come quella di Massa, vogliamo sognare di rivedere presto quello stadio così pieno per sentire ancora una volta il cuore massese battera all’unisono. Come in quegli anni.

In foto, presa dal libro “La Storia della Massese” di Rinaldo Mercanti (Type Service, Massa. 1990), il presidente Vieri Rosati consegna ad Enzo Tortora il gagliardetti della Massese duranta la trasmissione “Domenica Sportiva”.

NICOLA BONGIORNI

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