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Dilettanti, possibilità di ripartire sempre più lontana

Le società delle categorie minori non hanno soldi e strumenti per assicurare la ripartenza degli allenamenti seguendo il "famigerato" protocollo

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“Dal 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti degli atleti professionisti o di interesse nazionale che praticano sport individuali mentre per gli sport di squadra bisognerà aspettare il 18 maggio”. Queste sono state le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di domenica sera, quando ha illustrato il contenuto dell’ultimo Dcpm. Quanto al campionato di Serie A il premier ha aggiunto: “Nulla ancora è deciso”. La serie A conta molto sul protocollo sugli allenamenti stilato dalla Commissione medico scientifica della Federcalcio”.

Nella stessa serata il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, ospite da Fabio Fazio, è entrato nell’argomento affermando: “Sì, ma nella misura in cui arriviamo al 18 maggio in condizioni di sicurezza… La FIGC ha presentato un protocollo: ieri sera il comitato tecnico-scientifico ha valutato che non è sufficiente e ha richiesto approfondimenti. Solo quando arriveranno potremo dire se riparte o no”.

Dunque il protocollo che farebbe dare l’ok per la ripresa della Serie A va corretto ed ultimato e i massimi organi federali sono a lavoro per farlo (ricordiamo che il Protocollo iniziale prevede norme molto rigide sulla sanificazione di tutte le strutture in cui risiederanno squadre, staff tecnico e personale extra-sportivo, esami e tamponi prima degli allenamenti, di evitare assembramenti anche laddove è più difficile, niente contatti con l’esterno, rilevazione quotidiana della temperatura ecc…).

All’indomani del discorso di Conte, si è pronunciato anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina che in merito al “famigerato” documento chiarisce: “La Commissione medico scientifica della Figc ha stilato un protocollo molto rigoroso, come hanno fatto tutti gli altri settori che ambiscono alla ripartenza; ma siamo pronti ad integrarlo e a modificarlo recependo le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l’Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto. Una volta migliorato, ci potranno essere tutti i presupposti per il via libera definitivo al 18 maggio”.
Gravina ha anche annunciato di aver convocato il consiglio federale per l’8 maggio, al termine del quale probabilmente ne verranno enunciate le modifiche.

Le perplessità sono dunque ancora molte, ma per quanto riguarda la massima serie non ci sono dubbi, il campionato riprenderà. Per le serie minori, anche professionistiche, i problemi invece ci sono, legati soprattutto al rispetto del protocollo: molte società soprattutto in Serie C sarebbero in difficoltà nel rispettarlo.

Sicuramente il problema rischia di essere ingestibile per le società di Serie D e insormontabile per Eccellenza e Categorie. E’ lampante che le società dilettantistiche non hanno i mezzi economici e gli strumenti per fare in modo che i tesserati vengano sottoposti a controlli sanitari, gli impianti siano sanificati, si evitino possibilità di contagio e si organizzino maxi ritiri senza contatti con l’esterno.

A confermare tutto ciò il presidente della LND, Cosimo Sibilla che ai microfoni di “Domenica Sportiva” ha dichiarato: “Non ci sono le condizioni per poter rispettare il protocollo che pone determinati paletti per permettere ai campionati dilettantistici di tornare in campo. Per questo siamo in attesa di un ulteriore documento… La possibilità di non ripartire è un rischio concreto che mette in pericolo tanti giovani ed adolescenti. Ci appelliamo al Governo, non solo al Ministro dello Sport, ma anche a quello dell’Economia e al Presidente del Consiglio affinché ci siano vicini”.

A conclusione di tutte queste dichiarazioni si capisce che per i dilettanti sarà molto dura ripartire, servirebbe un miracolo tramite quell’ulteriore “documento” (se mai verrà stilato) di cui parla Sibilla o importanti e immediati aiuti economici per mettersi in sicurezza (soluzione più che utopica). La speranza è l’ultima a morire e finchè non sarà ufficialmente dichiarata la conclusione anticipata, per “noi” delle categorie inferiori non rimane altro che continuare a crederci, ma visti i tempi e le dichiarazione fatte dai massimi organi l’epilogo sembra ormai scontato. Per capire cosa succederà in caso di mancata ripartenza si entra in un altro lungo e intricato ginepraio.

GIANLUCA MATELLI

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