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Lettere al direttore

«Mio figlio escluso inspiegabilmente dall’Estate Ragazzi»

Il pannolone potrebbe essere la causa che ha determinato la perdita del diritto all'animazione estiva

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    Di seguito la testimonianza di una mamma residente a Carrara. La donna, madre di un bambino di 3 anni, racconta la spiacevole esperienza che ha vissuto con la società Nausicaa, alla quale si era rivolta per iscrivere il figlio all’estate ragazzi.

    “Gentile redazione,
    vi scrivo per mettere in rilievo un fatto spiacevole che mi è accaduto con la società Nausicaa. Ad inizio giugno ho deciso di iscrivere mio figlio di 3 anni all’estate ragazzi organizzata dal Comune. Nel bando c’era scritto che avrebbero potuto iscriversi bambini tra i tre e gli undici anni compiuti. Dopo aver chiesto conferma anche all’ufficio di via Solferino, ho pagato il bollettino di ben 390 euro entro i tempi richiesti. Il 27 giugno, è stata pubblicata la lista dei bambini accettati e di quelli invece che non erano stati presi. Con mia grande delusione ho visto che mio figlio era nel numero degli esclusi”.

    “Ho chiamato subito l’ufficio preposto e mi hanno detto che avevo ragione, che non se lo aspettavano nemmeno loro, ma che la decisione era stata presa dai “piani alti”, perché il problema era che il bambino avrebbe dovuto aver già frequentato il primo anno di scuola dell’infanzia e non avere più il pannolone. Il bando però non prevedeva queste clausole, l’italiano lo so ancora leggere per fortuna! Così mi sono ritrovata all’alba del 28 giugno, a dover cercare di corsa un altro campus e a pagare immediatamente altri 390 euro di iscrizione.
    Sono certa che il Comune mi rimborserà la cifra, ma intanto tra l’uno e l’altro campus mi sono trovata a spendere 780 euro in un mese. Mi chiedo come avrei fatto se non avessi disposto di tale cifra nell’immediato. Mi sarei trovata senza un posto dove mandare mio figlio all’ultimo minuto?!”

    “Questa è la serietà del Comune? Mi aspettavo un altro tipo di atteggiamento sinceramente. Quando al telefono ho detto all’impiegato che così facendo mi avevano lasciato nella “merda”, testuali parole, all’ultimo momento, mi è stato risposto che erano dispiaciuti ma la decisione non dipendeva da loro. Rimbalzandosi così la colpa a vicenda…
    No comment”.

    I.R.B.

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