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Carrara perde il reparto endocrinologico. Asl declassa la struttura, Ferri chiede un rapido ripensamento

CARRARA – Con il pensionamento della dottoressa endocrinologa e medico nucleare ospedaliero, Giulia Manfredini, si è aperto il temuto scenario del depotenziamento e declassamento della struttura endocronologia e osteometabolismo del Centro Polispecialistico “Achille Sicari” di Carrara. È del primo giugno, infatti, la delibera 547 del direttore generale Maria Letizia Casani, che dispone di “modificare la denominazione della Sezione Endocrinologia e osteometabolismo Massa Carrara in Sezione Malattie della tiroide e osteometabolismo, collocando la struttura alle dipendenze della UOC Medicina Nucleare di Massa-Carrara”.

Ciò comporta due risultati: uno positivo, poiché il trasferimento della struttura di endocrinologia sotto la medicina nucleare di Massa consentirà la ripresa delle attività della MOC presso il Moniblocco che erano ferme da aprile; uno negativo che si traduce nel declassamento della struttura stessa a centro tiroideo con lo spostamento di fatto dell’ambulatorio endocrinologico da Carrara alla Lunigiana.

Per fare chiarezza: prima del pensionamento della dottoressa Manfredini, la Struttura di endocrinologia poteva occuparsi con prestazioni ambulatoriali e di laboratorio di tutte le malattie delle ghiandole endocrine ed anche di osteoporosi. A seguito della delibera, invece, la struttura di endocrinologia può occuparsi solo delle malattie tiroidee, subendo di fatto un declassamento nelle prestazioni poiché nell’organico della medicina nucleare non è presente alcun endocrinologo. Pertanto, un paziente che richiede una visita endocrinologica non potrà più farla al Monoblocco ma dove recarsi in Lunigiana.

“Con questa delibera – spiega Ferri – viene ridotta l’importanza professionale del reparto di Carrara. È grave che la Asl non abbia saputo programmare la sostituzione del medico endocrinologo: la città perde il reparto endocrinologico extra-tiroideo. Auspico in un rapido ripensamento nell’interesse dei cittadini ed in un cenno della politica”. Alternativa a questa situazione sarebbe stata il trasferimento dell’endocrinologia nell’Area Medica di Massa: ciò avrebbe permesso di ricostruire un reparto con due medici. Ed è quando Ferri aveva chiesto proprio alcuni giorni fa alla direzione aziendale.