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Carrara, modificato il regolamento del Consiglio comunale senza i voti dell’opposizione

Il gruppo di maggioranza ha cassato la proposta conciliativa del presidente Michele Palma e va avanti da sola

CARRARA – Colpo di scena in Consiglio comunale a Carrara: sull’argomento della modifica del regolamento del Consiglio «che deve essere di tutto il Consiglio», secondo le parole stesse del presidente Michele Palma, non trovando la quadra tra minoranza e maggioranza, Palma propone un passo indietro della maggioranza per arrivare a una soluzione condivisa, ma la maggioranza pentastellata cassa la proposta e decide di tirare dritto approvando la modifica del regolamento senza l’unanimità.

Cambia quindi il regolamento comunale che nelle intenzioni del presidente del Consiglio Palma doveva essere frutto della volontà unanime dell’assise, da lasciare in eredità ai successori con cui si introduce il voto elettronico, si adegua il contenuto del regolamento alla normativa in chiave di ammodernamento (per esempio si toglie il riferimento alle circoscrizioni che non ci sono più, si toglieranno gli articoli 25 e 26 su decadenza e sospensione perché l’articolo 58 del Tuel da cui discendevano è stato abrogato) e si introduce il Consiglio comunale in videoconferenza e in modalità mista (la possibilità in presenza e la possibilità da remoto per la stessa seduta).

«Un iter iniziato tra il 2019 e il 2020 – riassume e introduce il tema Palma – poi fermatosi nel febbraio 2020 con l’inizio della pandemia quando si era deciso che non era opportuno discutere con un contenuto così divisivo in video conferenza. Nel frattempo c’è stata un’altra novità: sono stati affidati i lavori di rifacimento del nuovo impianto che inizieranno dopo il 15 maggio: questo impianto prevede la votazione in forma elettronica, con pulsante e non più per alzata di mano e che permette l’identificazione del consigliere sia in presenza sia in remoto. Oggi che non c’è più l’emergenza il Consiglio  non potrebbe più avvenire da remoto perché non lo prevede il regolamento: con questa modifica il Consiglio potrà svolgersi anche da remoto. E’ stata tolta la componente politica, quella più divisiva sulla gestione delle interrogazioni e della composizione dell’ordine del giorno, non si vuole imporre una visione».

Cristiano Bottici, consigliere Pd non concorda però sull’articolo 49 comma 8 che prevede la possibilità per il consigliere di partecipare al Consiglio da remoto su autorizzazione: « Si rischia la discrezionalità: a qualcuno potrebbe essere concessa la partecipazione da remoto e a qualcun altro no. Chi lo decide? Non c’è oggettività, non vengono codificati i casi in cui è possibile partecipare da remoto. Questa norma ha un’implicazione politica: a seconda della forza politica si potrebbe dire sì a un consigliere e no a un altro. Se invece si ammette il remoto per qualsiasi consigliere allora è un’altra cosa. Noi proponiamo in presenza e in caso di necessità da remoto per tutti».

Barbara Bertocchi fa notare che sarebbe la capogruppo a decidere. «Ma se la capogruppo si fa una settimana prima del Consiglio e la necessità si verifica il giorno prima del Consiglio?» ha sottolineato Bottici. Sia il consigliere Giovanni Montesarchio che il sindaco Francesco De Pasquale hanno fatto notare come in altri enti, dal Consiglio provinciale, all’Anci, alla regione Toscana alla Conferenza dei Servizi, Gaia, Rete Ambiente, Autorità idrica questa possibilità è attiva: « Parlo per esperienza diretta-interviene De Pasquale- partecipo a vari organismi regionali e locali ed è stabilito dal regolamento di poter partecipare da remoto o in presenza: per chi ammalato, per chi ha i bimbi, agevola e consente di partecipare da remoto. E’ una opportunità da non lasciarsi sfuggire».

Andreazzoli: «C’è differenza tra ente citati e il Consiglio comunale. Noi parliamo tanto di partecipazione: essere in presenza è importante anche verso chi viene ad ascoltare. Il Consiglio comunale in remoto lo vedo riduttivo per quanto riguarda la partecipazione vera: io lo vedo in presenza con un contatto diretto e chiaro. Anche l’attenzione da remoto è inferiore. E per quanto riguarda i casi autorizzati, concordo con Bottici: chi decide? Il Consilio comunale è bello in presenza, se questo fosse stato on line lo avremmo già finito da un pezzo, si segue meno. Se si riesce a trovare la modalità per individuare i casi eccezionali che legittimano al remoto per me non ci sono problemi».

A questo punto della discussione Palma ha suggerito una via di uscita istituzionale: «Propongo un emendamento per togliere il comma 8 che disciplina la modalità mista. Questo deve essere un regolamento di tutto il Consiglio, in eredità al prossimo»  ha ricordato il presidente del Consiglio. E’ a questo punto che il consigliere pentastellato Montesarchio ha chiesto di sospendere per 5 minuti la seduta allo scopo di trovare un accordo. Ed è 5 minuti dopo che Palma dichiara: «Dopo il consulto la maggioranza ha deciso di votare la proposta così com’è uscita dalla commissione vale a dire con il comma 8 e la forma mista». «Dispiace non ci sia l’accordo: noi andiamo avanti» ribadisce Montesarchio.

«Io faccio parte della commissione – ha accusato Roberta Crudeli capogruppo del Pd in Consiglio – e gli accordi non erano questi! Non c’eravamo lasciati così ma dicendo che avremmo portato il comma 8 in aula e che avremmo parlato con i rispettivi gruppi. Qua non si vuole trovare un punto di incontro. Io uscirei anche dall’aula! Questo è l’ultimo Consiglio e avete dimostrato fino in fondo chi siete: siete la maggioranza e decidete da soli sempre. Gli accordi non erano questi!». «C’era un invito istituzionale da parte del presidente del Consiglio: è disatteso anche l’appello del presidente. Resto perplesso» ha commentato Cristiano Bottici.