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Azione U30: «A Massa e Carrara mala-movida, problemi di decoro e incapacità nel gestire gli eventi»

«Crediamo fortemente in un intervento strutturale in materia di sicurezza e nella cura di ciò che ruota attorno all’individuo, promuovendo in questo modo legalità, senso civico e divertimento»

CARRARA – Il tema della movida per la nostra zona assume spesso due accezioni: se da una parte il divertimento notturno è parte integrante tanto della tradizione della Versilia quanto di quella massese-carrarese, dall’altra esso si pone al centro del dibattito politico tra chi lo associa al degrado in un binomio inscindibile, e chi non vuole vedere le criticità esistenti, anteponendo alla sicurezza la necessità di preservare l’economia che vi ruota attorno.
Innegabile che il fenomeno della cosiddetta mala-movida, quale problema di sicurezza, vandalismo e decoro pubblico, esista e debba essere affrontato concretamente dalle amministrazioni locali.

«Tuttavia – spiega AzioneU30 – le attenzioni riposte dalle giunte comunali si sono limitate soprattutto nell’arginare le conseguenze dovute a una costante assenza di prevenzione. Ancora stentano a vedersi progetti d’ampio respiro a riguardo, che cedono invece il passo a sterili slogan, a miopi decisioni politiche e ad un immobilismo generalizzato; si pensi sia all’amministrazione di Persiani, che per limitare episodi di degrado nel centro città ha fatto ricorso ad un’ordinanza di chiusura dei locali a mezzanotte, penalizzando la socialità e l’economia, sia a quella pentastellata di Carrara, completamente noncurante e paralizzata di fronte a tale tematica.»

«L’assenza di un sistema di videosorveglianza nelle zone più interessate – proseguono i rappresentanti – vanifica l’operato delle forze dell’ordine, che non possono in questo modo rendere effettiva l’inaccessibilità in date zone dei soggetti destinatari di Daspo urbano (misura di sicurezza introdotta per situazioni degradanti e pericolose per l’ordine pubblico) e, pattugliando solo il fine settimana (a Massa), non possono garantire per gli altri giorni lo stesso servizio. Anche la necessaria concessione di maggior suolo pubblico ad esercenti di bar, in talune zone dei centri cittadini, ha contribuito a concentrare il flusso di persone aumentando inevitabilmente il tasso alcolico delle serate nel fine settimana, non potendo che incidere su situazioni che talvolta risultano difficilmente gestibili dalle sole forze dell’ordine. Inoltre, la crescente concentrazione di persone in determinate aree delle zone più frequentate è sì merito del successo imprenditoriale di alcuni esercenti, ma anche conseguenza di un totale disinteresse delle amministrazioni a promuovere un differente modello di svago e a valorizzare certi luoghi pregevoli e ricchi di attività commerciali che, pur distanti di pochi metri, non godono dell’affluenza serale. Basti pensare a Piazza Menconi (Marina di Carrara), che ben si presterebbe a qualsivoglia iniziativa, ma che, anche d’estate, resta in preda al degrado.»

Infine, parlando di sicurezza: «non si può tralasciare il tema di quella stradale. Il movimento di grandi flussi di persone implica traffico che, combinato al modello di movida che sembra prevalere, incrementa il rischio di incidenti per guida in stato di ebbrezza, che periodicamente sfocia in tragedia. Dovrebbe essere nell’interesse dei Comuni la messa a disposizione del trasporto pubblico negli orari della movida, collaborando anche con le discoteche e le amministrazioni locali limitrofe, per garantire il diritto di ognuno a poter passare la propria serata senza compromettere la sicurezza di nessuno. Ma se il modello di movida che le nostre città propongono è quello della “notte brava”, complici sono anche le amministrazioni locali. Pur escludendo gli ultimi due anni di emergenza pandemica, è difficile ricordare un contributo attivo, tanto dal Comune di Massa quanto da quello di Carrara, finalizzato a ravvivare un panorama ricreativo piatto, se non inesistente. Con entrambi i maggiori teatri cittadini chiusi (Guglielmi e Animosi), e con la scomparsa delle già rare manifestazioni di spessore (pensiamo per esempio al Premio Lunezia, trasferitosi dal 2018 nuovamente ad Aulla), l’incapacità delle amministrazioni di creare le condizioni per rendere possibile l’organizzazione di eventuali festival ed eventi si sono rese evidenti: quello che emerge è un vero e proprio disinteresse da parte del comune ad offrire ai cittadini un modello alternativo per trascorrere il tempo libero.»

«Il paternalismo – concludono – non è mai stata la soluzione a fenomeni di questo calibro: Azione Under 30 Massa-Carrara crede fortemente in un intervento strutturale in materia di sicurezza e nella cura di ciò che ruota attorno all’individuo, promuovendo in questo modo legalità, senso civico e divertimento, per auspicare ad una soluzione sia nel breve che nel lungo termine.»