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Centro islamico all’ex mercato di via Bastione: cresce il fronte dei contrari

Da Forza Italia intervengono Stefano Benedetti e Sonia Castellini (Azzurro Donna). Il primo solleva una questione prettamente regolamentare, la seconda evidenzia i problemi di sicurezza per i cittadini

MASSA – Aumenta il fronte dei contrari alla decisione dell’amministrazione di Massa di autorizzare provvisoriamente un centro islamico nei locali dell’ex mercato di via Bastione. Dopo l’intervento di Fratelli d’Italia (qui), a nome di Forza Italia, intervengono Stefano Benedetti, presidente del Consiglio comunale, e Sonia Castellini, coordinatrice provinciale di Azzurro Donna. «Egregi – scrive Benedetti in una lettera indirizzata all’assessore Pierlio Baratta, al comandante della polizia municipale Fernando Della Pina – non entro nel merito della concessione dell’immobile ex mercato coperto di Massa, a una associazione musulmana come luogo di preghiera o dal punto di vista politico o per esporre le varie ragioni già sollevate in questi giorni da alcuni, ma solo per evidenziare un mancato rispetto della vigente normativa, ma anche una questione di opportunità e sensibilità rispetto ai cittadini sulla presenza sul territorio delle sale giochi e slot».

«Nel merito – aggiunge Benedetti – vi ricordo che il Consiglio comunale di Massa il giorno 4 giugno 2020, approvò alcune modifiche al “Regolamento Comunale per le sale giochi e l’installazione di apparecchi per il gioco”. Lo stesso stabilisce all’articolo 4 che è vietata l’installazione di sale giochi e spazi per il gioco con vincita in denaro, come da Legge Regionale n.57/2013, entro la distanza di 500 metri dai luoghi sensibili. Nel caso in cui la sala giochi sia già stata  presente in un sito, non è obbligata a spostarsi o a chiudere, ma certamente non potranno esserci delle nuove aperture.
Nel nostro caso la sala giochi/slot di via ex Crispi, è li da molti anni e dista circa 100 metri dallo stabile concesso dal Comune a una associazione per un periodo di trenta giorni a uso moschea. Quindi, è chiaro che la distanza tra il luogo di culto e la sala slot non rispetta la normativa, probabilmente per una mera dimenticanza o poca informazione da parte dei  tecnici del Comune, che, evidentemente, non hanno fatto questo tipo di valutazione che, ripeto, non può essere solo tecnica o normativa, ma soprattutto una questione legata all’opportunità e alla sensibilità rispetto al dramma della ludopatia, la stessa valutazione e motivazione espressa nelle sedi competenti, come le regioni e i comuni, che hanno deliberato la regola della giusta distanza delle sale dai luoghi sensibili».

«Una cosa è una situazione preesistente, quindi una sala vicina ad un luogo di culto prima di essere varata una legge, un’altra l’apertura di una delle due realtà dopo l’approvazione della stessa legge. La ludopatia deve essere prevenuta e combattuta e ciò non lo si fa solo con i fondi messi a disposizione dal governo e dalle Regioni o attraverso le Asl locali, ma anche controllando il territorio, verificando le varie situazioni e condizioni e soprattutto dal punto di vista amministrativo, evitando di favorire l’aumento di tale fenomeno come in questo caso. Quindi, la mia richiesta è quella di valutare attentamente la questione per arrivare a annullare la determina in oggetto e anche se la cosa si è svolta in un modo che sembrerebbe superare l’ostacolo della prescrizione normativa, rimane il fatto che oggi tra la sala slot e la moschea vi sono circa 100 metri di distanza, quindi 400 in meno di quelli previsti. Cosa cambia l’apertura di una sala slot in presenza di un luogo di culto o di un luogo di culto in presenza di una sala slot? Nulla, perché in ambo i casi non viene rispettata la distanza prevista dalla normativa e quindi deve prevalere la questione di sostanza più che quella la tecnica o di forma. Chiedo, inoltre – conclude Benedetti – di sapere se corrisponde al vero che l’area interessata era stata a suo tempo dichiarata inagibile e se in tal caso sia stata nel frattempo messa in sicurezza riacquistando quindi l’agibilità perduta.In foto l’immobile in oggetto».

Azzurro Donna: «Data l’autorizzazione senza un parere dei cittadini»

Abbiamo appreso questa mattina dai giornali che una determina dirigenziale (334 del 01/04/2021), ha concesso l’utilizzo degli spazi del mercato coperto ad una associazione islamica per tutta la durata del Ramadan (30 giorni). Da subito all’interno della struttura vengono alloggiati arredi e tappeti che serviranno alla comunità islamica per pregare e questo in uno stato in cui vige la libertà di culto è sacrosanto. Ciò che ci indigna e spaventa è altro: si è concessa questa autorizzazione senza sentire il parere dei cittadini, tantomeno si è pensato di sentire i Partiti della maggioranza ed ancora meno si è dato peso alle donne che vivono e lavorano nelle strade del centro storico di Massa. Adiacente alla struttura c’è uno dei pochi spazi in cui è consentito parcheggiare gratuitamente in città, noi le donne le abbiamo sentite e come loro le associazioni di categoria che sono preoccupate per le ripercussioni sulla sicurezza e sull’economia, già abbastanza precaria in questo momento. Nessuna di noi ha preconcetti ma abbiamo visto troppe volte come il branco faccia male, dobbiamo ricordare Colonia nel 2016 quando centinaia di giovani, agendo in piccoli gruppi, abusarono, anche a scopo di rapina di decine di donne? Dobbiamo ricordare i fatti di Milano in piazza Duomo? O la ragazza di Brescia?
Ebbene nel pieno centro storico di Massa, dopo il tramonto e fino a notte inoltrata avremo un centinaio (probabilmente anche di più) di persone, per lo più uomini stranieri, che si riverseranno nelle strade, uomini sicuramente senza cattive intenzioni, ma siccome la prudenza non è mai troppa, mi sembra che le donne siano legittimate ad avere paura visto che quantomeno quando parliamo di connazionali con cattive intenzioni, conosciamo la lingua e percepiamo prima il pericolo. Non ci è sembrata una decisione presa pensando ai cittadini ed alle cittadine del comune di Massa, eppure stiamo parlando dello stesso sindaco che ha chiuso le attività notturne in tutto il Comune per un problema di sicurezza, ora la sicurezza è garantita? Azzurro Donna auspica che si possa ripensare alla decisione e si possa trovare una destinazione differente perché il buono ed il cattivo stanno ovunque in qualsiasi etnia e religione, però non sottovalutiamo il fattore branco, aggiunto al fattore buio con insieme la limitazione dovuta alla lingua che non ci permette di individuare subito un possibile pericolo. Sindaco Persiani come mi ha personalmente detto, non basta una panchina rossa per fermare la violenza sulle donne, servono azioni a garanzia delle donne, per la sicurezza delle donne ed ora le donne non si sentono sicure.