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Lavoratori Sanac spazientiti lasciano il consiglio, Lega: «Ci si è persi in formalismi superflui»

Barotti: «Gesto che deve far riflettere. Quando è in ballo il futuro del territorio necessario mettere da parte le appartenenze»

MASSA – “Quello che conta in questo momento è che ciascuno che ricopra cariche istituzionali più o meno importanti si dimostri attivo concretamente e al fianco dei lavoratori nostri concittadini”. Così il gruppo consiliare della Lega dopo l’ultima seduta del consiglio comunale di Massa alla quale ha partecipato una delegazione di sindacati e lavoratori Sanac. “La situazione dell’azienda massese – ricordano dalla Lega – è critica, seppur sempre in evoluzione e in attesa di aggiornamenti importanti”.

I lavoratori, in consiglio, hanno letto un loro documento, sottoscritto poi da tutti i gruppi consiliari. “Dopodiché – spiegano dal carroccio – anche il Consiglio Comunale ha voluto attraverso un proprio documento rinnovare la propria vicinanza e l’impegno ad essere al loro fianco nella giusta battaglia per difendere il diritto al lavoro. Il tempo era poco, ma si è arrivati alla stesura e votazione di esso, che poi è stato approvato ad unanimità”.

“Purtroppo – puntualizzano dalla Lega – alcuni consiglieri si sono persi in discussioni tecniche su come andasse presentato il testo e questo ha fatto innervosire i lavoratori che hanno abbandonato l’aula. Il documento comunque è stato votato, ci si è persi un po’ in formalismi che capiamo perfettamente non siano comprensibili agli occhi dei lavoratori, e che in effetti anche per noi erano superflui. Ma al di là delle chiacchiere e dei documenti quello che conta in questo momento è che ciascuno che ricopra cariche istituzionali  più o meno importanti si dimostri attivo concretamente e al fianco dei lavoratori nostri concittadini. Lasciamo da parte le polemiche politiche per una volta, e ognuno faccia realmente la sua parte”.

Barotti: “Uscita dei lavoratori dal consiglio comunale deve far riflettere”
Sull’uscita dei lavoratori dal consiglio comunale, spazientiti dall’atteggiamento di maggioranza e opposizione, è intervenuto il consigliere di Arcipelago Massa Andrea Barotti. Un gesto, quello dei lavoratori, che secondo Barotti “deve far riflettere”. In alcuni casi, in particolare quando è in ballo l’economia del territorio, il futuro di un azienda, il
futuro di chi vi lavora, è necessario mettere da parte le appartenenze, i formalismi e guardare alla sostanza delle cose, al bene della comunità; credo che tutti i consiglieri siano mossi dal desiderio di offrire un contributo, ciascuno nei limiti delle proprie capacità, per costruire una città migliore, ma può accadere che l’ideologia continui a far vedere nell’altro un avversario, o peggio un nemico, quando le circostanze dovrebbero far capire che, navigando tutti sullo stesso mare, all’arrivo di una tempesta gli equipaggi abbandonano la gara e si aiutano per sopravvivere ai marosi”:

“Il voto unanime – fa notare il consigliere – il sostegno dell’assemblea al documento delle rappresentanze sindacali, la decisione di assumere ed aderire ad ogni iniziativa per difendere Sanac ed i suoi operai è un segnale positivo; una scelta doverosa che ha inteso ricucire uno strappo, certamente, non voluto. Credo che la classe dirigente sia chiamata, oltre ad esprimere solidarietà o far proprie le rivendicazioni di chi lotta per il posto di lavoro, ad offrire soluzioni e sia tenuta a rappresentare ai cittadini, ai lavoratori la verità; i politici debbono assumersi la responsabilità del proprio ruolo senza scaricare su altri demeriti, compiti e senza infondere speranze quando, purtroppo, non ve ne sono”.

Barotti chiede poi che si faccia maggiore chiarezza sulla vicenda, a partire dai piani alti: “Gli Onorevoli, membri di quella compagine che sostiene il governo Draghi, conoscono quale sia la posizione del ministro Giorgetti? ArcelorMittal Italia, di cui lo Stato è azionista (non credo sia il caso di ricordare l’impegno della mano pubblica per l’ex Ilva), acquisterà o meno Sanac? Sono in grado di avere un confronto, non a margine di una manifestazione, con il ministro e il presidente del consiglio? Era comprensibile, nella prima fase della crisi, una certa prudenza; erano accettabili i passi felpati, ma a distanza di tempo, con la clessidra che sta per esaurirsi, il nodo deve essere sciolto”.