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Massa Città in Comune attacca: «Master è solo uno spreco di denaro»

Il collettivo critico nei confronti della società che gestisce la riscossione dei tributi: «Spreco di denaro e risorse dei massesi che potrebbero essere utilizzate meglio per ridurre le diseguaglianze, che stanno aumentando a causa della pandemia Covid19»

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MASSA – «La sterile discussione sulla defenestrazione di Corrado Panesi, da presidente di Master, evita di affrontare il problema vero, cioè quello dell’inutilità attuale di una partecipata per la gestione della riscossione tributi». Si apre così la nota del collettivo Massa Città in Comune. Una nota in cui a venire attaccata è la gestione di Master.

«”Quelli di ora” continuano a mantenere il costo di Master a carico della cittadinanza in maniera identica a “quelli di prima”. La creazione di una società in house aveva senso vent’anni fa alla luce delle modifiche legislative nel settore e lo poteva avere dopo lo scandalo Massa Servizi. – continua la nota – Oggi la sua esistenza non ha alcun senso perché il contratto di servizio, che lega il Comune di Massa a Master, ha un costo certo di più di 400’000 euro per l’Iva che viene pagata sulla fattura emessa da Master. Questo costo sarebbe azzerato con la internalizzazione dei servizi, cioè con la definitiva pubblicizzazione del servizio di riscossione dei tributi, cosa che già molti comuni fanno».

«Inoltre si eviterebbero le costose consulenze esterne che sotto la gestione Panesi sono state molte; dalla tenuta delle buste paga, alle discutibili consulenze informatiche, dal collegio dei revisori, alle consulenze legali per la gestione ordinaria della vita di Master. Tutti costi che Persiani avrebbe potuto impedire se avesse vigilato in quanto azionista di controllo. – aggiunge Massa Città in Comune – Dal punto di vista operativo consideriamo che il direttore è da sempre un dipendente comunale e quindi la gestione operativa è già nelle mani degli uffici comunali. Tra l’altro il settore della riscossione tributi è uno di quelli per i quali la legge nazionale prevede, senza vincoli, la strada definitiva della pubblicizzazione».

«Anche “quelli di ora” si sono ben guardati dal chiudere Master e pubblicizzare i servizi, forse perché ha la funzione di bancomat elettorale per ricompensare gli aiuti avuti in termini di consenso? Guardando le nomine dei consulenti, i nomi degli amministratori, i cognomi dei dipendenti, che si succedono da anni alla Master, sorge ben più di qualche dubbio. Stracciarsi le vesti per la sostituzione di Tizio o la nomina di Caio, – conclude la nota – rapprensentanti di fazioni politiche avverse dentro la maggioranza del governo della città, serve solo a occultare il problema per le nostre comunità; ovvero continuare lo spreco di denaro e risorse dei massesi che potrebbero essere utilizzate meglio per ridurre le diseguaglianze, che stanno aumentando a causa della pandemia Covid19».

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