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Adozione Pabe a Massa, il Pd: «Contrari all’apertura di sette nuove cave»

MASSA – Il piano dei bacini estrattivi adottato dal Comune di Massa in questi giorni continua a far discutere in tutti gli ambienti della vita politica, e non, della città. Il Partito Democratico massese è intervenuto sull’argomento con una nota ufficiale: «L’adozione dei Pabe ha riacceso il dibattito nella città, tra società civile, forze sociali e associazioni ambientaliste sulle modalità per trarre il massimo dei benefici per i cittadini, in termini di occupazione ed entrate comunali, dentro una dimensione che riduca al minimo i danni ambientali».

«Il consiglio comunale ha sancito le spaccature all’interno della maggioranza e ha rimarcato le profonde divisioni di fondo tra l’amministrazione Persiani e le forze di centrosinistra. – si legge nella nota – Il Partito Democratico ha come riferimento un modello di sviluppo, di scelte economiche e sociali che ha il suo cuore pulsante nella declinazione e piena attuazione dei temi collegati alla sostenibilità. La legge 35/2015 della Regione Toscana rappresenta un punto di parenza molto avanzato per il settore sul quale sviluppare una discussione approfondita».

«Declinare questo settore solo ad interessi economici, come sostiene il sindaco Persiani, rafforzano le forti contraddizioni e sperequazioni che ne stanno determinando la non sostenibilità, non solo dal punto di visa ambientale, ma proprio dal punto di vista economico. – prosegue la nota firmata dalla segreteria cittadina e dal gruppo consiliare – Siamo fortemente contrari alla riapertura di nuove 7 cave che, per localizzazione e qualità, significherebbero un peggioramento in termini ambientali e di difesa delle nostre montagne, con scarsi risultati dal punto di vista economico».

«Aumentare i volumi concessi nei prossimi 10 anni, compromette la definizione di una strategia adeguata a perseguire efficacemente l’obiettivo di fare sistema e recuperare l’intreccio fra cave e lavoro al piano, allontanando sempre di più la possibilità di determinare una riduzione complessiva dei materiali escavati con una minore impronta ecologica e di forte rilancio della trasformazione in loco. – concludono i dem – Il marmo è certamente un patrimonio collettivo prezioso ed importante e quindi è più che giusto che venga valorizzato con modalità che vadano a vantaggio di tutta collettività e non di pochi. Alla politica spetta il compito di stare si dentro il “mercato”, ma anche di animarlo e di orientarlo con gli strumenti di cui dispone».