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Luna park, Rifondazione: «Il sindaco paga oggi le sue scelte urbanistiche»

MASSA – «Il tentativo del sindaco di Massa di spostare il problema del luna park in zona industriale parlando d’altro, ci pare perfettamente in linea con le sue scelte amministrative, tutte di facciata, di poca sostanza e di fuga dalle proprie responsabilità». Rifondazione Comunista attacca così l’amministrazione comunale massese sul tema che negli ultimi giorni ha infiammato la politica locale.

«Soprattutto crediamo che il sindaco stia pagando oggi le sue scelte scellerate in tema urbanistico. Ci chiediamo il motivo per il quale non ha proposto quale area disponibile una di quelle che lui stesso ha individuato di pubblico spettacolo nella pianificazione acustica. Le ha individuate lui, nessun altro e gli errori già a suo tempo gli furono fatti vedere, ma decise di snobbare. – continua la nota del partito – È corretta la sua affermazione circa il fatto che un lunapark non impedisce poi un insediamento produttivo: infatti non è un luna park ad impedirlo, ma il sindaco stesso che ha dato come obiettivo agli uffici dell’urbanistica la realizzazione di una variante per destinare quel lotto dove oggi è installato il luna park al commercio all’ingrosso e non più alla produzione. Lo ha fatto dopo che la società proprietaria di quel lotto, SOGEGROSS una delle prime dieci aziende italiane di grande distribuzione e proprietaria, tra gli altri, del marchio EKOM già presente sul nostro territorio, aveva fatto richiesta di creazione di un insediamento, appunto, di commercio all’ingrosso. Domanda rigettata dagli uffici proprio perché incompatibile con la destinazione dell’area».

«La scelta, legittima, di favorire la grande e media distribuzione, vedi variante con sconto ad Esselunga, il nuovo insediamento in area ex Sensi Garden e la proposta di una grande area commerciale in area ex Olivetti, è una volontà di questa amministrazione a guida Persiani che vuole, evidentemente, abbandonare la vocazione produttiva del nostro territorio con le conseguenze occupazionali e di prospettiva economica che ne conseguono soprattutto per il piccolo commercio che viene apparentemente compensato con le briciole del piano del commercio. – prosegue Rifondazione – Su questo ci aspettiamo una presa di posizione delle rappresentanze delle categorie industriali e commerciali che per il momento sono state timide e senza spina dorsale».

«Consigliamo infine al sindaco di leggersi bene il piano strutturale prima di annunciare che anche un’azienda militare è interessata al nostro territorio: – concludono – si accorgerà che tra i codici produttivi non ammessi nella nostra area industriale ci sono anche le aziende militari. Ma si sa, sindaco Persiani, finchè c’è guerra c’è speranza».