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Massa, continuano i Consigli comunali da remoto: Nardi (Pd) presenta interrogazione al ministro dell’Interno

La presidente della Commissione attività produttive: «Le riunioni devono tornare in presenza come qualsiasi altra attività». E il consigliere Carioli: «Basta con questa pantomima»

MASSA – “La democrazia nel suo significato più profondo consiste nella partecipazione di eletti e elettori alla vita della comunità. Questo a Massa invece non è adeguatamente possibile perché il Presidente del Consiglio Comunale, Stefano Benedetti, adducendo motivi di sicurezza a seguito di ‘segnalazioni sopraggiunte da tecnici venuti da Roma’, impedisce all’assemblea comunale di svolgersi in presenza. Per questo ho ritenuto doveroso come parlamentare del territorio di Massa Carrara chiedere al Ministro dell’Interno se tutto questo fosse regolare e accettabile” così la presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Martina Nardi, deputata del Pd.

“Il capogruppo in consiglio comunale del Pd mi ha posto questa vicenda. E’ dal 2 aprile 2020 che le modalità di svolgimento delle sedute del consiglio comunale e delle sedute consiliari viene effettuata in teleconferenza a seguito dell’emergenza Covid – spiega Nardi alla ministra Lamorgese  – e oggi è forse l’unico capoluogo di provincia in cui attualmente le sedute consiliari non vengono tenute in presenza, nonostante tutta Italia sia in zona bianca e sussistano ovunque protocolli efficaci di sicurezza per consentire tali incontri in presenza. Del resto da tempo i gruppi consiliari di minoranza criticano tale modalità, indicando alcune criticità relative allo svolgimento online delle sedute e sottolineando come siano presenti spazi all’interno dell’amministrazione pubblica capaci, qualora fossero allestiti, di consentire le sedute del consiglio comunale in presenza”.

Nardi ricorda anche come “i consiglieri comunali di minoranza hanno già inviato lettere al Prefetto di Massa, in cui denunciano come le attuali assise svolte a distanza presentino evidenti criticità tecniche e di connessione che impediscono agli eletti di esercitare pienamente le loro funzioni. In particolare denunciando come ‘le modalità di svolgimento delle votazioni presentino seri dubbi di legittimità, in quanto il programma scelto dalla presidenza del Consiglio non permette il voto telematico, ma obbliga il segretario generale ad effettuare ogni volta una votazione a chiamata nominale con frequenti problematiche nei collegamenti dei singoli consiglieri che rendono, appunto, dubbi e passibili di impugnazione gli esiti dei diversi scrutini’ ”.

“Non vorrei che dietro motivazioni tecniche o di presunta sicurezza da garantire – aggiunge Nardi – ci fosse insomma la volontà di limitare il ruolo e la funzione dei consiglieri di opposizione. Per questo ho chiesto alla Ministra se non ritenga necessario assumere iniziative urgenti affinché anche il consiglio comunale di Massa, dopo 15 mesi, venga effettuato regolarmente in presenza; al fine di permettere agli eletti, ed in particolare delle forze politiche di minoranza, di esercitare pienamente le loro funzioni”.

E sull’argomento interviene anche il consigliere comunale del Pd, Gabriele Carioli: “Ora basta. Ormai esistono le condizioni per la riapertura in sicurezza dei lavori del Consiglio Comunale. La scusa dei condizionatori non regge, peraltro tutti gli uffici comunali sono dotati d’impianto climatizzato seguendo la logica del presidente e del sindaco tutto lo stabile andrebbe chiuso. Siamo in zona bianca, la stragrande maggioranza, per non dire la totalità, dei Consigli comunali italiani sono tornati in presenza e a Massa si continuano a mantenere in vita le riunioni da remoto. Il Responsabile della sicurezza del Comune di Massa ha preparato un documento in cui sono elencate le condizioni da ottemperare per la riapertura, quindi non esistono più ostacoli di natura tecnica o normativa. Ormai la volontà di mantenere i Consigli da remoto è soltanto, ed esclusivamente politica, dettata dalla paura del confronto, del dibattito che, del resto, con la modalità da remoto sono stati a più riprese compressi. Il presidente del Consiglio e il Sindaco avevano annunciato con grande enfasi il ritorno in presenza salvo poi tornare precipitosamente indietro. Ora si parla addirittura di rimandare ogni decisione sul rientro a settembre. Intanto a luglio è calendarizzato, per ben tre sedute, la discussione sui Pabe, tema decisivo per il futuro del nostro territorio. Mantenere la modalità da remoto può certo mettere la sordina a una discussione franca in merito a ciò. Per queste ragioni, riteniamo che non sia davvero più accettabile una pantomima così smaccata. Dobbiamo tornare in aula e restituire piena dignità al Consiglio comunale”.