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Tunnel nelle Apuane meridionali, Rifondazione Comunista: «La banda del buco colpisce ancora»

MASSA – «La destra, propriamente detta, per voce dello scomparso Matteoli avanzò l’ipotesi di un traforo del Monte Tambura in Apuane che potesse congiungere il paese di Vagli con la costa Apuana. Oggi la destra economica rappresentata dall’attuale presidente di Regione Giani, avanza le ipotesi di progetti di trafori per unire ugualmente la Garfagnana con la Versilia». Si apre così il comunicato di Rifondazione Comunista di Massa-Carrara, Versilia e Lucca. Un attacco diretto alla Regione dopo l’avanzamento della proposta di collegare la Versilia alla Garfagnana con un tunnel attraverso le Apuane.

«Entrambe le due destre sono naturalmente attente agli interessi economici dei distruttori dell’ambiente, alle grandi opere che portano molti denari nelle tasche di pochi e socializzano invece le perdite. – continua Rifondazione – Invece di lavorare affinchè anche la Garfagnana possa essere teatro di evoluzione economica, una evoluzione legata alla sua natura, alla sua conformazione geografica presentando progetti sul piano di rilancio e resilienza che vadano in questa direzione, Eugenio Giani pensa a prendere soldi governativi per una strada turistica che distruggerebbe la caratteristica di quella terra e potrebbe attirare l’appetito della criminalità organizzata che sappiamo tutti, Giani compreso, non si fa certo scrupoli sulla tenuta ambientale di un territorio».

«Lo avevamo detto prima e durante la campagna elettorale dello scorso anno che il rispetto dell’ambiente e dei territori non è certo nelle corde dell’attuale amministrazione regionale che, nella migliore delle ipotesi, rende la figura di Giani peggiore di quella dell’ex rappresentante del Movimento Sociale Italiano, Altero Matteoli. Nella peggiore invece non vorremmo che questa fosse una “arma di distrazione di massa” che il PD regionale sta utilizzando per evitare di affrontare lo spinoso tema delle concerie, ambito dal quale non riesce a trovare una via d’uscita. – aggiunge il comunicato – Ecco che si butta in pasto dei toscani l’assurdo e disastroso progetto di un traforo che mina un ambiente, quello delle Apuane Meridionali, ancora poco contaminato dall’economia estrattivista del marmo, quasi a voler replicare l’ecocidio già in atto nelle Apuane settentrionali. Roba da incoscienti. Non possiamo a questo punto però che ricordare le parole di tutte e tutti coloro che da “ecologisti”, forse un po’ “ingenui”, hanno appoggiato l’attuale amministrazione con la convinzione di poterla “cambiare dall’interno” impedendo alle destre di andare al potere».

«Saremmo curiosi di avere la loro definizione di “destra” perchè per noi queste operazioni fatte a beneficio del mercato neoliberista, quello delle grandi opere, – concludono – che distruggono i territori e lasciano a carico dei cittadini e le cittadine i costi sociali e ambientali, che non modificano lo stato delle cose per poter arricchire pochi, non possono che essere pensate, sviluppate e realizzate da una mente di “destra”».