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«Via Lodolina un esempio di degrado. E per il Cermec quale futuro?»

MASSA – «Alcuni giorni fa, l’amministrazione Persiani si è autocelebrata, autocomplimentata, autopromossa, per i risultati del bilancio Asmiu, addirittura un esponente della giunta, riferendosi alla municipalizzata, ha parlato di un traguardo tagliato, di un’azienda modello; insomma, lo scambio di elogi tra sindaco, assessori, esponenti della maggioranza è stato intenso, senza risparmio gli unici a non essersi accorti di questo storico successo, tralasciando l’opposizione, sono quei massesi che continuano a segnalare, su social e quotidiani, il degrado in cui versano molte zone della città. Credo che il dato fattuale, ossia quanto vedono i contribuenti non possa essere trascurato e meriti la medesima attenzione profusa alla lettura di un bilancio». A scrivere è il consigliere comunale di Arcipelago Massa Andrea Barotti, che attacca la giunta Persinai sullo stato di degrado di alcune zone della città, in particolare via Lodolina.

«L’utile di una impresa, sia essa pubblica o privata, può essere positivo per la riduzione del costo del personale, per l’immissione di liquidità nel capitale societario, per il risparmio generato dall’impiego di un impianto con qualche criticità irrisolta ossia da fattori che possono emergere andando oltre il ricavo finale, al di là del residuo dell’esposizione debitoria; un contenitore della nettezza urbana tramutato in discarica è un dato semplice, immediato, un pugno diretto, senza ostacoli, alla vista ed all’olfatto dei cittadini. – continua Barotti – I residenti di via Lodolina, come gli abitanti di altre zone del territorio comunale, dubito siano entusiasti dei cumuli di rifiuti che si trovano, come documentano le immagini, a bordo strada. La serietà della situazione non penso sia sminuibile sostenendo che, a breve, i bidoni verranno dismessi grazie all’estensione della differenziata; sistema di raccolta, quest’ultimo, perfettibile alla luce dei disservizi registrati, tempo fa, in centro città, o dei ritardi, non giustificati, nei ritiri per le località di Partaccia e Ricortola».

«Al degrado, alla sporcizia dovuta all’inciviltà di alcuni, alla scarsità di controlli, alla mancata adozione di soluzioni che rendano più agevole, comodo il conferimento di sfalci e ingombranti, per via Lodolina si deve unire la noncuranza dell’amministrazione per la manutenzione del verde e così i rovi, gli arbusti infestanti cresciuti sulle scarpate laterali del sottopasso autostradale invadono la carreggiata già ridotta a causa di una tubatura sporgente delimitata con barriere new Jersey in cemento armato. – aggiunge Barotti – Invito il sindaco Persiani, l’assessore Guidi, l’amministratore unico di Asmiu, l’assessore Baratta ad un maggior impegno, a sostituire l’autovalutazione (usualmente generosa) con il giudizio degli utenti. La destra sovranista ha, infine, pensato al futuro di Cermec? Il prossimo anno, come da annunci poco plausibili, la differenziata di Massa dovrebbe passare al 60% ed allora mi domando come verrà compensata la riduzione di rifiuto che arriverà al Cermec? Quali misure verranno adottate quando si passerà a percentuali ancora più alte (80%)? si tratta di un tema da sciogliere a brevissimo termine. Le strade possibili richiedono, per essere percorse, l’esercizio del coraggio, la pratica della coerenza e della trasparenza poiché se intendiamo lasciare fuori dai nostri “confini” l’rsu extra provinciale o regionale, non crediamo che il Cermec, mantenendo la sua missione e le dimensioni attuali, diventi una fonte di utili da ripartire tra i soci per finanziare servizi allora anche la trasformazione della partecipata in azienda produttrice di biogas non sarà realizzabile».

«Ed ancora, ad oggi non mi sembra che l’amministrazione abbia a disposizione risorse da destinare al progetto, ne ho notizia di un cronoprogramma che guidi la transizione e porti alla chiusura, senza traumi, del vecchio impianto, ne i contribuenti sono stati informati dei possibili effetti sulla Tari una volta modificata la mission del Cermec, ne è stato detto che dovremo sperare che le materie prime ricavate dalla differenziata vengano assorbite dal mercato altrimenti ci troveremmo a dover scegliere tra gli oneri dello stoccaggio (avremmo bisogno di un sito per tale scopo) ed il costo per lo smaltimento presso un’azienda extraprovinciale. – conclude Barotti – La soluzione più concreta è il ridimensionamento, dovuto al nuovo corso delle politiche sui rifiuti, del Cermec affinché abbia una capacità limitata alle sole e reali esigenze del nostro territorio ciò determinerà delle conseguenze in termini occupazionali ed un impegno, seppur minore rispetto ai trenta milioni di euro, economico per dar vita ad un impianto moderno e meno impattante. Concludendo, spero che l’amministrazione, i nostri rappresentanti regionali dicano quale sarà il futuro, non immaginario, che attende il Cermec e la città».