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«Idrovora Poveromo, la Regione gioca con i numeri. Sconcertante la procedura utilizzata»

LegaAmbiente, Italia Nostra e Società degli Amici Ronchi-Poveromo scrivono all'assessore regionale Monni: «Si metta da parte il progetto e si riprenda in mano quello presentato dal Comune di Massa nel 2014»

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MASSA – «Il previsto progetto sul fosso Poveromo è sconcertante non solo per quanto riguarda gli interventi previsti, sostanzialmente inutili per la sicurezza idraulica, devastanti ambientalmente e paesaggisticamente, peraltro costosissimi, ma anche, se non soprattutto, per quanto riguarda la correttezza delle procedure». Con un’altra lettera indirizzata all’assessore con delega all’Ambiente e ai Lavori Pubblici della Regione Toscana, Monia Monni, le associazioni di tutela dell’ambiente si pronunciano fortemente contrarie al progetto che prevederebbe l’installazione di una macchina idrovora alla foce del fosso di Poveromo.

«Le abbiamo già scritto in merito al fatto che un’idrovora (2,5 milioni di euro di costo, senza considerare le manutenzioni) di quelle dimensioni e di quella portata è ingiustificata, eliminerebbe una delle poche spiagge libere rimaste ed impedirebbe l’accesso al mare, snaturando irrimediabilmente l’unico corso d’acqua della nostra provincia  che sbocca libero in mare senza pennelli e senza idrovore. – continua la lettera firmata da Italia Nostra Massa-Montignoso, Società degli Amici Ronchi-Poveromo e LegaAmbiente Massa-Montignoso – Abbiamo scritto che è assurdo ed ingiustificato l’allargamento del fosso nel tratto terminale e la sua trasformazione in uno scatolone di calcestruzzo armato che farebbe perdere allo stesso corso d’acqua la sua funzione di drenaggio della falda oltre che distruggere un paesaggio ed un habitat naturalistico di valore. Oggi, avendo avuto a disposizione dal Consorzio lo studio idrologico ed idraulico alla base di questo scempio (stupisce che tale studio non sia tra i documenti visibili sul sito della Regione Toscana), rileviamo che è sconcertante anche la procedura con cui si è arrivati a questo studio e successivamente al progetto definitivo».

«È opportuno premettere che in tutti gli studi affidati dal Comune di Massa a diversi professionisti (ingegneri idraulici e geologi) è stato scritto chiaramente che le criticità sul fosso Poveromo sono veramente basse e si limitano a modesti allagamenti nella parte alta del suo breve percorso, soprattutto in corrispondenza a tombature e restringimenti realizzati sia dal Comune che da privati. – aggiunge la lettera – Le portate duecentennali stimate nei vari studi erano dell’ordine di 3-4 mc/s. Anche nella stesura delle carte della pericolosità idraulica realizzate dall’Ing. Settesoldi per il regolamento urbanistico del Comune la portata duecentennale non superava i 9,71 mc/s e peraltro risulta già aumentata  dai precedenti 7,72 mc/s  calcolati nel Piano Strutturale. Comunque anche con tale discutibilissima portata le zone a rischio secondo le carte elaborate dall’ing. Settesoldi si limitavano ad indicare come criticità una piccolissima porzione di territorio adiacente al fosso a monte di via delle Macchie, in corrispondenza a tombature e alcune aree maggiori più a monte in corrispondenza al fosso Maestro che collega il Poveromo al  Magliano. I relativi battenti idrici duecentennali erano dell’ordine di 20-30 cm».

« Nel 2014, per conto del Comune di Massa, fu elaborato pertanto un progetto a cura dell’ingegnere idraulico Laura Bruschi che prevedeva, sulla base delle portate stimate da Settesoldi, di adeguare il corso d’acqua alle portate duecentennali eliminando le tombature e i restringimenti, realizzare una rete di fognature bianche afferente al fosso su alcune strade e collegare adeguatamente il fosso allo scarico della cassa di espansione del Canalmagro. – spiega la lettera – Tale progetto, che non interveniva sul tratto terminale in quanto già adeguato, aveva un costo di 3.500.000 euro e fu approvato con alcune prescrizioni e richiesta di chiarimenti dalla Regione Toscana, ma poi non  fu finanziato. Improvvisamente, nel 2019 la Regione si riattiva per il fosso di Poveromo, con un nuovo progetto, noto da pochi mesi. Progetto che il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord  affida ad un professionista esterno, con scarsa o nulla esperienza idraulica, con lo stesso  titolo del 2014: “Ripristino del reticolo idraulico minore dell’abitato di Ronchi e Poveromo”, ma totalmente diverso».

«Nel nuovo progetto, infatti, si interviene solo sul tratto terminale snaturandolo e proponendo una mega idrovora  assolutamente sproporzionata (secondo il Consorzio da 12 mc/s ) molto più potente di quelle presenti sul Brugiano e sul Magliano che hanno bacini più grandi, nel caso del Magliano si convogliano anche bacini montani. Ignorata la costruzione di fognature bianche, non si interviene neppure sulle tombature e sui restringimenti a monte del tratto in progetto, cosicchè l’idrovora entrerebbe in funzione raramente, in quanto l’acqua non riesce a passare attraverso tali strozzature (una in particolare è costituita da due tubi del 100). – continua le associazioni – A tale insano progetto si è giunti in seguito all’affidamento da parte del Consorzio di uno studio idrologico idraulico all’ingegnere Settesoldi, il medesimo tecnico che aveva determinato per il Comune di Massa una portata  duecentennale di 9,71 mc/s ed oggi ipotizza per il Consorzio addirittura a 19,66 mc/s, una portata stratosferica non giustificata da alcun evento storico e non giustificabile affatto. È davvero incredibile che il fosso Poveromo, un modestissimo corso d’acqua che raccoglie l’acqua di falda di un micro territorio, sia considerato più pericoloso del vicino fosso Canalmagro Fescione che origina a 900 metri di altezza e riceve un corso d’acqua consistente come il Tomba. Tra l’altro, secondo la tabella 3.7 dello studio di pericolosità idraulica nel Comune di Massa elaborata dall’ing. Settesoldi, il Canalmagro, che secondo il piano strutturale aveva una portata di 30,75 mc/s  ridotta nel Regolamento Urbanistico a 19,20 mc/s».

«Questo vuol dire giocare con i numeri sulle spalle e sulle tasche del territorio e dei suoi abitanti. La megaportata non può essere giustificata né aumentando le aree scolanti dalle fognature bianche  (fognature di cui poi nel progetto Tamagnini non v’è traccia) dato che le zone impermeabilizzate afferenti a tali eventuali fognature sono davvero esigue in un territorio quasi tutto a verde e con scarsissima urbanizzazione,  nè tirando in ballo altri fantasiosi studi come quelli dell’Università di Firenze, di cui peraltro Settesoldi aveva già tenuto conto aumentano la portata da 7,71 mc/s  (Piano Strutturale) a 9,71 mc/s (Regolamento Urbanistico). – conclude la lettera – Ci sembrano queste ragioni probanti per chiederle di mettere da parte il progetto proposto dal Consorzio e recuperare il progetto presentato dal Comune di  Massa. Grave sarebbe insistere nell’errore».

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