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Rifondazione: «7,50 euro lordi all’ora per i lavoratori della cultura, sfruttamento dal Comune»

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MASSA – «Torniamo su un tema che già abbiamo affrontato, la sfruttamento dei lavoratori e le lavoratrici della cultura. Il Comune di Massa ha “assegnato un incarico presso il museo Guadagnucci per servizi inerenti la custodia, la guardiania, l’apertura, chiusura al pubblico, il servizio di guida turistica.” Un incarico temporaneo di 5 mesi, da maggio a settembre, non si conosce l’orario di impegno perchè non indicato nella determina ma si può dedurre dal sito del comune: 72 ore mensili che per 5 mesi sono 360 ore in totale. La remunerazione per questo lavoro è per, tutti i cinque mesi di 2707,35 euro, naturalmente lordi. Cioè 7,52 euro lordi l’ora». Con una nota ufficiale il partito di Rifondazione Comunista di Massa torna sull’argomento dei lavoratori della cultura nel Comune di Massa.

«Sette euro e cinquanta l’ora, lordi, sono paghe da sfruttamento del lavoro. – scrive Rifondazione Comunista – E lo sfruttamento non lo fa un privato, ma lo sta facendo un ente pubblico che dovrebbe essere il primo a dare l’esempio, il primo a far rispettare la nostra Costituzione, a far rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici. Crediamo sinceramente che questa situazione, e ricordiamo il ricorso all’alternanza scuola-lavoro per alcune manifestazioni sportive in sostituzione di posti di lavoro, riapra il tema della coerenza tra le dichiarazioni pubbliche e gli atti amministrativi, tra propaganda e azione amministrativa. Mentre qualche fetta della maggioranza che appoggia l’amministrazione massese utilizza la tragedia di Luana per fare becera propaganda politica, la giunta comunale si rende protagonista di un atto come quello legato al Museo Guadagnucci che mostra come non ci sia alcuna differenza tra il loro agire e quello dei vecchi padroni delle ferriere, tristemente famosi per le loro attività contro i diritti dei lavoratori».

«Dall’opposizione nella precedente consiliatura abbiamo fatto approvare una mozione che obbligava l’amministrazione a garantire sia direttamente che negli appalti propri e delle partecipate, il principio parità di salario a parità di mansione: – conclude la nota – che l’opposizione in consiglio oggi faccia lo stesso adesso e riproponga quella mozione per la dignità di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici».

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