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Pabe, Berti lancia una stoccata a Persiani: «Strano concetto di partecipazione. Autocelebrazione fine a se stessa»

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MASSA – Dopo le parole di denuncia di Luana Mencarelli, consigliera comunale a Massa del Movimento 5 Stelle, sul secretamento dei documenti riguardanti l’adozione dei Pabe a Massa, anche Uilian Berti, consigliere di Articolo Uno, lancia una stoccata all’amministrazione Persiani: «Ma che domande possono fare i cittadini sul futuro delle nostre montagne, su quanto, come e dove si andrà a scavare se l’amministrazione ha deciso di secretare tutte le carte? Lo stesso sindaco Francesco Persiani, in commissione, ha ribadito di non divulgare in alcun modo i documenti messi a disposizione dei soli consiglieri con una password di accesso fornita peraltro pochi giorni fa. Ci sembra uno strano concetto di partecipazione».

«Una videoconferenza che ha il sapore dell’autocelebrazione fine a se stessa, magari con qualche supporter che potrà sollevare domande di assoluta rilevanza per la città del tipo ‘ma quanto siete bravi?’. Non riusciamo a immaginare qualcosa di diverso – continua Berti – a parte qualche generica richiesta di chiarimenti sui dettagli estremamente generici trapelati fino a oggi sugli organi di stampa, in buona parte veicolati proprio da una conferenza stampa della stessa giunta a cui hanno partecipato i tecnici progettisti del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena. Sono state date informazioni generiche sulle quantità di marmo da escavare, magari suddivise per bacino, e qualche altra indicazione frettolosa sulle ipotesi di sviluppo ma nessuno, tranne i consiglieri, ha mai avuto accesso in via ufficiale alla documentazione».

«È forse una trappola per sapere chi, fra i cittadini, ha avuto accesso ai documenti che il sindaco ha chiesto di non divulgare? Un nuovo modello di controspionaggio e di caccia alla spia? Davvero non capiamo che metro di partecipazione stiano utilizzando il sindaco e l’amministrazione. Alla fine ci ritroviamo in una condizione paradossale – conclude – in cui l’amministrazione chiede di non divulgare atti su cui i cittadini dovrebbero presentare domande da discutere pubblicamente in una seduta in videoconferenza il 6 maggio. L’apoteosi dell’assurdo».

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