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Consiglio comunale ancora a distanza, Barotti attacca e critica anche la minoranza

MASSA – «Giorni fa il sindaco Persiani, tramite i social, aveva espresso soddisfazione per la posizione di Matteo Salvini sulle riaperture ed aveva riconosciuto al leader leghista il merito del parziale riavvio del paese, tralasciando che si deve a Draghi la capacità di trovare soluzioni prudenti e di equilibrio. Trovo strano che i consigli comunali, le commissioni continuino a svolgersi a distanza». Andrea Barotti, consigliere comunale di Arcipelago Massa, attacca la maggioranza per le modifiche al regolamento del consiglio comunale. Ma non solo: Barotti non le manda a dire neanche all’opposizione, da lui criticata.

«La Lega chiede di spostare il coprifuoco di un ora, spinge per consentire a molte attività, ancora chiuse, di alzare la saracinesca e il sindaco di Massa, sostenitore della politica salviniana, non si esprime a favore del ritorno, rispettando le misure di sicurezza, dei consiglieri in aula. – prosegue Barotti – Il silenzio del sindaco, della Lega e di Fratelli d’Italia palesa l’incoerenza della destra sovranista locale, la poca credibilità di una compagine di maggioranza che condivide le strilla dei propri segretari nazionali, tentativo di cavalcare il disagio dei cittadini, ma poi non si impegna per riaprire la sala Ccnsiliare e così mentre gli studenti tornano a scuola, i bar ed i ristoranti accolgono i clienti, i rappresentanti dei cittadini rimangono dietro un monitor. Del resto la confusione dei portatori del “cambiamento” e la loro scarsa coerenza non sono una novità, basti pensare alle critiche espresse da alcuni consiglieri di maggioranza in merito al decoro della città o con riguardo ad alcune opere messe in cantiere; il disorientamento è anche di carattere ideologico poiché è difficile che un moderato, liberale, sensibile all’esperienza del socialismo italiano, come il sindaco si era descritto, possa guardare con interesse o sostenere un partito, un leader che va a braccetto con il premier ungherese, o che prima della giravolta, determinata da Giorgetti e sopratutto da settori economici, appoggiava il gruppo di Visegrad ed aveva idee, per usare un eufemismo, non proprio entusiaste verso le istituzioni europee. La situazione già difficile, date le modalità di riunione, per la minoranza è diventata ancor più insostenibile con le modifiche, apportate dalla destra sovranista, al regolamento del consiglio comunale; il luogo del dibattito, del confronto si è trasformato in un votificio».

«La minoranza, a fronte della ulteriore compressione dell’opposizione, ha espresso le stesse osservazioni, appelli che l’avevano spinta ad abbandonare i lavori del consiglio comunale per poi, incomprensibilmente, fare marcia indietro; – aggiunge Barotti – per quanto mi riguarda ho mantenuto, non riscontrando alcun elemento di discontinuità, ferma la protesta ed è per questo che continuo a svolgere la mia attività politica, avanzando proposte e critiche, fuori dal palazzo comunale, sulle pagine dei giornali. La stampa è lo spazio rimasto per poter offrire un’alternativa politica alla comunità, dato che ogni iniziativa dell’opposizione è stata, in sede consigliare, respinta; mi domando che senso abbia, se non legittimare una maggioranza sorda e chiusa in se stessa, partecipare all’attività di una commissione quando si sostiene di non aver ricevuto i documenti relativi ad un’opera pubblica, che senso possa avere continuare a presenziare a riunioni a distanza per poi lamentare una conduzione dell’assemblea che opprime la minoranza ed ancora mi chiedo quale sia stato il motivo che ha impedito ai consiglieri di abbandonare, viste le proposte in discussione, la commissione Affari Istituzionali. Forse pensavano che la destra sovranista cambiasse rotta, di ribaltare il dato numerico? Non è stata sufficiente l’esperienza sin qui maturata? Non è bastata la chiusura della giunta al confronto, per le piazze e perfino per un bagno pubblico, con i cittadini? Non è stata sufficiente la bocciatura di mozioni tecniche come quella sulla ricicleria? Il muro di gomma per la ex discarica di Codupino o gli sversamenti di acque non trattate in fognatura bianca della vecchia ricicleria? Le parole di derisione del sindaco verso i consiglieri di minoranza al loro rientro dalla protesta per le sedute a distanza?».

«Credo che certi percorsi, penso l’appello al prefetto, non risolveranno il problema mentre altre strade, “l’Aventino”, richiedono coerenza, costanza e capacità di elaborare una visione nuova della città da far conoscere con i mezzi di informazione. La destra sovranista preoccupata, magari, di un possibile ritorno alle sedute tradizionali ha messo in campo un nuovo bavaglio ma questi escamotage non impediranno la fine, – conclude Barotti – con il voto degli elettori, dell’esperienza amministrativa e politica della giunta Persiani; arriverà il tempo in cui sarà possibile rimediare, ove realizzabile (le piazze, la rotonda ci ricorderanno un esperimento non riuscito), ai guasti prodotti dal “governo del cambiamento”».