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Polemica zona rossa a Licciana, il Pd: «Martelloni paternalistico e superficiale»

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LICCIANA NARDI – Proprio non ce la fa il sindaco di Licciana, Renzo Martelloni, a rispettare le istituzioni che rappresenta, ma la sua risposta ad una recente polemica dimostra scarsa considerazione anche per i giovani, compresi quelli della sua amministrazione. Pochi giorni fa la minoranza è insorta dopo le dichiarazioni del consigliere con delega alle politiche giovanili Damiano Polloni, che su Facebook incitava a fregarsene delle regole anti-covid (qui l’articolo), condendo i propri post con parole volgari e assai poco rispettose dei cittadini e dei loro sacrifici». Lo scrive in una nota il Pd di Licciana Nardi.

«La replica di Martelloni ancora una volta ci lascia allibiti. Il sindaco liquida la questione scusando Polloni in quanto giovane, e giustificandolo perché non avrebbe preso in considerazione le conseguenze delle parole scritte su Facebook. Lasciando intendere che certe cose si possono anche pensare, basta non scriverle sui social. Dal sindaco e dai suoi collaboratori ci si aspetterebbero idee e proposte per migliorare la condizione dei giovani del territorio, e non post incendiari contro la legge. Polloni doveva occuparsi di politiche giovanili anche nella precedente amministrazione, non è alla sua prima esperienza politica. La sua età non può essere una scusante e la risposta di Martelloni è paternalistica e superficiale».

«Per Martelloni evidentemente i giovani sono qualcosa da esibire in fotografia durante la campagna elettorale, per poi relegarli ad un ruolo di facciata senza aspettarsi da loro nulla di più. Dunque quando sbagliano si risolve tutto con una pacca sulla spalla. Quasi a voler dire “bambini, state bravi e la politica lasciatela fare ai grandi”. Il Partito Democratico di Licciana Nardi chiede le dimissioni di Damiano Polloni, in quanto non è più idoneo a rappresentare i tanti giovani che stanno sopportando in modo responsabile il disagio della pandemia. E di nuovo, a distanza di pochi giorni, torna a dire al sindaco Martelloni che l’amministrazione comunale non è un bar, dove si può fare e dire ciò che si vuole».

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