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Agri marmiferi, la Regione ricorre al Tar e il Pd attacca: «Amministrazione incapace»

La conferenza dei dem in merito dopo la decisione della Regione. Bugliani: «A Massa siamo bloccati sui Pabe, mentre il regolamento è sub-iudice- Dopo 6 anni, a che punto siamo?»

MASSA – «Il cartellino giallo mostrato dalla Regione è diventato rosso». È stato chiaro Norberto Riccardi, segretario del partito democratico di Massa, durante la video-conferenza convocata dai dem. L’argomento all’ordine del giorno era quello relativo al regolamento degli agri marmiferi approvato dal Comune di Massa lo scorso dicembre e finito al centro della bufera dopo alcune irregolarità rispetto alla legge regionale 35 del 2015 evidenziate dalla Regione Toscana, che lo ha impugnato portandolo all’attenzione del Tar, con un ricorso.

«È ormai molto evidente che le obiezioni poste in consiglio comunale dal partito democratico, insieme a quelle di altre forze di opposizione, avevano colto nel segno in merito alla illegittimità del regolamento degli agri marmiferi del Comune di Massa. – scrive il partito democratico in un comunicato – Peraltro, gli uffici della Regione avevano segnalato, dopo l’approvazione dello stesso regolamento, proprio tali illegittimità che sono state, davvero in modo sbalorditivo, sottovalutate dal Sindaco Persiani, a cui erano parse considerazioni del tutto marginali».

«In tale direzione si era mossa quindi la risposta inviata dal Comune di Massa alla stessa Regione dove si ribadiva, senza alcuna reale e ulteriore motivazione, la posizione che era stata già bocciata. – continua il documento – Ora arriva una durissima impugnazione da parte dell’Avvocatura della Regione Toscana del regolamento degli agri marmiferi massese con la conseguente chiamata in causa davanti al Tar del Comune di Massa, unitamente a due soggetti privati. Si tratta di una vera e propria débacle della linea del sindaco Persiani a cui viene contestata l’illegittimità della scelta di concedere un allungamento delle concessioni marmifere anche con percentuali di lavorazione nella filiera locale inferiore al 50%, della volontà di riconoscere di fatto concessioni perpetue e di ammettere forme di trasferimento delle concessioni a soggetti terzi non ammesse dalla legge. La violazione o falsa applicazione del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e della direttiva dell’Unione Europea e dei principi ivi recati di evidenza pubblica, parità di trattamento, non discriminazione, pubblicità, libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi».

«Le contestazioni a riguardo mosse dall’Avvocatura regionale sono veri e propri macigni: “violazione e/o falsa applicazione dell’art.64 RD 1443/1927; violazione e/o falsa applicazione degli artt. 32, 38 e 39 della L. 35/2015 della Regione Toscana; – si legge nel documento dei dem – eccesso di potere per irragionevolezza, sviamento e carenza di motivazione”. Macigni appunto che metteno in luce l’ormai acclarata confusione amministrativa in cui versa l’amministrazione Persiani. Dopo l’impugnativa della Regione per le gravi illegittimità contenute nel regolamento degli agri marmiferi del Comune di Massa si apre una fase decisamente confusa che, purtroppo, è già stata resa manifesta dalla necessità di riadottare una variante urbanistica, importante per il territorio in quanto relativa alle tematiche idrogeologiche, ma, appunto, bloccata dagli uffici regionali per errori nel procedimento che, temiamo, siano stati ripetuti anche in sede di riadozione, con il rischio di un nuovo blocco».

«Sono passati tre anni e la litania costante del riferimento a quanto fatto da “quelli di prima”, – concludono – oggettivamente, non regge più di fronte a situazioni come quella determinata dalla costante approssimazione degli atti varati dall’amministrazione. Non basta neppure la propaganda “futuribile” su piazze e rotonde; anche a questo riguardo, vale la pena ricordare, che sono passati tre anni e di opere significative non si trovano tracce. Ma su questo avremo modo di ritornare presto perché i pasticci del Piano delle periferie e di altri interventi meritano considerazioni a sé stanti».

Molto critico nei confronti dell’amministrazione comunale massese anche Giacomo Bugliani, consigliere regionale del Pd presente alla conferenza. «Le attività estrattive sono un settore nel quale le istituzioni sono chiamate a dare norme per tutelare il lavoro e l’ambiente. La Regione lo ha fatto. – ha dichiarato Bugliani durante la conferenza – Lo ha fatto prima con la legge regionale 35, poi con le modifiche ad essa poste in essere dal ruolo del consiglio regionale. Tutto il sistema si salva con una collaborazione gli enti locali. Ad oggi, rispetto a questo, mi chiedo dove siamo arrivati. A Massa, la situazione dei Pabe è completamente bloccata, mentre un altro regolamento è sotto il vaglio del Tar».