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Destino del litorale, Trentuno Settembre: «Qualcosa non torna»

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MASSA-CARRARA – «Qualcosa,  secondo noi, non torna» dice il Circolo Arci – associazione politico culturale Trentuno Settembre riferendosi alle ultime dichiarazioni dell’amministrazione massese circa il destino del litorale. «Queste dichiarazioni risalgono a sabato 23 gennaio – spiegano dall’associazione – È il sindaco ad annunciarle sulla stampa, dove in sostanza si rendono note le nomine di alcuni esperti chiamati a condurre la strada verso la stesura del nuovo Piano dell’Arenile e dei viali a mare del comune di Massa».

«Il sindaco esprime la sua idea di futuro per il litorale: – ripercorrono i membri del circolo – intende riqualificare la costa dal Lavello a Montignoso rispettando i canoni ambientali, paesaggistici e tutelando la parte retrodunale e le essenze endemiche presenti; intende sviluppare l’area di Partaccia e delle ex Colonie; intende rendere Marina di Massa appetibile turisticamente parlando, migliorando l’accessibilità ai locali e la fruibilità delle passeggiate. Il sindaco intende normare infine l’arenile specificando “cosa possono fare gli stabilimenti balneari, dove e come”. Dulcis in fundo, Persiani esprime una chiara volontà di confronto: “Ci confronteremo con tutti, con le categorie dei balneari e degli albergatori, con le associazioni. Non è obbligatorio il percorso partecipativo, ma noi vogliamo farlo”. Grazie Sindaco, tutto molto interessante, ma qualcosa, secondo noi, non torna – affermano – Mentre le categorie di balneari e albergatori espressamente nominate sono state più volte pubblicamente invitate, ve ne sono altre palesemente escluse nonostante la loro formale richiesta di partecipazione: è il caso dell’associazione CoNaMal nella sua appendice massese de “In 500 in battigia” che, raccogliendo l’adesione di centinaia di cittadini, ed essendosi costituita a tutela e difesa delle nostre spiagge, ritiene di poter entrare a pieno titolo a far parte della discussione del Paav almeno al pari delle altre».

«Ci domandiamo il perché – dicono rivolgendosi alle istituzioni -: è un caso che chi non è portatore di interessi economici non possa partecipare agli incontri annunciati da Persiani? – e aggiungono: – aprire alla cittadinanza un percorso partecipativo, è vero, non è obbligatorio, ma che lo si faccia passare come un’autoritaria concessione di un privilegio a buon rendere lascia perplessi. Questo per dire che ci auguriamo che la volontà di confronto sia una volontà vera, non un mero sponsor a beneficio d’opinione pubblica. E per questo – conclude l’associazione Trentuno Settembre – restiamo in attesa di una risposta da parte delle istituzioni».

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