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Barotti: «Tempo di una classe dirigente da giudicare per i fatti e non per le belle parole»

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MASSA – «Le modifiche proposte al testo dello Statuto Comunale mi spingono ad invitare i cittadini a pensare quale tipo di azione politica sia necessaria per provare a cambiare il nostro territorio; mi piacerebbe che la città si interrogasse su come il tempo, le risorse destinate all’attività politica, alle istituzioni potrebbero essere impiegate. Il mio intervento, vorrei essere chiaro sin dal principio, non si inserisce nel filone dell’antipolitica e del populismo, spazio cavalcato da forze e movimenti che porteranno il paese a sbattere, ma è un appello a chi comprende l’importantissima funzione della politica.». A scrivere è il consigliere comunale Andrea Barotti, di Arcipelago Massa, che in un comunicato riflette sul ruolo che la politica dovrebbe avere nella vita cittadina, facendo partire la sua disamina dalle modifiche al testo dello Statuto.

«La questione, che pongo alla città ed ai partiti, – continua Barotti – deve essere affrontata ad ogni livello poiché la crisi che si abbatterà (pensiamo a cosa accadrà quando terminerà il blocco dei licenziamenti, alle difficoltà ad uscire dall’emergenza sanitaria) potrebbe disegnare scenari critici anche per la tenuta del sistema istituzionale. Il testo presentato riporta, tra le modiche più rilevanti, l’impegno del Comune contro la mafia ed ogni forma di usura ed ancora l’impegno a valorizzare e tutelare i luoghi storici e significativi. Si tratta di belle parole, apprezzabili anche se ridondanti visto che la legalità, la tutela del patrimonio artistico sono valori sanciti nella nostra Costituzione e nelle leggi dello Stato perciò mi sembra uno sforzo non particolarmente significativo da qui la domanda: è soltanto questo che la politica deve fare?»

«Io credo di no. – afferma il consigliere –  Questa mia convinzione nasce guardando alla strategia che il Sindaco Dario Nardella, a Firenze, unitamente alla Regione Toscana, ha messo in campo per far fronte ad un problema, il carcere di Sollicciano; Dario Nardella ha chiesto al Ministro della Giustizia un piano di intervento ed ha messo sul piatto anche la disponibilità della Regione per organizzare corsi di reinserimento. Il temanon è integrare uno statuto ma, dati quei principi già sanciti e ben presenti nella coscienza di ogni onesto cittadino, cosa possa fare l’Amministrazione contro l’infiltrazione mafiosa (rischio più volte evidenziato in autorevoli interventi)»

«Credo che una attenta amministrazione dovrebbe avere ben chiare le esigenze del comparto Giustizia e sicurezza quindi il Sindaco ben potrebbe rivolgersi ai Ministri della Giustizia e dell’Interno per chiedere il potenziamento delle forze di polizia e del nostro Tribunale; – prosegue Barotti – credo che sarebbe buona cosa, proprio per gli allarmi lanciati in passato, che la provincia di Massa Carrara vedesse nascere una sezione distaccata della Dia per rendere visibile la presenza dello Stato e aumentare, anche così, le difese “immunitarie” dal virus della criminalità organizzata. La vicinanza dello Stato alle Comunità, agli imprenditori, in un momento di straordinaria difficoltà economica, è fondamentale per evitare che aziende sane diventino lavatrici o forme di investimento per capitali illeciti. Una classe politica che intendesse andare oltre le parole dovrebbe mettere in atto, per togliere spazi all’illegalità, una reale proposta di sviluppo! È necessario creare vere prospettive di lavoro e crescita. In proposito mi domando se un nuovo centro commerciale, in prossimità di una zona produttiva, sia una risposta efficace! Mi chiedo come mai i concessionari del marmo anziché investire ancor di più nell’indotto delle cave (lavorazione, ricerca, metalmeccanica applicata) acquistino aree per insediamenti non manifatturieri. In poche parole mi sembra che la politica promuova la rendita all’impresa, alla creazione di posti di lavoro qualificati. In ultimo, sul tema della cultura, mi sembra che sia poco significativa, in termini concreti, la modifica avanzata, non è già compito di un’Amministrazione vigilare sul patrimonio culturale della città? nel mio piccolo, per tutte cito la petizione europea per Villa Massoni e le mura del Castello, ho cercato di dare prova, stando sull’Aventino, di quanto sia possibile fare.».

«Credo che il tempo della politica vuota, – conclude Barotti – del chiacchiericcio sul nulla, della demagogia sia, per il mondo che abbiamo davanti, finito. Che non sia più sostenibile, ad esempio, riunire una Commissione per ben 16 volte con il fine di leggere un documento poiché i cittadini hanno bisogno di una vera buona politica, hanno bisogno, senza distinzioni di campo, di una nuova classe dirigente che chieda di essere giudicata sui fatti e non sulle “belle parole”.».

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