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Il M5S tenta lo sgambetto a Benedetti sul voto di sfiducia. Mencarelli: «Proposta non mia. Pretendo scuse»

MASSA – “La consigliera Luana Mencarelli ha presentato una modifica dell’articolo del Regolamento del Consiglio Comunale sulla votazione di sfiducia del Presidente, chiedendo di trasformarla da “palese” a “scrutinio segreto”. Questo, ovviamente, nella speranza  di intercettare qualche voto di maggioranza per colpirmi personalmente e potermi, quindi, sfiduciare dal ruolo che mi è stato assegnato a suo tempo dai consiglieri comunali”. Così, qualche giorno fa, il presidente del consiglio comunale di Massa Stefano Benedetti, era intervenuto per denunciare l’episodio accaduto in Commissione Affari Istituzionali. “Preciso che l’anomalia non sta tanto nel fatto che la proposta sia stata respinta, evidenziando l’assoluta compattezza della maggioranza ed il netto fallimento dell’iniziativa dei 5 Stelle, ma che la proposta per mettere in difficoltà il sottoscritto, sia stata presentata da una delle due vicepresidenti del Consiglio Comunale (l’altra è Lucia Bongiorni), cioè da una consigliera che ricopre in questo momento un ruolo istituzionale e non politico. In questo modo, ovviamente, alla luce di quanto accaduto, viene a mancare del tutto  il rapporto fiduciario tra il sottoscritto e la vice presidente in questione, e non saprei come poter continuare a collaborare con la stessa, evitando tutte le conseguenze del caso, che si  ripercuoterebbero inevitabilmente sulla qualità del funzionamento del Consiglio stesso”.

“Devo anche precisare – aveva aggiunto il presidente del consiglio comunale – che la richiesta della Mencarelli è curiosa ed originale, in primis per la sua appartenenza ad un movimento che si definisce trasparente e moralmente ineccepibile e poi perché proprio lei solitamente porta attacchi e critiche all’Amministrazione reclamando più trasparenza, ed ora, al contrario, vorrebbe trasformare un voto palese in voto segreto, quando in realtà i consiglieri sono un organo elettivo del popolo e come tali, dovrebbero metterci la faccia in ogni iniziativa, assumendosene sempre  tutte le responsabilità, compreso quella di votare in Consiglio Comunale eventuali mozioni di sfiducia evitando di nascondersi dentro un’urna. Per rappresentare i cittadini all’interno delle istituzioni e degli enti pubblici, ci vuole un coraggio che la Mencarelli, evidentemente, non possiede e questo, probabilmente, è il vero motivo per cui ricorre ai metodi della prima Repubblica”.

“Credo che la consigliera dovrebbe dimettersi da vice presidente – aveva detto infine Benedetti -, lasciando il suo ruolo ad altro consigliere di minoranza, meno fazioso, meno scorretto e maggiormente collaborativo”.

Immediata è stata la risposta della Mencarelli, la quale sostiene tutt’altra versione: “La dichiarazione rilasciata dal Presidente del Consiglio circa la mia proposta di trasformare la modalità di votazione per la revoca del Presidente, da voto palese a segreto, è falsa. E posso dirlo senza possibilità di smentita. La proposta non è stata mia – sottolinea la consigliera – tanto che il mio primo voto è stato di astensione perché intendevo fare approfondimenti giurisprudenziali in merito, come mio principio costante. Questo ha generato una situazione di voto infruttuoso visto che il resto della commissione ha prodotto voti in ugual numero tra contrari e favorevoli. Mi auguro sappia fare almeno i conti”.

“La votazione è stata obbligatoriamente ripetuta nella commissione successiva e lo scenario è mutato visto che molti hanno modificato il loro voto iniziale – continua Mencarelli – Preciso comunque che il passaggio che la commissione voleva cambiare riguarda la revoca non solo del Presidente, ma anche dei Vice. La legittimità della mia carica non è in discussione, argomento già approfondito, ma posso capire che, mancando argomenti, questo attacco possa essere stato mosso dall’urgente necessità di guadagnare un po’ di visibilità. Sulla conduzione dell’incarico di Presidente del Consiglio da parte di Benedetti, invece ho molto da recriminare, il dover essere super partes non fa proprio parte della sua formazione e attitudine. Quest’ultima sua uscita non è che un’ulteriore dimostrazione della mancanza di istituzionalità. Il sindaco Persiani, che espelle i suoi assessori per incompatibilità di vedute, devo dedurre sia concorde con la rappresentazione che questo soggetto dà della sua amministrazione anche durante questi momenti di politica creativa. Devo, a malincuore, prendere atto che gli organi di informazione non si siano preoccupati di verificare la notizia, ma si sono limitati a dare valore a simili fantasie.

“Credo inoltre – conclude la consigliera – che il Presidente Benedetti non solo dovrebbe adottare un altro atteggiamento, ma sarebbe doveroso da parte sua pormi delle scuse ufficiali per le accuse che mi ha pubblicamente rivolto senza motivo. Mi piacerebbe sapere anche chi gli abbia fornito questa informazione non veritiera, ma non credo mi meravigli l’ignavia e la codardia che sta dietro anche alla mancanza di un immediato chiarimento”.