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«Basta soldi pubblici per promuovere il mondo del marmo»

“È inaccettabile che esperienze come quella del cinema Garibaldi e del Baluardo non trovino un sostegno comunale per realizzare un’arena all’aperto, questo mentre i distruttori delle Apuane ottengono ogni anno i fondi di Carrara Fiere per White Carrara Dowtown”. La denuncia è di Massa Città in Comune che contesta le scelte dell’amministrazione comunale di Francesco De Pasquale orientate, secondo il collettivo, a favore della promozione del mondo del marmo.

“La Fiera viene ricapitalizzata con soldi pubblici, comunali e regionali, per mantenere il giochino nelle mani di un mondo imprenditoriale che, a detta delle inchieste giudiziarie aperte, fa sparire ingenti profitti commercializzando blocchi in maniera poco trasparente. Il sindaco De Pasquale e i grillini devono chiarire immediatamente perché la cultura collettiva a Carrara non trova il supporto pubblico e al contrario lo trova un capitalismo estrattivo decisamente ricco.

Carrara Fiere non può più finanziare le iniziative culturali di chi ha decine di milioni di euro di riserve nei propri bilanci; il capitalismo estrattivo ha la Fondazione Marmo per acquisire consenso attraverso il “green washing”, finanzi le proprie manifestazioni culturali con i soldi estratti dalla distruzione delle Apuane.
I grillini sono diventati l’espressione politica più conservatrice delle dinamiche di potere legate al capitalismo marmivoro – accusa il collettivo – e le dimissioni di Alessandro Trivelli, alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane, trovano sempre più una loro spiegazione.
Del resto con un’assessora alla cultura che viene dal mondo del capitalismo estrattivo non ci siamo mai aspettati un’inversione di rotta rispetto alle amministrazioni del PD, però esperienze di resistenza culturale alla mercificazione cinematografica come il Garibaldi e il Baluardo sono un riferimento non soltanto per Carrara ma tutta la provincia.
Abbiamo parlato sabato con Tommaso Fattori di quanto Toscana a Sinistra dovrà fare nella prossima consigliatura regionale per rendere Carrara Fiere una realtà pubblica in cui cessi il dominio dei “rentiers marmivori” trovando la sua condivisione. E’ un dato di fatto che la missione industriale della Fiera, incentrata sul mondo del marmo, è fallita miseramente generando milioni di perdite a carico dei cittadini toscani che ne pagheranno ancora una volta il costo”.