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Scuola dell’Opa, Forza Italia dice "no" alla chiusura

La notizia non è stata confermata ma il partito si erge in difesa dello spazio simbolo di inclusione e continuità per i piccoli pazienti ricoverati all'ospedale

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“Siamo molto preoccupati per la possibile chiusura della Scuola dell’Infanzia interna all’Ospedale Pediatrico Apuano. E’ una decisione che, se venisse confermata, sarebbe incomprensibile in quanto all’Opa la fascia d’età scolare più numerosa e con le degenze più lunghe è proprio quella dell’infanzia, ed è quella che ha più bisogno a livello emotivo e psicologico della presenza di una figura vicina e amica come quella della maestra. Chiediamo alla Regione Toscana di non avallare queste scelte gravi e ingiuste, che penalizzano i piccoli degenti e le loro famiglie”. Lo affermano la deputata toscana di Forza Italia, Deborah Bergamini, il vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, il coordinatore toscano del partito Stefano Mugnai, il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, e il capogruppo di Fi a Palazzo del Pegaso, Maurizio Marchetti, che annunciano interrogazioni e interpellanze sul tema, nelle rispettive assemblee legislative.

“I genitori dei bambini ricoverati all’Opa – sottolineano Bergamini, Mugnai, Stella e Marchetti –
sono molto preoccupati perché la frequenza della scuola materna era per i piccoli l’occasione di
svolgere attività riabilitative, ludiche, educative e di apprendimento, ma anche la possibilità di
condurre una vita più ‘normale’ nonostante le loro patologie. Preoccupazioni sacrosante, in
quanto i piccoli pazienti ricoverati nell’Ospedale pediatrico apuano, talvolta, sono costretti a
lunghi periodi di degenza, causa gravi patologie. Frequentare la scuola materna rappresenta un
importante strumento di inclusione e di equità sociale, nonché un mezzo per rendere l’ospedale
un luogo meno ostile e alienante. Tra l’altro – concludono – non c’è stato calo di utenza negli anni, anzi, purtroppo i numeri da settembre ad inizio marzo, cioè prima del lockdown, erano in ascesa”.

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