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Pd e gruppi di minoranza: «Benedetti non è adatto come presidente del Consiglio»

Infuria la polemica a Massa dopo il Consiglio comunale del 20 gennaio. Alternativa Civica: «Serve nuovo vertice». E Roberta Dei va dal Prefetto per la vicepresidenza

“Abbiamo, sin dall’inizio, sostenuto e rimarcato ad ogni occasione, che la carica di Presidente del consiglio non si confaceva con la figura politica di Stefano Benedetti. Dopo l’ultimo consiglio e le ultime dichiarazioni rilasciate dallo stesso anche la più piccola e flebile speranza di cambiamento nell’atteggiamento super partes è saltata”. Queste le parole del Partito democratico e dei gruppi di minoranza su ciò che è avvenuto durante l’ultima seduta del Consiglio comunale.

“Benedetti non capisce che non è l’urgenza in se il problema, ma come viene dichiarata – tuonano Norberto Riccardi, Gabriele Carioli, Alessandro Volpi, Stefano Alberti, Giovanni Giusti
Ulian Berti (mdp art 1) ed Elena Mosti (lista Volpi) – Se una pratica specifica ha carattere d’urgenza, si porta quella con procedura d’urgenza definita nella convocazione perché ci sono i requisiti. Qui è stato convocato un consiglio senza dichiarare l’urgenza e facendola votare al consiglio stesso. Infatti caro Presidente bravo solo a trincerarsi dietro pareri del segretario o di qualche dirigente ma mai ad assumersi colpe di superficialità, le ricordiamo che tutte le proposte di delibera di consiglio portate nella scorsa consigliatura, che assumevano il carattere d urgenza erano motivate nella proposta di delibera stessa. Non vi è traccia in nessuna proposta di delibera iscritta all’odg dello scorso consiglio di una motivazione che confermasse il carattere d urgenza – concludono – Pertanto il Pd insieme a tutti i gruppi di minoranza preoccupati della novità di convocazione dell’ultimo consiglio comunale affinché vengano rispettati i regolamenti dello stesso e la legge che ne disciplina, si sono rivolti al Prefetto, a tutela della Democrazia, partecipazione, trasparenza di ogni singolo consigliere e concittadino massese”.

ALTERNATIVA CIVICA: «SERVE UN NUOVO PRESIDENTE»
A intervenire anche i consiglieri di Alternativa Civica, Dina Dell’Ertole, Andrea Barotti e Sergio Menchini. Riportiamo di seguito l’intervento integrale.
L’intervento del Presidente Benedetti, sul caso della seduta Consigliare oggetto di contestazioni da parte delle opposizioni, merita una replica.
In primo luogo, per evitare qualsiasi equivoco, riteniamo che non si possa rimettere alla maggioranza la facoltà di stabilire, a posteriori, l’urgenza o l’emergenza di una convocazione poiché si schiaccerebbero i diritti delle minoranze e, contestualmente, si darebbe la possibilità di determinare, con discrezionalità, cosa sia urgente arrivando al paradosso, estremizzando il concetto, che nulla o poco, a seconda della volontà di un gruppo politico, potrebbe essere ordinario.
Abbiamo ritenuto, pertanto, necessario e doveroso, come i nostri colleghi firmatari dell’istanza, interessare dell’accaduto il Prefetto.
Troviamo, sinceramente, non ammissibile, visto il ruolo che Benedetti ricopre, la giustificazione secondo cui si sarebbe seguita la stessa linea di condotta della precedente maggioranza poiché se così fosse, oltre a non aver dato concretezza alla tanto sbandierata discontinuità, al tanto propagandato cambiamento, il centrodestra avrebbe adottato una scelta non corretta e poco cambierebbe, per chi ha a cuore il rispetto dello statuto e del regolamento comunale, se a cadere nell’errore fosse stato il centrosinistra o la fazione opposta; parte che oggi sostiene la Giunta.
Un nuovo presidente che difende i diritti delle minoranze, più in generale l’assemblea da eventuali distorsioni delle regole, non guarda a ciò che è stato fatto da chi lo ha preceduto ma svolge con imparzialità e prudenza la funzione di garante.
Il ragionamento di Benedetti può avere una logica nella parte in cui coinvolge il Segretario Comunale; per essere più chiari la maggioranza, non ritenendo fondata la questione di pregiudizialità proposta dalla minoranza, non volendo assumere una posizione più prudente, ha, giustamente, legittimamente seguito l’interpretazione offerta dall’alto funzionario comunale del resto anche l’opposizione si è rivolta, non reputando convincente la spiegazione udita in aula, al rappresentante territoriale del Governo.
Una maggioranza più aperta al dialogo, probabilmente, avrebbe rifiutato di dar luogo ad un monologo, avrebbe, dopo aver appreso dell’uscita di tutta l’opposizione, che ha opportunamente rifiutato l’indennità prevista per ciascun consigliere, stante l’assenza di reali urgenze (termini di decadenza, termini perentori), proposto il rinvio della seduta; soluzione che avrebbe garantito il rispetto dei termini previsti per l’esame delle questioni all’ordine del giorno ed evitato uno scontro che coinvolge due istituzioni; ma come al solito qualcuno ha preferito la politica muscolare ad una politica moderata e riflessiva.
Il ricorso, come troppo spesso accade, ai tecnici, od altri organi, per risolvere problemi complessi (in ambito nazionale sovente è la Giustizia, sono i magistrati a dover sciogliere nodi che il legislatore è incapace di affrontare) dimostra la debolezza e, in una certa misura la poca preparazione, della classe politica o la volontà di rifuggire da decisioni che possono incidere sulla base elettorale di ciascun partito.
Crediamo, andando oltre le considerazioni fin qui esposte, che il Presidente Benedetti, al di là del peso politico e morale che grava sulle spalle di chi ha votato per far proseguire i lavori del Consiglio, attribuendo al segretario il merito di aver convinto la maggioranza a respingere la questione pregiudiziale abbia affermato il principio di responsabilità dei funzionari pubblici! Un principio troppo spesso dimenticato che genera quel senso di impotenza, spesso avvertito dai cittadini, nei confronti della nostra burocrazia, delle cavillosità, dei barocchismi del nostro sistema normativo non di rado fumoso che si presta ad interpretazioni di diverso segno.
In sintesi, il Presidente ha scaricato sul segretario non solo il compito, necessario vista l’impossibilità di arrivare ad una decisione condivisa, di dirimere la questione posta dalle opposizioni ma anche le possibili conseguenze che potrebbero derivare se il parere offerto venisse smentito.
La posizione presa da Benedetti nei riguardi del Segretario da un lato riduce il ruolo della politica, ne sminuisce la capacità di analisi e quindi la deresponsabilizza (sarebbe opportuno evitare questa china), dall’altro determina, di riflesso, il dovere del Presidente del Consiglio comunale di attivarsi, anche in futuro, per tutelare i Consiglieri, indipendentemente dall’appartenenza partitica, dagli effetti che un possibile errore, indotto da una consulenza tecnica non confermata, potrebbe generare.

ANCHE ROBERTA DEI DAL PREFETTO. MA PER LA VICEPRESIDENZA
Anche la consigliera di maggioranza Roberta Dei (ex-Fi) si rivolge al Prefetto, ma in relazione all’elezione della nuova vicepresidente del Consiglio comunale, Lucia Bongiorni. Riportiamo di seguito l’intervento.
Ho provveduto a inoltrare formale esposto al Prefetto di Massa-Carrara relativamente alla Deliberazione di Consiglio del 15 Gennaio scorso riguardante l’elezione del Vice Presidente di Maggioranza. Ho ritenuto di procedere in questo senso per difendere lo Statuto del Comune di Massa e il Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale da interpretazioni
decisamente particolari fatte dal Segretario Generale dottor Cuccolini. Sono assolutamente convinta che le interpretazioni a fondamento dell’esclusione dell’opposizione dal voto siano sbagliate e sono altrettanto certa che verranno accolte le tesi su cui ho fondato l’esposto. A Massa si è creato un pericoloso cortocircuito istituzionale che sta minando le basi dialettiche in consiglio comunale, troppo spesso ormai si subordina la politica alla tecnica.