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Agri marmiferi, il Tam: «L’amministrazione ritiri l’atto e ascolti la sua città»

Il regolamento verrà discusso lunedì in consiglio comunale

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“Il peggior regolamento sugli agri marmiferi che potesse essere proposto”. Questo è ciò che pensa la sezione Tam, tutela ambiente montano, del Club Alpino Apuano, sezione di Massa, del regolamento degli agri marmiferi che verrà discusso lunedì in consiglio comunale.

“Tra errori e autorizzazioni a scempi non sappiamo da dove partire – scrive il Tam – Inserire la premialità a chi distrugge le nostre montagne per farne carbonato di calcio, anzichè materia per l’arte è un affronto all’ambiente, al lavoro storico dei cavatori, al buon senso comune”.

“Questo faciliterà la nascita di grandi strutture che lavoreranno questi derivati dell’escavazione, tutto a scapito della tradizionale lavorazione in loco, dei piccoli laboratori che certamente non potranno reggere la concorrenza delle multinazionali. Vale la pena ricordare che il settore della lavorazione dei marmi negli ultimi 25 anni ha perso il 50% dei lavoratori. Si alimenta così la produzione di bassa qualità che trasformerà sempre più il nostro territorio da lapideo in minerario. La partita poi dei valori del marmo lascia molte perplessità al limite della regolarità contabile e il regolamento la riprende fedelmente con tutte le sue criticità”.

“Si aggiunga anche che si fa esplicito riferimento a perimetrazioni errate contenute nel Piano strutturale e che sono evidenti: basta confrontare i confini delle Zone di Protezione Speciale in mano al comune con quelli ufficiali del ministero dell’ambiente. Naturalmente tutto a favore dell’escavazione”.

“Così come, ammettendo uno stoccaggio “temporaneo” dei detriti in cava senza dare un tempo ben definito, aumenteranno i rischi geomorfologici dei nostri già delicati versanti. Sul fronte dei diritti sui terreni poi si fa un riferimento alquanto esplicito sull’esistenza di “beni estimati” come su Carrara, cosa smentita dagli atti e dalla storia: questo dà dimensione dell’attenzione che si è posta su questo regolamento. Si mantiene la possibilità di perpetrare le rendite parassitare nonostante la Regione abbia dato la possibilità e non l’obbligo di accettare le cessioni tra privati delle concessioni e delle autorizzazioni: chi ottiene l’autorizzazione all’escavazione, ha la possibilità di farne una rendita a danno della collettività”.

“Anche dal punto di vista sociale si afferma che la sicurezza sul lavoro è un premio e non un obbligo come vorrebbe una società civile: si gioca ancora una volta sulle “certificazioni ambientali e sociali” rendendole facoltative, quando invece sappiamo tutti quanto sia importante garantire ambiente e lavoro in un ambito che quotidianamente mostra i propri limiti in termini di protezione ambientale e sicurezza per i lavoratori. Si snobba lo statuto del comune di Massa omettendo di costituire l’osservatorio paritetico per il controllo sugli agri marmiferi previsto all’art 62 che avrebbe portato trasparenza pubblica all’intero settore”.

“E a proposito di trasparenza e statuto, l’amministrazione ha dimenticato che gli agri marmiferi sono un bene comune, così come previsto daagli art 2 e 62. Per questo era necessario un processo partecipato, allargato a tutta la cittadinanza, per la concretizzazione di una regola sul nostro territorio che manca da troppo tempo”.

“Insomma, disastro regolamentare peggiore crediamo sarebbe stato difficile farlo. Tra omissioni, errori formali, violazioni statutarie, attenzione pressochè nulla alle emergenze ambientali, nessuna regola certa di salvaguardia occupazionale e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Un concentrato del peggio che si potesse immaginare. L’amministrazione può ancora salvare la faccia, ritirando l’atto, aprendo un percorso partecipato che valuti seriamente il problema tenendo di conto che il nostro territorio non è affare di pochi”.

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