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«O vesti decoroso o ti sanziono». Approvato il regolamento di Polizia Urbana

Il testo è passato in Consiglio comunale a Massa e pone limiti a comportamenti e abbigliamento. Stop a elemosine e bivacchi

Chiedere indicazioni stradali non sarà più lo stesso nel comune di Massa. Da oggi si dovrà prestare molta attenzione alle persone alle quali ci si rivolge specie se vestono abiti che l’amministrazione comunale ritiene indecorosi. Durante il Consiglio comunale di ieri, mercoledì 24, è stato infatti approvato il Regolamento di Polizia Urbana. La cittadinanza è informata: vietato “richiedere informazioni” a una persona che porta vestiti “suscettibili di ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”. E ovviamente scordatevi di scambiarci due chiacchiere, fosse anche solo per aiutarla. Ma soprattutto fate attenzione a come vi vestite per uscire di casa: ad essere segnalate dalla Polizia Urbana potreste essere voi.

Nel bel mezzo dell’anticiclone africano, infatti, il Consiglio comunale ha deciso di approvare un testo che pone dei limiti nell’abbigliamento. E che in generale disciplina “comportamenti ed attività” che sono “influenti sulla vita della cittadinanza” allo scopo di “salvaguardare la convivenza civile, la sicurezza dei cittadini, la più ampia fruibilità dei beni comuni e di tutelare la qualità della vita e dell’ambiente”. L’articolo 12 in particolare tratta di “prostituzione” ma il resto del regolamento indica anche eventuali sanzioni per le persone che chiedono l’elemosina (circa cento euro di multa), per quelle che danno da mangiare ai piccioni, quelle che bivaccano nei luoghi pubblici o che decidono di lavarsi in una fontana.

Come detto l’articolo 12 tratta di prostituzione ma è bene esserne informati anche se si è estranei al tema, perché il regolamento vieta “atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo” quando si ha indosso un “abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo”. Domanda: e se si indossassero giacca e cravatta?

“La violazione si concretizza con lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti – si legge nell’articolo – e l’intrattenimento con essi e/o con qualsiasi ulteriore atteggiamento o modalità comportamentali, incluso l’abbigliamento, suscettibili di ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”. In aggiunta è vietato “richiedere informazioni a soggetti che pongano in essere i comportamenti descritti al precedente punto a) e/o di concordare con gli stessi l’acquisizione di prestazioni sessuali a pagamento”.

L’articolo 14 invece tratta più ampiamente del decoro di tutti i cittadini: “Fatta salva la normativa vigente è vietato andare in pubblico con abbigliamenti o atteggiamenti che possano offendere la decenza o il pubblico decoro quali, a titolo esemplificativo, mostrarsi a torso nudo oppure in bikini o reggiseno”. Sanzioni da 50 a 150 euro”. A titolo esemplificativo, dunque, bikini e reggiseni. Ma i top? Per i Millennials potrebbero iniziare tempi duri…

CAMILLA PALAGI