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Salvini al prefetto: «Dove sono i campi nomadi da sgomberare?»

Il ministro dell'Interno ha inviato una circolare agli enti territoriali del governo per un censimento. Ecco la situazione a Massa-Carrara sugli insediamenti rom e sinti

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha inviato ai prefetti una circolare con cui chiede una «relazione sulla presenza di insediamenti rom, sinti e camminanti» in Italia entro due settimane. L’obiettivo, sottolinea il Viminale, è quello di avere un quadro chiaro sui campi abusivi «per predisporre un piano di sgomberi». Nella circolare si sottolinea la necessità di porre l’attenzione sulle «situazioni di illegalità e di degrado che frequentemente si registrano negli insediamenti», specie quelli abusivi, e «che spesso configurano un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica», con l’obiettivo di adottare misure «finalizzate alla riaffermazione della legalità».

Secondo Salvini, va dunque fatta una «ricognizione urgente» di tutti i campi, autorizzati e abusivi, «nel rispetto dei diritti della persona e delle normative nazionali e internazionali». Il censimento, scrive ancora Salvini ai prefetti, dovrà riguardare la tipologia degli insediamenti e la densità abitativa, le condizioni dei campi (presenza di reti idriche, elettriche e fognarie, allacci abusivi), la presenza di strutture fisse e mobili, il numero di minori presenti negli insediamenti, le loro condizioni e le percentuali di abbandono scolastico.

A loro volta i prefetti, entro 15 giorni, dovranno convocare i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica e inviare una relazione al Viminale. Il censimento, dice la circolare, costituirà «una piattaforma di discussione in ambito locale per l’approfondimento delle singole situazioni e la massima sensibilizzazione dei sindaci ai fini dell’adozione dei provvedimenti ove ne ricorrano i presupposti». Questo per arrivare «al superamento delle situazioni di degrado e al ripristino delle condizioni di legalità” attraverso un “progressivo sgombero delle aree abusivamente occupate».

LA SITUAZIONE A MASSA-CARRARA
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Rom e Sinti della Regione Toscana, realizzato in collaborazione con la Fondazione Michelucci, gli insediamenti in provincia di Massa-Carrara si trovano tutti nei comuni della costa apuana.

L’insediamento più conosciuto è il campo rom del Lavello nel comune di Carrara, spesso oggetto di accese polemiche politiche e proteste, all’interno del quale vivono una cinquantina di persone, ed è stato classificato a “criticità media”. Come riporta l’Osservatorio: «È stato allestito dal Comune nel 1990 con finanziamenti regionali, fornendo agli abitanti sei blocchi di servizi, casette in legno in sostituzione di quelle autocostruite e una struttura da destinare alle attività di sostegno scolastico e animazione. Alcune di queste sono state poi ‘smontate’ dagli stessi abitanti per costruire delle strutture a loro più funzionali. L’ubicazione stessa dell’insediamento determina, sin dall’inizio, delle condizioni non idonee alla vivibilità dal punto di vista igienico-sanitario, dal momento che l’area si trova sotto un viadotto autostradale ed è fiancheggiata da un corso d’acqua, il Lavello, in cui confluiscono scarichi industriali. Le stesse strutture abitative in legno allestite da una cooperativa su committenza del Comune, non sono state adeguate alle condizioni climatiche né hanno soddisfatto le esigenze degli abitanti che, successivamente, hanno costruito autonomamente case in muratura e non, e due strutture a loro più funzionali».

Il comune di Massa, invece, si caratterizza per un’esclusiva concentrazione di gruppi di sinti, localizzati in diversi insediamenti. «Trattandosi di cittadini italiani – afferma l’Osservatorio – è superfluo definire “storica” la loro presenza. Si tratta di gruppi familiari che hanno sviluppato una propria modalità di insediamento, acquistando privatamente terreni nei quali dispongono roulotte, camper o case mobili». Secondo i dati dell’Osservatorio, a Massa, in otto terreni privati, vivono circa un’ottantina di persone in abitazioni divise tra roulotte, camper, baracche e mobil-home. La loro presenza è classificata a criticità “bassa”. Tre insediamenti, in aree private, invece sono presenti nel comune di Montignoso. Anche qui i sinti presenti sono una ventina.