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Aeroporto Cinquale, sfrattato l’Aeroclub. Il Comune: «Ci deve 300mila euro»

«Nessun secondo fine. Sono state disattese prescrizioni della autorità aeronautiche con relativi rischi per la sicurezza e l’incolumità di cittadini e turisti»

«Gli articoli apparsi sui quotidiani in merito alla vicenda dell’Aeroclub di Marina di Massa meritano chiarimenti per sgomberare il campo da illazioni atte a gettare discredito sull’amministrazione comunale». Lo afferma il Comune in una nota in seguito allo “sfratto” dell’Aeroclub di Marina di Massa. «La volontà di questa amministrazione è stata ferma e decisa sin dall’inizio nel confermare la valenza strategica dello scalo aeroportuale di Marina di Massa hub dal punto di vista turistico del litorale, ma non era più possibile proseguire una condizione che da troppo tempo produce un danno alle casse del comune. Di ciò erano ben informati i dirigenti di Aeroclub che sono stati più volte ricevuti e ascoltati dall’amministrazione in un contesto di dialogo costruttivo volto a superare una situazione che si protrae da oltre 20 anni. I canoni non pagati superano i 300.000 euro, sono state disattese prescrizioni della autorità aeronautiche con relativi rischi per la sicurezza e l’incolumità di cittadini e turisti».

«Questi sono gli unici motivi – prosegue l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Persiani – che hanno indotto il Comune di Massa prima e Enac ed i vigili del fuoco poi a porre un limite all’anarchia che regnava e regna tutt’ora nella gestione dell’area da 600 mila metri quadrati di cui risulta scaduta la convenzione 2015 e nessun canone risulta essere mai stato pagato dal gestore per l’utilizzo. Oltre a un danno evidente alle casse erariali dell’ente comunale è lecito chiedersi quali importanti interventi avrebbe potuto effettuare il comune con quei soldi che sono stati sottratti alla collettività. In questa triste vicenda ovviamente deve essere fatto un netto distinguo sull’importanza del servizio di elisoccorso del 118 che deve rimanere tutelato e garantito. Dove sono finiti gli aeroplani oggetto della garanzia del credito vantato dalla collettività? Che fine ha fatto la società che doveva garantire per 290.000 euro l’adempimento della transazione stipulata per porre fine ad anni di totale noncuranza? Queste sono le domande che l’amministrazione rivolge ad Aeroclub ed ai precedenti amministratori che si sono avvicendati in oltre vent’anni di totale inerzia e di rapporti basati sul “vogliamoci bene”».

«Infine – conclude Palazzo civico – rispediamo al mittente le illazioni di bassa lega circa il fatto di avere “secondi fini” o altre idee su quell’area, anziché lasciarsi ammaliare da “inevitabili sospetti” e a ergersi sul pulpito Pellegrini (il presidente dell’Aeroclub, ndr) avrebbe fatto meglio a cercare di sanare la posizione in maniera chiara e definitiva. Ma non l’ha fatto».