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Lapucci contro il patrocinio del Comune di Carrara al Toscana Pride

Il consigliere forzista: «Alcuni punti del manifesto politico sono contrari alle norme di legge»

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Il consigliere forzista Lorenzo Lapucci chiederà che il Comune di Carrara ritiri il patrocinio al Toscana Pride previsto per il 6 Luglio a Pisa. Lapucci intende presentare in Consiglio comunale del 26 giugno un ordine del giorno che esprima contrarietà alla deliberà di giunta n. 212 del 21 Maggio: un atto con cui Comune ha concesso il patrocinio alla manifestazione pro LGBTQ, stabilendo di parteciparvi con un gonfalone istituzionale e/o un rappresentante dell’Ente.
“Il patrocinio è da considerarsi come l’espressione del sostegno concesso dal Comune ad iniziative pubbliche o private, per l’apporto dato dalle stesse allo sviluppo sociale, culturale, artistico, sportivo, ricreativo, turistico, economico alla comunità locale – scrive Lapucci – ma l’iniziativa patrocinata non rispecchia gli elementi sopra descritti, non apportando nessun tipo di sviluppo alla comunità carrarese.” Tra i punti del manifesto politico del Toscana Pride che Lapucci non condivide vi sono la promozione di “relazioni solidali, affettive e sessuali che non siano esclusivamente mutuate da modelli eteronormati o monogami”. Un obiettivo che a suo dire incoraggerebbe la poligamia, vietata per legge. Poi Lapucci si scaglia contro “la piena equiparazione di tutte le famiglie attraverso il riconoscimento della responsabilità genitoriale e attraverso la riforma della legge sulle adozioni” che rivendica di fatto il diritto di adottare bambini per coppie omosessuali. “Un’ ltra rivendicazione delle associazioni LGBTIQA è la legalizzazione della pratica dell’utero in affitto tra persone dello stesso sesso – scrive il consigliere forzista – che in Italia è vietata, sulla base dei principi della Legge n. 40 del 2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”. All’ art 12 la legge afferma che il ricorso a pratiche di surrogazione di maternità è un reato punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino ad un milione di euro.” Lapucci aggiunge che la Legge Cirinnà che disciplina le unioni civili di fatto non ha previsto la cosiddetta “stepchild adoption” che consentirebbe alle coppie omogenitoriali di adottare bambini. “È inopportuno associare il nome di un’ istituzione quale il Comune di Carrara ad una simile manifestazione – conclude il consigliere – la decisione in merito al patrocinio doveva tenere conto di tutti i principi enunciati nel manifesto politico di Toscana Pride, alcuni dei quali contrari alle norme dell’ordinamento giuridico italiano.”

Irene Rubino

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