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Cave e sentenza Tar, il Psi all’attacco: «Amministrazione senza pudore»

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«L’ultimo comunicato diffuso dall’Amministrazione comunale è la plastica rappresentazione di una schizofrenia che ormai regna al suo interno sulle questioni del marmo e delle controversie legate all’escavazione». Il Partito Socialista di Carrara va all’attacco di Palazzo civico sulla questione della sentenza del Tar sulle cave stoppate e sulla questione dell’articolo 58 bis della legge regionale 35/2015.

«È surreale – evidenzia il Psi – che l’amministrazione comunale, dopo avere chiesto umilmente alla Regione nel luglio 2018, con tanto di lettera ufficiale tenuta gelosamente nei cassetti fino a poche settimane fa, di avallare le disposizioni e le interpretazioni giuridiche fatte proprie dalla precedente amministrazione, oggi esulta per le decisioni adottate in prima istanza dal Tar per la quale hanno stranamente espresso soddisfazione, all’unisono, tutte le parti in causa tanto da far presupporre che le questioni esaminate sono tutt’altro che chiare e semplici. Lo stato di confusione di chi ci amministra, viene evidenziato accomunando le questioni del marmo con le vicende dello Stadio dei Marmi lasciato in perfetto stato di agibilità, come certificato dai documenti firmati dai funzionari dello stato preposti, e oggi ridotto a un desolante e interminabile cantiere con una capienza diminuita a poco più di mille spettatori mortificando le aspettative di quanti vorrebbero sostenere la squadra anche in vista dei playoff. Tornando alle questioni del marmo è evidente che l’esultanza dell’amministrazione successiva alla sentenza è solo figlia di una rivalsa vendicativa che nasce dalla frustrazione e dall’inadeguatezza politica palesata dalle contraddizioni di un movimento che deve rispondere a culture diverse e non conciliabili. Con una buona dose di temerarietà questi amministratori, pur di cavalcare una cieca polemica, si sono avventurati anche sul terreno della tassazione per la quale da due anni stanno applicato integralmente i criteri di valutazione dei blocchi e delle produzioni di cava adottati da “quelli di prima” e a suo tempo ferocemente contestati in tutte le sedi, sapendo solo introdurre un clamoroso sistema di sconti sul quale, in altri tempi gli organismi preposti avrebbero chiesto, come su altre vicende, gli opportuni chiarimenti».

«Nel caos che si è creato negli ultimi mesi – proseguono dal partito dell’ex sindaco Angelo Zubbani – restiamo convinti, al contrario dei grillini che hanno clamorosamente cambiato idea, che il perimetro riportato nelle determine autorizzative del passato valide sia a Carrara come in Versilia e in Garfagnana che il perimetro del sito estrattivo non corrispondeva solo al perimetro degli scavi previsti nel piano di coltivazione, bensì a un’area più vasta che comprendeva l’insieme dei cantieri attivi e delle relative pertinenze così come previsto dalla Legge Regionale 35/15. Ne consegue che gli sconfinamenti non potevano essere sanzionati a Carrara con spirito giacobino, come attività in assenza di autorizzazione, caso che riguarda chi scava senza alcun titolo autorizzativo, né come modifiche in ampliamento delle volumetrie di scavo superiori ai 1.000 metri cubi citati spesso a sproposito. È bene perciò ricordare a questi sprovveduti amministratori che i progetti che venivano presentati dopo il fermo degli scavi non autorizzati non erano considerati come sanatorie ma varianti in ampliamento che potevano comprendere solo in parte i volumi sanzionati. È bene perciò che i cittadini prendano atto che la vera catastrofe per la Città è rappresentata da questa Amministrazione che, in due anni, non solo ha perduto credibilità ma sta accumulando un clamoroso ritardo anche sull’adozione dei Piani attuativi, atti fondamentali per disegnare il futuro delle nostre cave».

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