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«Mostra di successo, come si può condannare un assessore per questo?». Veneziano difende la Lama

I due membri di giunta defenestrati preferiscono scegliere il silenzio, parleranno nel corso di mercoledì. Il dibattito però è andato avanti ed è intervenuto anche l'artista che ha firmato le opere della mostra delle polemiche 'Storytelling'

Per il momento i due ormai ex-assessori massesi Guido Mottini e Eleonora Lama scelgono il silenzio dopo la decisione del sindaco di Massa, Francesco Persiani, di rimuoverli dal loro incarico. Contattati telefonicamente, ci hanno detto «parleremo domani». Probabile la convocazione di una conferenza stampa.

Nel frattempo il dibattito va avanti e in particolare su una delle motivazioni dichiarate pubblicamente dal primo cittadino che l’hanno portato a ‘defenestrare’ l’assessore alla cultura Lama, ovvero la mostra organizzata da quest’ultima a Palazzo Ducale. La mostra delle polemiche, ‘Storytelling’ dell’artista Giuseppe Veneziano. «Ho dovuto far fronte ad una paurosa gaffe per quel quadro che ha offeso la comunità cattolica» ha scritto il primo cittadino poche ore dopo la firma dell’atto di revoca.

In quella mostra era stato esposto un quadro del Cristo in croce con un paio di slip leopardati marchiati “Dolce e Gabbana” e con la scritta “Lgbt” al posto di “Inri”. La comunità cattolica (compreso il vescovo Giovanni Santucci) bollò quell’iniziativa come «blasfema», provocando anche una raccolta firme che superò le tremila adesioni. All’epoca il sindaco, a cui era stato chiesto di chiudere la mostra, aveva risposto: «La mostra resta aperta, ma prendo atto della richiesta di questi cittadini, il cui pensiero va rispettato».

Tutto questo avveniva poco più di un mese fa. La mostra, c’è da dire, che fece discutere e ebbe un ottimo successo di pubblico, insomma quello che l’arte e la cultura dovrebbero provocare. Interpellato dalla Voce Apuana oggi l’artista Giuseppe Veneziano ha commentato così, prendendo le difese della Lama: «Io credo che l’assessore Lama abbia portato una mostra museale a Massa a costo zero per l’amministrazione e gratuita per i cittadini (più di tremila visitatori). Infatti la mostra attualmente si trova al Palazzo Riso, Museo d’arte Contemporanea di Palermo, dove sta riscuotendo molto successo al punto che, nonostante sia a pagamento, bisogna fare la fila per entrare. Le opere sono le stesse e nessuna protesta sta impedendo il suo prosieguo. Se questo modo di operare per un assessore alla cultura è da condannare, ditemi allora quale sono le scelte giuste che adottare? Forse quelle suggerite dal Vescovo?».

Sull’argomento è intervenuta anche la consigliera comunale ed ex-assessore Elena Mosti: «Qualcosa non mi torna – ha commentato sui social – in realtà più di una, sulla crisi di giunta. Ma come, una mostra come questa, che il sindaco difese pubblicamente, lede la sensibilità dei cristiani e della cittadinanza (quindi non è cultura) e un monolite con una poesia di un podestà fascista a favore delle leggi razziali che lede gli animi dei figli dei partigiani e delle vittime del fascismo è “solo cultura”? No al monumento a Ubaldo Bellugi».

Dal Movimento 5 Stelle, la consigliera Luana Mencarelli, come la Mosti, mette in evidenza «l’incoerenza» del sindaco. «Nel caso della mostra – afferma – si è tenuto conto del riscontro di una parte della città mentre sulla sollevazione di un’altra parte della città sul monolite alla poesia di Bellugi Persiani si è completamente disinteressato». Venendo, invece, all’aspetto più politico-amministrativo la consigliera pentastellata ha convenuto che questa rimozione «è una cosa che può succedere da un punto di vista lavorativo. La cosa che ci preoccupa di più è che questa squadra di governo della città non sia compatta. I litigi e le divisioni a cui abbiamo assistito nel mandato precedente hanno immobilizzato il Comune. I settori cultura e attività produttive sono fondamentali e questa scelta di Persiani presuppone che si ricomincerà da capo».